Revolutionary Road

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Revolutionary Road

Tratto dall'omonimo romanzo di Richard Yates. Anni Cinquanta: per sfuggire a un'esistenza monotona e avara di soddisfazioni, i giovani coniugi Frank e April Wheeler, residenti nel Connecticut, decidono di trasferirsi a Parigi con i loro figli piccoli, Jennifer e Michel. Mentre April non vede l'ora di partire, Frank, con il passare dei giorni, è sempre meno convinto di abbandonare l'America per l'Europa, anche perché nel frattempo il suo datore di lavoro gli ha offerto una promozione, con conseguente aumento di stipendio, che potrebbe migliorare le condizioni di vita della sua famiglia. Kate Winslet nel 2009 ha vinto il Golden Globe come Miglior Attrice in un Film Drammatico.
schizoidman ha scritto questa trama

Titolo Originale: Revolutionary Road
Attori principali: Leonardo DiCaprio, Kate Winslet, Kathy Bates, Michael Shannon, Kathryn Hahn, David Harbour, Dylan Baker, Richard Easton, Zoe Kazan, Jay O. Sanders, Max Baker, Max Casella, Christopher Fitzgerald, Jonathan Roumie, Neal Bledsoe, Marin Ireland, Samantha Soule, Heidi Armbruster, Sam Rosen, Maria Rusolo, Gena Oppenheim, Kathryn Dunn, Joe Komara, Allison Twyford, John Ottavino, Adam Mucci, Jo Twiss, Frank Girardeau, Catherine Curtin, Dan Da Silva, Keith Reddin, Ryan Simpkins, Ty Simpkins, Jon Sampson, Peter Barton, Kevin Barton, Evan Covey, Dylan Clark Marshall, Chandler Vinton, Bethann Schebece, Kelsey Bair, Jason Etter, Adair Moran, Tommaso Antico, Justin Misenhelder, Will Vought, Emaline Green, Isabella Zubor, Kal Thompson, Racheline Maltese, Lauren Hubbell, Duffy Jackson, Dan Zanes, Vince Giordano, Jon-Erik Kellso, Andy Burton, Will Reardon-Anderson, Alex Hoffman, Kristen Connolly, John Behlmann, Mostra tutti

Regia: Sam Mendes
Sceneggiatura/Autore: Justin Haythe
Colonna sonora: Thomas Newman
Fotografia: Roger Deakins
Costumi: Albert Wolsky, Gail A. Fitzgibbons
Produttore: Bobby Cohen, John N. Hart, Scott Rudin
Produzione: Gran Bretagna, Usa
Genere: Drammatico, Romantico
Durata: 119 minuti

Dove vedere in streaming Revolutionary Road

Revolutionary Road e la poetica di Sam Mendes / 5 Luglio 2018 in Revolutionary Road

Revolutionary Road è la sublimazione di quanto espresso dal regista Sam Mendes con il precedente American Beauty. Ambientato una quarantina d’anni prima, negli anni 50 americani, narra le vicende della famiglia Wheeler, coppia giovane, fresca e piena di speranze, tanto da suscitare invidia all’intero vicinato per la loro apparente proiezione alla vita. Lo scorrere delle sequenze, tuttavia, ci porterà nel medesimo scenario di American Beauty: quello di una perfezione solo ed esclusivamente di facciata. Perché tra l’accoglienza degli interni e la brillantezza degli esterni si nasconde la frustrazione di due giovani scivolati nel vortice della quotidianità, che secca ogni sogno, che inaridisce ogni ambizione. Una trappola che metterà a durissima prova l’equilibrio della coppia, a metà tra la matura accettazione del loro destino di persone comuni e la dolorosa consapevolezza che le decantate ambizioni in un futuro pieno di vita e felicità non fossero altro che un fuoco fatuo. La coppia Leonardo Di Caprio-Kate Winslet offre una prestazione alla pari, se non estremamente superiore, di quella del Titanic.

