Recensione su Come un tuono

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16 Aprile 2013

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Fondamentalmente all’inizio c’è quello che tutti vogliono da questo film, cioè Ryan Gosling vestito con magliette rattoppate e giacche rosso-pelle zarre che va in moto e fa il figo. Poi c’è anche chi si aspettava il seguito di Blue Valentine, ma io mi ero scordato che il regista fosse lo stesso, per cui il problema non si è posto.
C’è Ryan, che si chiama Luke “il bello”, che va con la fiera a fare quello che gira nella gabbia delle moto insieme a due messicani tozzi. E non serviva essere Ryan per essere “i belli”, rispetto a loro. Comunque, in questo mondo dove i poveracci son tutti molto fichi, gli si ripresenta Eva Mendes/Rom (non che sia rom, è messicana ma si chiama Rom-ina); è poveraccia anche lei, e si scopre che c’è un figlio dei due, nato verosimilmente da una sveltina quando i baracconi erano passati in città l’anno scorso. Chissà perché nei film non è mai il padrone del bruco mela, quello a cui capitano di queste cose. Luke è tatuato tutto, con tanto di coltello piangente accanto all’occhio, ha magliette e pantaloni (coi teschi) scandalosi, e decide di fermarsi in città per stare vicino al figlio. Ma Rom si è messa con un tipo, che è nero e si chiama coffee, ma spero di aver capito male io 😀 e Luke non sa inventarsi altro che mettersi a rapinare banche, per cercare di riprendersi la famigghia. Non ne fa una giusta–> è stupido, lo prendono e lo sparano (sì, proprio così). A sparargli è un poliziotto del tutto scemo, che tu hai un rapinatore armato e chiuso in una casa vuota e che fai, mica aspetti rinforzi, eh no, sei da solo ma entri e gli spari. Jolly good! Questo policeman, Avery, prende il testimone del protagonista. Con l’aiuto del padre, fa venire a galla il marcio che c’è nella polizia locale (nel marcio troviamo anche il sempre sia lodato Ray Liotta, onore!). Improvviso balzo temporale, siamo 15 anni dopo, Avery sta per diventare procuratore generale, o distrettuale, o quel che cacchio è. Il figlio, che prima aveva tipo un anno, ora ne ha sui 17, la faccia da maiale e il fisico da cinghiale. Insomma, proprio un frugoletto. Ed è pure testa di ca**o. A scuola chi volete che incontri? Il figlio di Luke, Jason, e si fanno arrestare in continuazione. Perché è un film popolato da linci. Jason scopre chi è il papà del suo amico, vendetta tremenda vendetta, ti sparo, perdonaminonvolevo, piango, rinuncio e me ne vado. Finale con Jason che si compra una moto, come papà “il bello”, e a cavallo di detta moto se ne va a ovest. Lonely cowboy in fuga dal passato.
Mi pare tanto uno di quei film in cui si debba venire a patti, e ci si può riuscire ma anche no. Se ci si riesce, si accetta che sia una storia intergenerazionale, di padri e figli americani stupidi, piccoli esseri umani ma che la vita, o la trama, ha portato a vivere grandi emozioni; e queste emozioni, accettata la dinamica che le accende, sanno trasmettersi a chi guarda. Però, appunto, bisogna aver accettato i comportamenti tra l’idiota e lo stupido di, uhm, tutti! Luke fa rapine in banca seguendo dei piani idiotissimi, Avery è un cretino che non sa da che parte è girato, tranne diventare improvvisamente Machiavelli nel momento del bisogno. Il cinghiale-figlio è stupido senza un domani, la bandiera sventola nell’inquadratura finale e così via, sempre un altro orizzonte verso cui tendere. L’importante, per questi personaggi, è quello che si prova, non quel che si fa, e tutti pagano il conto.
Però seriamente, come fanno a dominare il mondo, questi qui?

2 commenti

  1. Funnyface / 16 Aprile 2013

    @tragicomix “Chissà perché nei film non è mai il padrone del bruco mela, quello a cui capitano di queste cose” sono piegata in due dal ridere 😀 chissà non si sa mai…sempre che il padrone del bruco mela lo facciano fare a Ryan G.

  2. tragicomix / 17 Aprile 2013

    @funnyface, voglio vederlo, il padrone del bruco mela, a fare le rapine in groppa al bruco mela! 😀 sarebbe un gran protagonista

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