Recensione su Spider-Man: Far From Home

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Spider-Man: Far From Home
Regia:

Se Spider-Man annoia… / 26 Maggio 2020 in Spider-Man: Far From Home

Non avrei mai pensato di annoiarmi con un film di Spider-Man. Ma, ahimé, è successo con Far Form Home. Eppure, Homecoming mi era piaciuto un sacco. Per non parlare di Un nuovo universo, stra-wow.
Fermi, premessa: non sono una fan dei film Marvel. A proposito di Peter Parker, poi, non ho mai visto il terzo film di Raimi, né quelli con Andrew Garfield. E, per quel che riguarda gli Avengers, sono ferma da anni anni e anni al primo Iron Man, poi sono zompata d’un botto al primo Captain America, indi stop, allora figuriamoci se m’intendo della materia.
Quindi, ciò che, forse, non mi ha permesso di godere del tutto di questo film è il fatto che mi sia sembrato troppo connesso a Infinity War, Captain Marvel ed Endgame (per esempio, cosa volete che ne sappia, io, cinematograficamente parlando, di Nick Fury?). Ma io non c’ho testa di entrare nelle continuity, proprio m’annoia l’obbligo di ragionare per saghe (così lunghe, poi).
“Fatti tuoi”, direte voi.
E avete ragione.
Ma resta il fatto che, a differenza di Homecoming, che era una finta ripartenza, a prescindere dal concetto di reboot, dal punto di vista narrativo questo Far from Home è un calderone manicheo di cliché (c’è pure il villain che parla da solo e fa gli spiegoni), inventa poco, è inutilmente lungo. Occhio: i cliché di cui mi lamento li ha praticamente inventati la Marvel, è tutto tutto tutto in pieno stile Marvel, questo film è la perfetta messinscena di ciò che la Marvel ha costruito in decenni e il fandom non può che esserne soddisfatto.
Ma, ouh, evidentemente, io mi sono pure stufata dei balbettii dei super-adolescenti in love e dei cattivoni frustrati.

In sostanza, del film salvo poco, neppure le scene d’azione, ché io, qui, aaawwwwwn più volte.
Sicuramente, promuovo il lavoro di casting. Perché Tom Holland, Zendaya & C. sembrano nient’altro che incarnazioni dei loro corrispettivi nei comics. Hanno espressioni del viso e movimenti del corpo che sembrano prese a forza dai migliori fumetti Marvel, sono davvero perfetti.

10 commenti

  1. Alicia / 27 Maggio 2020

    Sono pienamente d’accordo . Per quel che mi riguarda gli Spider Man di Raimi erano di tutt’altro spessore, anche per come gestiva lo spazio e spettacolarizzava le imprese di Spider- man. Qui è tutto appiattito dal punto di vista dell’azione. Credo che il problema del film principale sia che la Marvel sia troppo selettiva con la fascia di età a cui si rivolge, recintando il film per un pubblico di adolescenti, limitando molto il tutto, rendendolo troppo leggerino, al limite del ridicolo. Oltrettutto la serializzazione così drastica fa sì che noi, adulti magari semplicemente fan di Spider man, non ci capiamo assolutamente nulla.
    Si capisce palesemente che nel trailer volevano far credere ai fan una cosa, e che poi nel film l’abbiano smentito dopo metà, con lo spiegone più ridicolo della storia, fortunatamente Jake è un ottimo attore, altrimenti sarebbe stato proprio brutto a vedersi. (per quanto lo stesso discorso vale per il cattivo di Homecoming, scritto con i piedi ma interpretato da un attore di grande carisma)
    Poi tutta quella parte che tutti i poteri del signor Stark siano stati rinchiusi in un paio di occhiali, cioè veramente, era la cosa più ridicola che si sia mai sentita.
    Consigliatissimo invece è un Un nuovo universo, che non ha queste fasi, e non si muove in questi spazi angusti, e che soprattuto gioca con gli stereotipi senza trasformare tutto in una baracconata e che omaggia l’unico Spider Man cinematografico degno di menzione, quello di Raimi. (Il terzo era brutto, si, ma comunque decoroso, perlomeno dal punto di vista della regia)

    • Noloter / 27 Maggio 2020

      @alicia Gli stessi difetti di cui parli te, personalmente li ho trovati anche nei vari X-Men. Dopo i primi due inarrivabili (X-2 soprattutto) di Brian Singer…l’abisso.
      @stefania@alicia E’ che l’approccio ai cinecomics è cambiato, per come la vedo io. Prima (inizio XXI secolo) erano una cornice per affrontare tematiche di un certo spessore. Ora sono un pretesto per sfoggiare CGI fine a sé stessa e fare baccano, in certi casi rincorrendo anche ad una serializzazione così spinta da rendere quasi inappropriato il mezzo cinematografico e più idoneo, semmai, quello televisivo (diciamo così, che ormai i serial per la TV vera non ci passano quasi più).

