Recensione su Una giornata particolare

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Io non credo che l’inquilino del sesto piano sia antifascista, semmai il fascismo è anti-inquilino del sesto piano! / 10 Ottobre 2016 in Una giornata particolare

Una sceneggiatura interessante (a cui collabora anche Maurizio Costanzo) che affronta il tema della donna, degli omosessuali e in generale della vita ai tempi del fascismo. Ma è anche una delicata storia di una passione effimera e impossibile.
Due personaggi caratterizzati ottimamente e interpretati da due degli attori più celebrati del nostro cinema, entrambi non più giovanissimi ma in splendida forma.
Antonietta rappresenta la castigata donna fascista, ignorante suo malgrado, che cerca una bovaristica evasione da una quotidianità che accetta pienamente (insieme all’infelicità che ne deriva) senza che altrettanto faccia il suo inconscio.
Gabriele è l’intellettuale omosessuale disilluso, che cerca di ritrovare un interesse per la vita nelle piccole cose (macinare il caffé, il monopattino), per tornare poi alla sua rassegnata condizione di malinconia per l’imminente invio al confino.
Ettore Scola passa dalla commedia al drammatico, con una regia intima e pulita, in un contesto praticamente teatrale.
Numerosi piani sequenza, tra cui quello memorabile iniziale del risveglio mattutino, con la macchina da presa che rimbalza dolcemente tra le stanze dell’appartamento di quell’anonimo palazzo popolare.
Un lungo estratto da un cinegiornale d’epoca precede l’inizio della pellicola vera e propria.
L’ingegnosa idea della radio che trasmette la cronaca dell’evento che si sta tenendo in città permette di connotare la pellicola in senso fortemente storico e insieme di accompagnare le azioni dei protagonisti riempiendo i vuoti che altrimenti si sarebbero creati (ma che, vista l’intensità espressiva dei due attori, probabilmente non avrebbero comunque sfigurato).

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