Non male finora. / 22 Marzo 2019 in Il nome della rosa
Ricreare cinematograficamente un romanzo per me immenso come questo è sempre molto difficile e devo dire che il risultato finora è stato abbastanza soddisfacente, scenografie imponenti, fotografia molto suggestiva e costumi bellissimi.
John Turturro nella parte di Guglielmo non fa rimpiangere Sean Connery(sui social già è nata una sfida tra i due), così come il giovane attore che interpreta Adso non sfigura davanti a Christian Slater.
Ancora è tutto da vedere però sembra sia partita bene.
Recensione da Oscar
Io mi sono fermata al primo episodio, più che altro per motivi di tempo (che è sempre poco, gosh!).
Però, en passant, mi sono domandata perché la produzione non abbia osato fare qualcosa di rivoluzionario, di veramente azzardato. All’epoca in cui sono ambientati i fatti, la lingua che accomunava genti diverse era il latino. Sarebbe stato fan-ta-sti-co far parlare tutti i personaggi appartenenti al clero in latino trecentesco, gli altri in volgare e sottotitolare la serie. Ok, sarebbe stato un azzardo stratosferico. Ma, secondo me, sarebbe stato un esperimento filologico strepitoso.
Ne Il primo re, Matteo Rovere ha fatto parlare protolatino a Romolo e Remo con risultati fantastici. Personalmente, qui, non mi sarebbe dispiaciuto vedere uomini di Chiesa provenienti da tutta Europa esprimersi nell’unica lingua che, ancora adesso, permette agli ecclesiastici di comprendersi a prescindere dalla nazionalità 🙂
Concordo, sarebbe stata una scelta azzardata ma strepitosa quella di usare il latino (esperimento tra l’altro perfettamente riuscito ne “Il primo re”).