  2. Alicia / 28 Maggio 2020

    La saga di X-Man era partita col botto, l’ho scoperta con X-man l’inizio e mi ero recuperata anche gli altri, certo dopo l’Inizio, ultimamente non riesce proprio ad azzeccare un film. Il problema è anche che tra diritti e progetti non realizzati, si sente la mancanza di una testa che dia unità al tutto, cosa che almeno la Marvel ha attraverso Kevin Feige.
    Credo che prima i cinecomics fossero lasciati maggiormente sotto controllo degli autori, permettendo anche grandi cose come Spider-Man 2 e X-Man 2. Anche in quei casi poi interveniva la produzione a tagliare le gambe, portando tra l’altro Raimi a fare i casini veri con Spider-Man 3 che soffriva molto le imposizioni esterne, e X-man Conflitto finale dopotutto era un buon film, ma deludente. Però ecco c’era il rischio ancora nella produzione di quei film. Credo che invece la Marvel non rischi nulla, faccia l’errore di costruire i film con dei parametri allucinanti. Hanno tutti una durata media di due ore, hanno tutti un cattivo estratto dai fumetti che non si rivela mai davvero cattivo o che è stato indirettamente creato da Tony Stark , e la sceneggiatura è sempre forzata a inserire tot esplosioni, tot battute, e una spolverata di significato politico che fa da foglia di fico per coprire dei film anche tecnicamente ben fatti, ma che non lasciano niente in fin dei conti dal punto di vista emotivo (Per Black Panther erano i conflitti razziali e per Infinity War la sovrappopolazione). Se si va a scavare un pelo sotto ci si rende conto che le sceneggiature funzionano, ma che sono scritte in tempi brevissimi e con degli standard che limitano molto la creatività. A una prima visione funzionano anche, per carità, ma nessuna inquadratura vale quanto mezzo fotogramma di Spider-Man 2 in cui Doc Oc si risveglia, quello era puro cinema.

    • Noloter / 28 Maggio 2020

      @alicia io boccio anche L’inizio ma è una questione mia. Per me già X-Men 3 è sotto i livelli qualitativi dei primi due. Tra l’altro X-Men 3 senza Singer si è allontanato dall’idea che ne aveva lui (si intuisce che il focus era incentrato, per Singer, sul percorso di Wolverine del tutto abbandonato in X-Men 3, e ricordo come Singer lamentasse la morte di Ciclope nei primi minuti di film e lo stravolgimento della sua idea di Jean/Fenice). Certo a confronto con i successivi (anche Giorni di un antico passato col ritorno di Singer non ha niente a che vedere con il “primo ciclo” qualitativamente) X-Men 3 è nettamente sopra. Ovviamente dal mio personale punto di vista. Parlo di tematiche, di dialoghi, di inquadrature.
      Robe che ho trovato anche negli Spiderman di Raimi, e che come stiamo dicendo entrambi si è persa via via con successivi reboot influenzati dallo stile Avengers che ormai ha fatto scuola in questo ambito.
      E’ che, per come la vedo io, mentre i primi cinecomics erano intesi come indirizzati ad un certo pubblico, poi li si è voluti rendere il più generalisti possibili e fruibili da chi di Marvel&Co. non ha mai sentito parlare (ma io, all’epoca di X-Men 1 sì e no avevo visto la serie animata in TV e sfogliato degli albi), in modo da renderli ancora più redditizi (non me ne sorprendo e non me ne scandalizzo, è un business come tutti gli altri). Molta azione, poca introspezione, più effetto visivo e meno contenuti. Per me i contenuti contano parecchio, specialmente se non banali.
      Perdonami se parlo ancora di X-Men ma cinematograficamente sono più ferrato su questo franchise supereroistico che sugli altri; quello che ho detto, l’ho notato molto confrontando i primi tre X-Men e i successivi, i primi erano molto parlati, erano ricchissimi di scene dialoghi, la narrazione era portata avanti in questo modo, mentre in quelli più recenti dominano le scene di azione, gli scontri campali, esplosioni, chiasso, effetti speciali e gag (ecco, forse l’unico difetto dei primi cinecomics era il prendersi troppo sul serio).

