To the Wonder

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To the Wonder

Dopo essersi incontrati e innamorati a Parigi, Marina e Neil vanno a vivere in Oklahoma. Neil è certo di aver trovato la donna della sua vita: Marina, di origine ucraina, è bella, piena di umorismo e madre divorziata di una bambina di 10 anni, Tatiana. Presto, nella coppia, sorgono problemi: nella piccola comunità americana in cui lei e Nick si sono trasferiti, Marina si sente in trappola e cerca consiglio da un altro espatriato, un prete cattolico di nome Quintana, che dubita della propria vocazione. Intanto, Neil incontra Jane, un'amica d'infanzia. Marina decide di tornare in Francia con sua figlia. Neil si trova diviso, combattuto tra le due donne.
Andrea ha scritto questa trama

Titolo Originale: To the Wonder
Attori principali: Ben Affleck, Olga Kurylenko, Rachel McAdams, Javier Bardem, Tatiana Chiline, Romina Mondello, Tony O'Gans, Charles Baker, Marshall Bell, Casey Williams, Jack Hines, Paris Always, Samaria Folks, Jamie Conner, Francis Gardner, Gregg Elliott, Michael Bumpus, Lois Boston, Danyeil Inman, Bobby Davis Horsley, Wigi Black, Ashley Clark, Terry York, Darryl Cox, William Riddle, Russell Vaclaw, Kenneth Woodhams, Amy Christiansen, Brian Christiansen, Emma Johnson, Bruce Peabody, Tamar Baruch, Michael Anderson, Darren Patnode, Shane Brown, Dan Corley, Ginger Gilmartin, Fritz Green, Tom Macdonald, Scott Mason, Doug Van Liew, Cassidee Vandalia, Billy Wade, Mostra tutti

Regia: Terrence Malick
Sceneggiatura/Autore: Terrence Malick
Colonna sonora: Hanan Townshend
Fotografia: Emmanuel Lubezki
Produttore: Nicolas Gonda, Jason Krigsfeld, Sarah Green, Glen Basner, Joseph Krigsfeld
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Romantico
Durata: 112 minuti

Dove vedere in streaming To the Wonder

Insopportabile. / 16 Febbraio 2016 in To the Wonder

E, stavolta anche esteticamente, meno fascinoso di The Tree of Life.

29 Gennaio 2014 in To the Wonder

Il linguaggio impressionistico di Malick diventa ridondante davanti ad attori poliglotti che cercano sterilmente di recapitare un messaggio universale costellato di brevi insegnamenti e aforismi pasticciati e nebulosi. La catarsi naturale e sincera di The Tree Of Life, qui semi inesistente, è sepolta da personaggi oscuri e meccanici e da una sceneggiatura impenetrabile, che sfocia nella noia e nell’insofferenza.

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13 Novembre 2013 in To the Wonder

L’ultimo lavoro di Malick mi ha annoiato. The tree of Life veicolava un messaggio diverso e sebbene procedesse in maniera piuttosto simile a questo To the wonder aveva un suo senso e un suo significato. Questo no.
La storia d’amore tra i due protagonisti (Ben Affleck stavolta non si può proprio vedere…e pensare che non ha una battuta da pronunciare) si svolge banalmente e procedere infilando una serie di clichè piatti e usurati.
La sensazione è che Malick abbia voluto proporre un altro film (tralaltro a pochissima distanza dal precedente, una sorta di record per un uomo che ha diretto 5 film in 40 anni) girato con la stessa modalità di The tree of Life. Anche in questo caso sembra che parte della storia affondi le radici nel personale ma stavolta l’esito è diverso: non colpisce, non aggiunge nulla, non incanta e non si rinnova. Il personaggio di Bardem, che dovrebbe avere un peso e uno spessore ben maggiori viene tratteggiato banalmente, le sue motivazioni sembrano davvero futili.
Il meccanismo scricchiola ad ogni inquadratura e la bellezza della natura rischia di diventare solo un’immagine da cartolina se non adeguatamente sostanziata. L’amore che ci ama è Dio, questo era già emerso in the Tree of Life: riproporre lo stesso concetto in una storiella d’amore da commediucola non è più sufficiente.

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30 Settembre 2013 in To the Wonder

La magia di Malick si ripete film dopo film. To The Wonder è il racconto frammentario, volubile e concreto di un amore. Se l’amore era parte di un più grande disegno in TTOL, qui quel pezzettino importante viene ampliato ed esplorato al modo di Malick e cioè con la capacità sopraffina di rendere piena di grazia ogni immagine, ogni gesto, la violenza e l’amore, la natura e la civiltà umana.
Più concreto rispetto ad altri suoi film, contemporaneo e in fondo dalla trama semplice, è un carosello di vissuti e immagini toccanti, intime e esteticamente appaganti; il film di Malick va in definitiva vissuto allo stesso modo in cui Marina si immerge nella piscina dove scrive sull’acqua parole non dette ( e la bellezza di questa sequenza è indimenticabile).
Olga Kurylenko danza sinuosa per la maggior parte della pellicola e insieme alla marea di Mont Saint-Michel rappresenta il balletto d’amore dei protagonisti: lei, lui-Ben Affleck ( in questi casi perfetto per i ruoli introversi e rigidi) e l’altra, Rachel McAdmas, che inquadrata e diretta da Malick perde quel profilo da american blondie e splende di rosso vestita in un campo di grano. Di contorno e poi più intrecciata è la storia di Padre Quintana- Javier Bardem, che ritrova forse la fede nell’atto concreto e non nei dogmi recitati da un altare. Amore-fede in in flusso di coscienza cadenzato da rari dialoghi che lasciano spazio ad un racconto più carnale del solito, sensuale, ancora una volta debitore ad una natura co-protagonista fotografa magnificamente e concluso sottilmente, con l’immagine-simbolo del ciclo di vita dei protagonisti.
Opera meno “epica” di The Tree of Life, ma non meno intensa nel suo spazio circoscritto.

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10 Luglio 2013 in To the Wonder

Son contro all’indagine su se stessi perpetuata senza sviluppo. Il cinema di Malick è un cinema dell’immagine, decostruttivo se vogliamo, con sintassi completamente estranee alla Hollywood conosciuta. Nonostante questo, il regista qui compie evoluzioni che sembrano perdere di profondità e introspezione. Lo si può notare subito da un particolare: la donna. La donna in The Tree of Life, rappresentata dalla Chastain, ha una bellezza introflessa, pacata e intima. Di tutt’altro avviso sono, in questo film e per scelta del regista, Olga Kurylenko e Rachel McAdams, bellissime si, ma invadenti, esplicite, mai nascoste. Questo modo di essere sembra trasferibile all’intera pellicola, che poco approfondisce e regala risposte mute di immagini che non hanno l’effetto trasognato e trasognante del film precedente. Parliamoci chiaro: il confronto tra le due pellicole ultime di Malick è d’obbligo e se nella precedente la domanda era la creazione del tutto, e il viaggio era di una profondità e poesia spiazzante, il tema di questo ultimo è l’amore, e già di per se si cade in terreni in cui porsene una domanda è cosa sproporzionata, che può apparire ridicola, come in alcune scene, peraltro di vecchia fattura, di svolazzante carisma. L’opera risulta intrisa di soggettivismo che non dovrebbe essere sottoposto a giudizio, cosa impossibile se ci si crea un film sopra. Saranno i pochi affini a beneficiarne.

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