Noi credevamo

/ 20106.671 voti
Noi credevamo

Il film, ambientato nell'Ottocento, ripercorre il Risorgimento italiano e i momenti che precedono e consacrano l’unità d’Italia. I protagonisti sono tre uomini del Sud: Angelo, Domenico e Salvatore. Attraverso i loro punti di vista e le loro vicende di affiliati alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini, si snoda il racconto.
jossi ha scritto questa trama

Titolo Originale: Noi credevamo
Attori principali: Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi, Andrea Bosca, Edoardo Natoli, Luigi Pisani, Guido Caprino, Renato Carpentieri, Michele Riondino, Peppino Mazzotta, Franco Ravera, Stefano Cassetti, Andrea Renzi, Ivan Franěk, Roberto De Francesco, Toni Servillo, Luca Barbareschi, Fiona Shaw, Luca Zingaretti, Anna Bonaiuto, Alfonso Santagata, Fulvia Carotenuto, Pino Calabrese, Beppe Rosso, Ivan Alovisio, Paolo Mazzarelli, Roberto Accornero, Emiliano Masala, Bruno Cariello, Renato Marotta, Enzo Salomone, Edoardo Winspeare, Antonio Pennarella, Giovanni Capalbo, Francesco Di Leva, Carlo Guitto, Giovanni Ludeno, Antonello Cossia, Totò Onnis, Salvatore Cantalupo, Luigi Biondi, Vito Facciolla, Giancarlo Muselli, Marco Mario De Notaris, Michelangelo Dalisi, Claudio Spadaro, Nuccio Siano, Lola Peploe, Romuald Kłos, Vanessa Faye-Stanley, Beppe Chierici, Francis Pardeilhan, Claude Lebas, Pierre Lucat, Dante de Rose, Giovanni Calcagno, Vincenzo Pirrotta, Salvatore Ragusa, Gino De Luca, Paolo Civati, Rocco Capraro, Massimo Zordan, Filippo Plancher, Jurij Ferrini, Pietro Manigrasso, Giancarlo Judica Cordiglia, Mostra tutti

Regia: Mario Martone
Sceneggiatura/Autore: Mario Martone, Giancarlo De Cataldo, Mario Martone
Colonna sonora: Hubert Westkemper
Fotografia: Renato Berta
Costumi: Ursula Patzak
Produttore: Patrizia Massa, Carlo Degli Esposti, Conchita Airoldi, Giorgio Magliulo
Produzione: Italia, Francia
Genere: Drammatico, Storia
Durata: 170 minuti

Dove vedere in streaming Noi credevamo

Mi piace la storia, ma… / 16 Marzo 2013 in Noi credevamo

Ammetto di non conoscere molto del risorgimento italiano, ma amo la storia, e non capire neppure di che personaggi si sta parlando è abbastanza assurdo per un film storico. Per non parlare del profilo lontano di Garibaldi, atteso tutto il tempo e mai visto…
Alla faccia dei mille!

Bel film corale ed ispirato / 14 Novembre 2011 in Noi credevamo

Bel film corale; il tema trattato non è affatto facile ma il film scorre molto bene e gli attori sono all’altezza.

16 Marzo 2011 in Noi credevamo

Noi credevamo. tre ore in cui scorre il Passato con incredibili “allusioni” al nostro presente, tra ideali, compromessi di un’Italia divisa,incerta, “superba” e alla ricerca della libertà.
interpreti in stato di grazia. Seducente e “illuminata” Cristina di Belgioso.Una donna intelligente in mezzo a uomini che hanno un Grande sogno da realizzare…

2 Marzo 2011 in Noi credevamo

Bello ed emozionante, un film robusto.
La scelta di Martone è totalmente antiretorica, anche perchè parla dei perdenti, di coloro che non vinsero, forse mai. Sono i repubblicani i protagonisti del film, gli oscuri adepti della Giovine Italia e una nobildonna che nell’ascoltarla sembra di scorgere i germi del comunismo.
Certo tutte le guerre, piccole o grandi, si possono guardare anche dai piccoli eventi, oscurandone la grande cronologia, ma in questo caso Martone si incaglia in un percorso davvero difficoltoso: snocciola solo accadimenti critici, dal regicidio incompiuto alla lunga detenzione in carcere, dalle diatribe fra le varie fazioni in lotta per l’unità all’aspromonte garibaldino. Crisi, divisione, realismo, massimalismo, terrorismo lungo uno scenario storico che si può seguire solo se lo si conosce di già. Ma non per questo il film perde potenza, anzi. L’idealismo è intatto (emozionante il giuramento iniziale dei tre ragazzi), ma si imbatte continuamente in una sorta di riconduzione alla realtà: la libertà è un diritto incompiuto se inconsapevolmente e irresponsabilmente posseduto; il coinvolgimento del “popolo” è impossibile là dove non si accetti un cambiamento compiuto del tessuto sociale; il realismo degli eventi porterà ad una unione geografica fallimentare che consegna il sud a nuove depredazioni.

Fra le parole del giovane Domenico e della saggia principessa si scorge cosa spesso non si confessa della nostra unità incompiuta: l’idea di una unione territoriale ha prevalso su un progetto più ampio di cambiamento, ammodernamento e democratizzazione. E tutto il film fa i conti con il nostro presente in maniera evidente.
Martone sceglie gli interni per le città e il respiro ampio della natura per il sud, divide il film in 4 parti (non le canoniche 5 teatrali) raccontandoci le aspirazioni; il crescere delle convinzioni (le scene dentro il carcere sono un trattato di sociologia) e la loro maturazione; la nascita della nazione battezzata da un bagno di sangue fratricida incoerente. E Martone è anche bravissimo a spogliare di retorica la scena finale visionaria all’interno del parlamento dove tutto riconduce, dove si respira già il dopo unità, dove il fallimento degli ideali si concretizza nel realismo degli interessi.

E nel titolo rimane l’aspirazione, la forza dell’ideale, la sconfitta di una generazione e di un progetto che nell’unità vedeva democrazia consapevole, un’uscita dallo stato di minorità, per tutti

Leggi tutto
inserisci nuova citazione

Non ci sono citazioni.