Recensione su Si vive una volta sola

/ 20214.453 voti

Commedia fiacca e priva di idee / 14 Maggio 2021 in Si vive una volta sola

Si vive una volta sola è un film fiacco, affatto ispirato, palesemente privo di idee.
Ammetto che, pur essendo una grande fan di Carlo Verdone e conosca bene la prima fase della sua carriera, non ho mai approfondito adeguatamente la sua filmografia, dal 1996 (Viaggi di nozze) in poi. Perciò, non ho chiaro se i suoi lavori cinematografici, da allora a oggi, abbiano subito una progressiva involuzione o se questo film sia un episodio improvviso, una caduta inaspettata. Cioè, non so quando e come Verdone sia arrivato a risultati palesemente infelici come questo.

Acquisita da Amazon, che la distribuisce in streaming come film Amazon Original, Si vive una volta sola è una commedia che sembra ammiccare (da lontano) ad Amici miei (con l’inserimento nel gruppo di goliardi di un personaggio femminile, interpretato da Anna Foglietta). Ma il film non funziona mai.

I personaggi sono inconsistenti, le situazioni esilissime, gli spunti comici assenti. Nel complesso, si risolve in una lunga serie di marchette ostentate, in primis quella per la Regione Puglia. Il film sembra limitarsi a illustrare i bei paesaggi del Salento, senza proporre niente, dal punto di vista drammaturgico.

In sostanza, quindi, temo che il problema del film sia tutto a livello di scrittura.
C’è perfino la scena di ispirazione boccaccesca col marito nascosto in camera da letto, che, oltre ad avere qualche evidente problema di montaggio, sembra la copia carbone di una certa sequenza del film I laureati di Pieraccioni (quindi, in questo caso specifico, mi sento di dare la colpa al co-sceneggiatore Giovanni Veronesi), con Verdone al posto di Rocco Papaleo (che, toh, è pure tra i protagonisti di questo film).

E, poi, non mi ha convinto il cast. Ricordo che, durante la lavorazione del film, sui social, Verdone era felicissimo dell’alchimia nata con i suoi compagni di set e, forse, è anche per questo che mi sono decisa a vedere il film: ero curiosa di vedere soprattutto l’interazione tra lui e Max Tortora. Dal mio punto di vista, però, gli equilibri (o gli squilibri) tra i personaggi non si percepiscono, né si coglie l’intesa nata nel gruppo di attori.
Poiché i personaggi sembrano solo delle persone stanche e nervose che si ritrovano poco piacevolmente insieme (a dispetto di una pretesa amicizia), almeno per me, è stato impossibile cogliere il divertimento a cui accennavano gli interessati sul web e nelle interviste promozionali in tv (inizialmente, l’uscita del film era prevista nella primavera del 2020, ma la chiusura dei cinema dovuta alla diffusione del coronavirus COVID-19 ne ha impedito la distribuzione in sala. Nel frattempo, però, era già partita la campagna di marketing, con ospitate degli attori in diversi programmi televisivi).
Infine, esclusa la presenza fisica della ragazza (ostentata in una maniera gratuita e, soprattutto, mai ironica, in un modo, cioè, che non mi sembrava di conoscere nel cinema di Verdone), ritengo inspiegabile il casting di Mariana Falace.

Peccato. Assegnargli questo voto così pesante mi spiace, ma, davvero, questo film mi ha intristita parecchio.

5 commenti

  1. Catoblepa / 14 Maggio 2021

    Ho visto mezz’ora poi ho mollato. Terrificante.

  2. TraianosLive / 14 Maggio 2021

    Da “sono pazzo di Iris Blond”, che reputo ancora un buon film, c’è stato un crollo repentino.

  3. Noloter / 14 Maggio 2021

    @stefania
    spoiler
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    Tra l’altro la “vendetta” ricevuta (che io avevo intuito come tale già dalla scena in cui il collega radiologo fa leggere le analisi di Papaleo a Verdone – e non è che stia dicendo di essere un genio o che, immagino che come me ci siano arrivati praticamente tutti 😛 ) non è neppure occasione di crescita individuale per l’improbabile gruppo (e dico improbabile perchè neppure io, come te, sono riuscito a cogliere qualcosa in grado di rendere credibile il duraturo rapporto tra tutti i componenti, come e perché abbiano legato, in che termini siano effettivamente, ecc), che il cazzeggio sostanzialmente non abbia mai fine e tutti nonostante i capelli bianchi continuino a fare impenitentemente i ragazzini rende fondamentalmente inutile l’intera pellicola. Gli intermezzi dei problemi genitoriali tra Verdone e la figlia sembrano inseriti a casaccio, non si capisce bene come e perchè e che senso abbiano, m’è parsa quasi la bozza accennatissima di un soggetto per un altro film riciclata qui dentro per occupare il minutaggio. Anna Foglietta sprecatissima qui, sarà che mi aspettavo un tipo di personaggio più simile a quelli interpretati o in Mai stati uniti o in Perfetti sconosciuti e invece non è né l’uno né l’altro. Papaleo sa interpretare personaggi seri, ok, questo l’abbiamo capito (anche se in scena mi dà sempre un po’ l’aria di uno non del tutto presente a sé stesso), ma non basta. Tortora praticamente inutilizzato.
    A parte l’inflazionato e prevedibile chi la fa, l’aspetti, cosa vuole raccontare questo svogliatissimo film? Mah…105 minuti di noia.

    p.s.: citi giustamente Amici miei, per me è un paragone in negativo perché non avevo apprezzato neppure lì l’impenitente e ridicola banda di cazzari attempati…anzi, ad essere sincero e consapevole di espormi alla scomunica, quel film lì l’ho trovato davvero odioso 😛

    • Stefania / 15 Maggio 2021

      @noloter: la goliardia può risultare fastidiosa, anche quando non è vissuta in prima persona. Personalmente, in questo film, mi ha urtato il fatto che l’oggetto degli scherzi fosse sempre uno, vessato, letteralmente, dagli altri 3 del gruppo. Amici miei mi piace (anche perché vi percepisco palpabile la “cattiveria” di Germi e Monicelli), anche se i personaggi sono persone con cui, nella realtà, non vorrei mai avere a che fare 🙂

      • Noloter / 15 Maggio 2021

        @stefania
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        La penso esattamente come te, per quanto riguarda questo film; tutti si concentrano sulla vittima del gruppo invece di colpire una volta l’uno e una volta l’altro (ma certo che ci sia una vittima lungamente bersagliata diviene condizione necessaria al coup de theatre) e non mi sembra che si dispiacciano più di tanto per quel che credono stia accadendo a uno di loro, anzi il problema viene rovesciato su sé stessi e diventa il loro – ma è il problema di come dirlo all’interessato, il problema di condividere forzatamente gli stessi spazi, di dover “sopportare” la situazione, senza alcuna empatia (almeno io non l’ho percepita) tant’è vero che non c’è mai il momento in cui gli altri tre dimostrano di apprezzare davvero il quarto per qualche motivo. Mentre in Amici miei almeno le “bischerate” sono rivolte verso l’esterno del gruppo, c’è grandissimo cameratismo e massima intesa lì; cosa che invece nel quartetto verdoniano non ho percepito affatto. Ma certo gli intenti delle due pellicole sono completamente diversi.

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