Recensione su La leggenda del cacciatore di vampiri

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Un film girato malissimo / 5 Marzo 2018 in La leggenda del cacciatore di vampiri

Il film sarebbe anche divertente: l’idea di Abramo Lincoln come cacciatore di vampiri è abbastanza originale da sostenere l’attenzione dello spettatore (anche se a due terzi della pellicola mi è venuto l’impulso di vedere se mancava ancora tanto – che per un film d’azione non è mai un bel segno). Il problema è che il film è girato veramente male. Per esempio, la vera natura di uno dei protagonisti, che dovrebbe costituire uno dei momenti drammatici della trama, viene introdotta da una frase ambigua di un altro personaggio, che di per sé non significa nulla di preciso. Nell’inquadratura successiva ecco che quel protagonista ci si rivela per quello che è: così, di punto in bianco, senza transizione, senza nessuna delle convenzioni cinematografiche cui siamo abituati – chessò, una figura di spalle vagamente familiare che lentamente si volta e, sorpresa!, si svela per chi non sospettavamo fosse. Convenzioni magari stucchevoli, ma che esistono per una valida ragione.
Altro esempio: l’ambiguità di un altro protagonista viene suggerita non dalle sue azioni – un atteggiamento furtivo, un discorso a doppio senso – ma dalle occhiate malevole che lancia inopinatamente e di punto e in bianco ad altri personaggi (con cui poi in una scena successiva ride e scherza spensieratamente, lasciandoci disorientati); si converrà che questo è un modo davvero grezzo per instillare il dubbio nello spettatore.
Qualche scena sfiora la comicità involontaria, come nel confronto molto sbrigativo tra la moglie del presidente (Mary Elizabeth Winstead) e la vampira. Infine, gli effetti speciali sono quasi sempre di livello assai basso; il film, grazie anche alla onnipresente atmosfera corrusca, finisce per assumere così un aspetto di cartapesta che ne deprime ulteriormente la qualità.

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