Recensione su L'ultimo metrò

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Il regista in cantina / 5 Maggio 2015 in L'ultimo metrò

Voilà mon Truffaut! Ecco il colpo giusto che cercavo, calibrato come la palla di biliardo sul panno verde. Il cinema che racconta il teatro, un’operazione che mi affascina per le numerose implicazioni sceniche che comporta; come recentemente è accaduto con il bellissimo Birdman di Iñárritu, segui la storia dei personaggi in un continuum tra il palco e il dietro le quinte, che spesso si fondono magicamente. Un dietro le quinte che diventa un “sotto” le quinte, la cantina del teatro ‘Montmartre’ dove si nasconde e opera segretamente il regista ebreo Steiner, deus ex machina clandestino nella Francia occupata interpretato da un perfetto Heinz Bennent. Una storia che coinvolge e si dispiega con originalità tra colori brillanti, dove primeggiano la charmante Catherine Deneuve e un esuberante Gérard Depardieu, in cui Parigi è fasulla e magica come un fondale, tutta la luce si concentra negli interni tra palco, poltrone, tendaggi, scale. Tutto è recita, con applauso finale liberatorio.

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