Articolo completo su www.artesettima.it/2018/04/13/7627/

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Interessante ma.. / 15 Giugno 2016 in Revolutionary Road

Un dramma decisamente intenso, crudo, amaro e triste che ha però il difetto di metterci un po’ a carburare, secondo me. Quando lo fa, ovvero nella seconda parte del film, la prova è veramente fenomenale, aiutata del resto da un attore magnifico come Di Caprio e da una altrettanto brava Kate Winslet. Sam Mendes ha sicuramente fatto di meglio, questo va detto, ma il film è comunque assolutamente valido ed interessante andando a trattare argomenti piuttosto delicati.

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Fa male essere come tutti gli altri / 22 Febbraio 2014 in Revolutionary Road

A undici anni dalla loro (prima e) ultima volta insieme, la coppia più bella di Hollywood viene riunita dal (ex) marito di lei per interpretare i coniugi Wheeler e dar vita a quello che è, a tutti gli effetti, il mio film preferito.

Tratto dall’omonimo romanzo di Richard Yates (che si è ispirato ai suoi genitori), Sam Mendes inscena il teatrino della famiglia medio-borghese dei mitici anni ’50 americani. Quelli del benessere, delle gonne a ruota. Gli anni del Boogie-Woogie e del sogno americano. Delle felicità preconfezionate e dei giardini perfetti. E dà ai magnifici Di Caprio e Winslet il compito di prendere parte a questo quadretto familiare impeccabile, invidiato, solido. Molto più nella forma, che nell’essenza.

Revolutionary Road m’ha fatto innamorare sin dalla prima volta. Perché è stato come “una lampadina che s’è accesa” sopra la mia testa. Perché quando vedi su schermo le tue paure, le tue ansie sul futuro, non puoi che rimanerne folgorato. Come per dire “cazzo, io la penso come April”. Ma poi…

Revolutionary Road è il ritratto della famiglia media. Che supera ceti sociali e contesti storici, perché è universale. Tutt’ora.
Guardate i vostri genitori, le coppie a voi parenti, gli amici, i conoscenti di qualche anno in più. Quante volte avrete pensato “Io non diventerò mai come loro?”.

E’ questa domanda ad incarnare lo spirito cardine di Revolutionary Road. Quella fatidica domanda che fa da specchio ai giovani Wheeler, quelli dei flashback, quelli dei primi tempi. Pieni di sogni, di progetti. Pieni di vita e voglia di vivere. Innamorati sognatori con gli occhi pieni di speranze. Speranze per una vita idilliaca, un futuro radioso, senza schemi, senza preconcetti. Senza vincoli di alcun tipo, sociali innanzitutto.
Contrapposti ai Wheeler odierni. Una patetica coppia come tante, infagottata da un’aura di superiorità immeritata. Da una perfezione ostentata. Nauseante. Opprimente. Una coppia che alla fine è cascata nello stesso “vuoto disperato” come tutte le altre.

I Wheeler sono la classica famiglia della Mulino Bianco. Quella che sembra felice. Ma non lo è.
Dopotutto, un impiegato nella media, che si sperde nella folla di uomini a lui identici, e una casalinga frustrata e piena di rimpianti, non possono che formare una coppia di me**a. In un contesto di me**a. Dove l’unico che sembra averci capito qualcosa, o meglio, che abbia il coraggio di parlare chiaro, è la figura del pazzo. L’eccezione. L’anomalia. L’unica vera forma di diversità in un contesto di omologazione dilagante.

E Sam Mendes, facendo sempre riferimento al romanzo di Richard Yates, si diverte ad infilzare il dito nella piaga. Ad immagonire ancor di più una situazione già melodrammatica di suo. A decostruire quel perfetto quadretto familiare, smontandolo pezzo dopo pezzo. Minuto dopo minuto, facendo emergere la vera natura di questa famiglia apparentemente perfetta e solida.
Facendo crollare i Wheeler dal loro piedistallo, riportandoli in mezzo alla “feccia conformista” da loro tanto criticata.

