Recensione su La foresta dei pugnali volanti

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Poesia orientale / 26 Maggio 2013 in La foresta dei pugnali volanti

La straordinarietà di Zhang Yimou sta nell’aver saputo portare l’essenza della tradizione orientale in occidente, remando contro alla smania di occidentalizzarsi che pervade la cina in questa età contemporanea. Non si limita però ad un mero trasporto dei valori orientali, ma ci permette di assaporarne le più intime riflessioni e poter sentire quella filosofia incredibile che ancora oggi ci ammalia. Tutto nei film di Zhang è costruito alla perfezione, si potrebbe dire che ogni ramoscello che cade è scritto, coreografato. E il risultato è un’opera d’arte che riesce a far propria la tecnica per esprimere valori, tradizioni, sentimenti e ancora di più la natura umana. Si potrebbe elogiare qualsiasi reparto di questo film, dalla scenografia preziosissima come in pochissimi altri film, alla colonna sonora a dir poco magistrale, e una sceneggiatura che è un capolavoro: personaggi che non sono ciò che sembrano, che si svelano pian piano e che mutano nell’arco dei 120 minuti, creando risvolti che sono poesia pura. E il finale è ciò che ci parla, dove tre individui diventano assoluti protagonisti e il sentimento è il vero soggetto, l’unico protagonista di una poesia orientale.

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