Recensione su The Fighter

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7 Marzo 2011

(Se ci fossero i mezzi voti, questo sarebbe un sette e mezzo!)

Banale dirlo, tant’è… lo dico!
La boxe come metafora della vita.
Ammettiamolo: non c’è storia legata a questo sport che non abbia dignità ed afflato eroistico.
The fighter, quindi, non manca all’appello.
Qui, sono due i pugilatori che hanno qualcosa da raccontare: due fratelli dal cognome diverso (stessa madre, diverso padre), circondati da una famiglia… anzi, da un clan tutto femminile, di origine irlandese, con pregi e (tanti) difetti connessi.
Dicky ha messo al tappeto (o l’avversario è solo scivolato?) Sugar Ray e poi si è rovinato la carriera, tra crack e illusioni.
Micky ha lavorato sul proprio corpo con costanza, ma i risultati sul ring non sono mai stati convincenti.
Piano piano, questi prende coscienza delle circonvenzioni psicologiche che la madre e il fratello hanno operato nei suoi confronti negli anni e si dà una svegliata: ora o mai più.
The fighter non scivola nel white trash per un soffio e avvince alla poltrona con un dramma emozionante (e un po’ retorico) in cui la speranza, come la lotta sul quadrato, è l’ultima a morire.
Testa-corpo, testa-corpo ed esci dal cinema con i pugni serrati ed un sorriso entusiasta sulle labbra.
Wahlberg in partissima, Bale gigioneggia, si acciglia, si adombra e si rasserena meravigliosamente, la Adams si muove sincera (e viva viva viva la ciccetta sui fianchi e la cellulite sulle cosce immacolate!).
Notevole colonna sonora, con Whitesnake, Zeppelin e (ouh ouh ouh!) gli Stones di Can’t you hear me knockin’?
Preghierina della sera: vorrei che Adriano Giannini non doppiasse più alcun film, finché non si scioglierà un po’! E’ legnoso come un bacco da scopa!

1 commento

  1. Daniele / 12 Marzo 2011

    Antico proverbio cinese:
    “Se nel mezzo del sentiero 7 e mezzo incontri il dubbio del bivio, fra il sette e l’otto, scegli il cammino che fa rima con biscotto”.
    Ciao Ste! 😉

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