Lo so che fa male essere come tutti gli altri.

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27 Agosto 2013 in Revolutionary Road

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Entro i primi 10 minuti si sono già: conosciuti, amati, ficcati, figliati, passati 7-8 anni. Bum, stai calmo. E già si insultano a morte. Lui mediomen impiegato in città, ricordi da King Vidor’s The Crowd, eserciti di cappelli e cravatte che pendolano ufficio-casa-viceversa. Lei casalinga senza speranza, il fatto che abbiano due figli si scopre dopo una mezz’ora, ma non devono rompere le palle. Perché il film è costruito intorno a loro-sololoro Leo e Kate, Cip e Ciopa (ciapa), per consentire di dimostrare al mondo che sono due attori completi e gnegne, anche quando non fanno blubblub in mare. L’opposto, dell’amore passionale e stupido del Titanic, qui è il disamore, di base resta l’essere stupidi. Lei sbraita, stride e schiamazza che nemmeno La guerra dei Roses, poi si alza il giorno dopo e riprova. A resettare, a ripartire, riformulare, la storia e la coppia, proponendo di partire per Parigi. Tutti gli dicono “Che cazz**a!”, e fanno bene, in effetti è una cazz**a. Ma no, loro vogliono andare. E vabbè, andate. Finché lui non si trova incastrato da una promozione e aumento di stipendio + gravidanza surprise. E vabbè, non andate, basta che vi decidiate. L’amore, riacceso dalla cazz**a, come candela si spegne soffiata, puff. Ripartono, Dicaprio fa l’offeso in riva al mare, e soldodicaciescamente se ne va a fare il bagno, mancava solo il salvagente con la paperella; Kate sofferenza in volto Winslet, per rendere la pariglia dei suoi sogni infranti, seduce uno facendogli il ballo del coniglio, litiga con Leo, il mattino lei si rialza col sorriso e gli prepara le uova. Ciao maritino. Ora chessò, speravo almeno che gli desse fuoco alla casa mentre lui era via, gli tagliuzzasse a striscioline tutto il guardaroba (questo mi han detto di una che l’ha fatto), no, non trova di meglio che abortire self-made e schiattare per le conseguenze. Brava, che stratega, sempre ottimi i tuoi piani, Nelson ti fa una pippa.
Nelle intenzioni e nella patina, è un affresco di piccola borghesia americana, negli anni ‘50 ma quandunque, con tutti i topos classici della villetta a schiera, il giardino, la famiglia, l’ufficio, la pressione sociale che vince e bla e poi anche bleh. E solo per quello vale, ma fotografia e regia e analisi della vita di coppia in decomposizione non salvano la storia dalla noianoianoia, due idioti in un mondo di idioti, che tra l’altro non si capisce in base a cosa si credono meno idioti, quando sono altrettanto idioti (ed è la tesi del film), o non lo sono ma comunque sono più noiosi. Due persone/personaggi mediocri non avrebbero rotto il ca**o così tanto, ecco. Oh, quanta sofferenza! Oh poveri! Oh wtf!
L’ordine è ristabilito, chiusura col vecchio che stacca l’audio per non sentire più il cicaleccio dell’insopportabile moglie che aveva trovato casa a Cip e Ciopa, la quale racchiude in sé tutta la piccolezza e meschinità di quellla vita, a voler dimostrare che il borghese è come il maiale, più diventa vecchio più diventa bestia. Statte zitta!
Il problema, in fondo, è che questa storia a un borghese rischia di piacere→ e non sostengo che lo siate se vi è piaciuto, questo lo state deducendo voi, foutez-moi la paix U_U

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15 Aprile 2013 in Revolutionary Road

Vorrei giurare che non guarderò mai più un film appena dopo aver letto il libro da cui è tratto ma so che non riuscirei a mantenere questa promessa.
Comunque un bel film, bravissimi gli attori, ma l’ho trovato a tratti lento e noioso.
E poi non è come il libro. Ecco: l’ho detto ancora una volta!