Recensione su Miss Violence

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26 Gennaio 2015

La crisi economica della Grecia si riverbera in questo filmetto che vorrebbe ispirarsi alla scuola di Haneke ma che non arriva nemmeno a sfiorare i livelli del regista austriaco.
L’intensità e la drammaticità che si nascondono sotto la storia di Amour o il riferimento alla brutalità storica messa in luce in Il Nastro bianco rimangono scolpite in chi guarda ma in questo Miss Violence la violenza psicologica non trova alcuna dimensione, nè catartica nè esplicativa.
Miss violence è solo una pellicola intricata, eccessivamente lenta, nichilista e perversa nel modo in cui sottolinea la capacità vessatoria del suo protagonista maschile. La confusione di ruoli volutamente generata non aiuta di certo la visione e se vuole, nelle intenzioni del regista, costituire uno dei cardini della trama, in realtà sbaglia in pieno il bersaglio.
La domanda rimane una sola: perchè? che senso ha tutto questo? e nessuna risposta giunge in maniera convincente. E allora che farsene di un film così?

1 commento

  1. rust cohle / 22 Luglio 2020

    Cosa intendi con “che senso ha tutto questo”, non parlo di Haneke perché è un autore che ancora mi manca però è normale che tutti si ispirino a qualcuno, voglio dire se questo è un film brutto allora vorrei vederne di più di questi film brutti. Sono d’accordo con te che non sia un capolavoro ma è senza dubbio un buon film, la tecnica se non altro c’è.

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