    • Noloter / 28 Maggio 2020

      Ok, insomma, ho scritto tutto questo papirone di roba per dire che sono d’accordo con te, ecco 😛

  3. Stefania / 29 Maggio 2020

    @alicia @noloter: ironia della sorte, per quel che può valere, sia per Spider-Man (di Raimi) che per X-Men (di Singer), all’epoca, partii (non intenzionalmente) sempre dal secondo film! E ne rimasi colpitissima, tanto da recuperare con entusiasmo il primo capitolo di entrambi i cicli. Per me, questo è indice di ottimo intrattenimento e buona scrittura. Con Homecoming, mi ero sentita quasi altrettanto elettrizzata, anche per merito di Holland (che, per me, è tanto Spidey quanto Hugh Jackman è Wolverine, per intenderci).

    • Noloter / 29 Maggio 2020

      cit. “Per me, questo è indice di ottimo intrattenimento e buona scrittura.
      Esattamente!
      Per quanto riguarda gli Spiderman di Holland, li ho visti a spezzoni durante i passaggi televisivi (forse solo uno, mi sa) e non ne sono rimasto entusiasta; sarà che Holland non riesce a convincermi del tutto per qualche motivo, sarà anche l’aggiunta dell’amico/spalla e l’influenza Avengers a distrarmi dalla caratterizzazione del personaggio…boh.

    • Noloter / 29 Maggio 2020

      E’ che poi, io, Peter Parker l’ho inteso sempre come un tipo nerd, sì, ma non di quelli cool (da XXI secolo) alla Holland, per capirci, ma più introverso ed effettivamente “sfigato” alla Maguire, insomma. Però mi rendo conto che dovendo vendere un prodotto bisogna pure adattarlo alla clientela e che i tempi sono cambiati.

  4. Alicia / 29 Maggio 2020

    Il mio rapporto con lo Spider Man di Raimi è sempre stato conflittuale. Guardavo il cartone animato, dove Spider-Man era bello e muscoloso, e mi ritrovo al film un Tobey Mcguire disagiatissimo che insegue disperatamente l’autobus. Mi ha sempre dato fastidio. Detestavo il fatto che Mary Jane fosse così passiva e che Peter fosse così incantato. Poi vabbè mi faceva paurissima Willem Dafoe, più senza maschera che travestito, santo cielo.
    Solo poi ho capito il grande lavoro che ha fatto Raimi, rendendo la sofferenza del bullismo che subisce Spider-man, ma anche decostruendo l’eroe tradizionale, il super-eroe che sa fare tutto. Le scene che ha girato, come quella del bacio a testa in giù, sono entrate di diritto nella storia del cinema. Mentre Holland più che nerd è geek, è anche adatto a Spider-man per carità, il problema non è lui, anzi, ha carisma, solo rimane tutto troppo leggero, senza lo spessore che ha in effetti Spider Man, ma questo non dipende dall’attore. Anche i suoi poteri, non sono niente di che alla fine, fa tutto la tuta, un po’ bislacca come cosa, i poteri scelgono la persona adatta a portarli, sono un dono, non un privilegio, c’è un qualcosa di soprannaturale in loro e soprattutto, sono una cosa che porta dolore, per cui si soffre. Tutto questo è stato azzerato per fare contenti i bimbi, ma così sono buoni tutti.

  5. Stefania / 29 Maggio 2020

    @alicia @noloter: fisicamente, per me Spider-Man non ha grandi muscoli, l’ho sempre identificato con quello della serie a cartoni degli anni Settanta che aveva qualche curva sui bicipiti e poco più. Trovo che Holland sia perfetto per il ruolo, non tanto per le caratteristiche “young” che deve incarnare, quanto per il fisico “acerbo” ma scattante e per le caratteristiche e la mobilità del volto: naso, occhi, bocca, capelli sembrano disegnati proprio dai fumettisti Marvel. La piegolina sopra le narici, la forma degli occhi, i movimenti delle labbra… Idem per Zendaya, per esempio.

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