Recensione su Matrix Resurrections

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Matrix ai tempi dei social media / 6 Gennaio 2022 in Matrix Resurrections

La risurrezione operata da Warner Bros. ( e da Lana Wachowski ) al franchise Matrix è, come la maggior parte dei progetti attuali in ambito cinematografico, figlia di quella nostalgia che attanaglia il nuovo millennio, e che, come uno spettro, riecheggia nel presente.
L’intento, sin dai primi minuti proiettati, è quello di riportare in auge un genere, che per quanto avveniristico, era figlio di quel tempo, di quel pezzo di storia che volgeva al termine e che anelava al cambiamento.
Il primo capitolo, con quel ‘’J’accuse’’ filosofico, e quasi metafisico, di stampo cyberpunk, il cambiamento lo aveva portato, perdendo poi nel prosieguo il suo obiettivo, la sua vera identità. Identità che questa pellicola smarrisce del tutto, scimmiottando quello che era in principio.
A livello narrativo ( e grafico ), siamo dinanzi a una sorta di mise en abyme elegiaco, dove il melodramma si riflette nella sua reduplicazione, con la differenza che appare man mano sempre più superficiale e poco incisivo.
L’idea di Matrix si sgretola sotto il peso di una sceneggiatura scialba, che è molto attenta, si, a ritrarre la società attuale, ma che non pone l’accento sulle tematiche che hanno reso celebre la saga, lasciando che l’ironia, da sola, sbrogli quell’intreccio di vite, dati, cellule ed esperienze che costituiscono la matrice.
Tuttavia, l’intrattenimento è assicurato.

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