Holy Motors

/ 20127.3198 voti
Holy Motors

Monsieur Oscar è un trasformista: vive le sue giornate cambiando continuamente sesso, età e professione, scortato costantemente da una limousine bianca e dalla choiffeuse Céline.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Holy Motors
Attori principali: Denis Lavant, Édith Scob, Eva Mendes, Kylie Minogue, Élise Lhomeau, Jeanne Disson, Michel Piccoli, Leos Carax, Nastya Golubeva Carax, Reda Oumouzoune, Zlata, Geoffrey Carey, Annabelle Dexter-Jones, Élise Caron, Corinne Yam, Julien Prévost, Ahcène Nini, Laurent Lacotte, David Stanley Phillips, Matthew Gledhill, Hanako Danjo, Big John, Pierre Marcoux, Bastien Bernini, Elliot Simon, Quentin Auvray, Bertrand Cantat, Alexandre Leitão, David Nzavotunga Kiala, Johann Riche, Clément Robin, Yao Dembele, Yves Abadi, Miguel Saboga, Grégoire Simon, Viviane Arnoux, Hugo Boulesteix, Eloi Miehe, Michel Delahaye, Leslie Palanker, Camille Rutherford, Adrien Guitton, Johanna Nizard, Kester Lovelace, Sonia Brahim, Aurélia Jurca, William Blair, Alex Moreu Garriga, Zara Broughton, Charles-Alexandre Dubé, Fabien Hagège, François Rimbau, Mostra tutti

Regia: Leos Carax
Sceneggiatura/Autore: Leos Carax
Colonna sonora: Neil Hannon
Fotografia: Caroline Champetier, Yves Cape
Costumi: Anaïs Romand
Produttore: Martine Marignac, Maurice Tinchant, Albert Prévost
Produzione: Francia
Genere: Drammatico
Durata: 115 minuti

Dove vedere in streaming Holy Motors

Cosa ho visto?! / 8 Aprile 2021 in Holy Motors

Capolavoro incompreso o macedonia di cinema?
Cosa ho realmente visto non lo so ma ho captato solitudine. Routine. Apatia. Infelicità. Ignoranza. Denaro.
Tutto quello che c’è nella vita di ognuno di noi.
Sembra senza senso, sembra puntare solo alle qualità metamorfiche del protagonista ma c’è molto di più.
E sono certosi non aver afferrato nemmeno la metà di cio che c’è.
Mi ha affascinato nel seguirlo ma non mi ha lasciato addosso niente…
5/10.

Leggi tutto

Pirandello? Po’ esse? / 2 Marzo 2020 in Holy Motors

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questo film mi è chiaro come è chiaro ad un guidatore con gli occhiali da sole, di notte, un cartello stradale di Stop coperto da un cespuglio. Non riesco proprio a decifrarlo, cioè… Non ci ho capito un ca**o.

Mi ha lasciato abbastanza interdetto il personaggio vestito di verde che entra nelle fogne, mangia i fiori dei cimiteri e poi lecca l’ascella di Eva Mendes con la bocca sporca di sangue. Che poi perché ha un’erezione (non so perché ho notato questo particolare)?
Idem per l’episodio del combattimento/allenamento con quella specie di tuta che sebra quella delle Motion Capture.

Buio totale.

Non capisco se sia una sorta di rivisitazione di Uno, nessuno e centomila. Devo dire che per la prima volta in vita mia non ho compreso neanche un frame del film. Più che una recensione è una richiesta d’aiuto, qualcuno me lo spiega? ?

Leggi tutto

Metafora sul cinema / 20 Agosto 2015 in Holy Motors

Un film che, per la sua struttura ad “episodi”, mi ha regalato una sorpresa dietro l’altra.
Una metafora del ruolo di regista e di attore e del cinema in generale.
Curiosa la figura dell’autista, l’unica persona che per tutto il film sembra se stessa, quando finisce il suo “lavoro” indossa una maschera.

L’amaro in bocca / 25 Novembre 2013 in Holy Motors

Alcune scene del film sono molto pregnanti ed efficaci. Restano impresse.
Anche le location e le scenografie sono veramente degne di nota.
Il protagonista aveva una parte veramente difficile, ma l’ha recitata egregiamente.
Senza di lui il film non sarebbe stato lo stesso.
I contenuti del film sono interessanti…
il problema è che per afferrarli sono necessarie più visoni e molto lavoro di interpretazione.
Parafrasando Clint, direi che le interpretazioni sono come le opinioni, le quali sono come altro di cui ognuno ha le sue.
Questo per dire che per me non è piacevole muoversi sul terreno dell’effimero
e ritengo che gli stessi contenuti si potevano tranquillamente esprimere in modo molto più chiaro.
Comunque, tolta la precisa scelta autoriale di rivolgersi quasi esclusivamente ad un pubblico al quale piace “vederlo strano” (parafrasando Verdone), mi sento di poter dire che questo sia davvero un film valido.

Leggi tutto

4 Settembre 2013 in Holy Motors

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sullo sfondo di una società con caratteri vaghi e accennati di distopismo, forzatamente si segue il tran tran di questo tipo, Monsieur Oscar, ma solo perché tutti lo chiamano così, lequel passa la giornata a interpretare parti scritte su appositi fascicoli da studiare ogni volta, a bordo di una white limo/camerino di ArturoBrachetti, dove una signora autista/segretaria lo attende, ciba, sposta come un pacco, consola, preoccupa, qua e là per Parigi. Nove sono gli “appuntamenti” della giornata, durante i quali recita n’importe quoi, nove personaggi che non avranno mai un autore, dalla mendicante (che è l’unica che si ricordano tutti perché è la prima e non dura un ca**o) al padre di famiglia al killer al simulatore virtuale di dragoni che scopano senza condom ecc.
Cosa manca: il senso, quello frammentato, nei singoli quadri della collezione di personaggi, sia e generale – e qui volendo è un po’ più grave. L’attore protagonista, Denis Lavant, è un mostro, e non solo quando da mostro si traveste, di trasformismo e bravura. Alcuni dei suoi personaggi richiamano tradizioni miscellanee di letteratura e cinema, soprattutto francesi, e restano letteralmente negli occhi, come il disgusting Monsieur Merde, il sottomondo cortedeimiracolesco in cui si muove nelle fogne e condutture di Parigi, e il suo sberleffo matto all’ordine costituito.
Eppure anche Oscar, oltre a non dare mai spiegazioni, che vengono lasciate in toto a chi guarda (più che lasciate la loro mancanza è scagliata in faccia, del tipo “toh, arrangiati e bam!”, e con una certa forzatura) fa anch’egli parte di un sistema, e nonostante la frasetta contraddittoria della “bellezza del gesto”, con cui giustifica la sua vita, è perfettamente incasellato in una tabella, felice quanto il più medioman degli impiegati depressi, tout court, beve, ritrova e rimpiange una storia che non c’è stata, è supersolo nella folla dei tanti se stesso impersonati al giorno. E quindi?
C’è però una scena finale con le limos, perché se ne deduce che ce ne siano tanti, scarrozzati e metamofici come lui, le limos di notte nel parcheggio della Holy Motors, che non si sa cosa sia ma è una fabbrica di personaggi/storie, che tutt’a un tratto si mettono a parlare, e non dicono alcunché di geniale ma lo scarto tra loro e il mondo di Oscar per me è sì.
Lui invece muore pure tre volte, tra una balla e l’altra, ma tanto poi sta sempre benissimo. Non vale, fallo!, diventa un gesto fine a se stesso, se muore un personaggio a me spettatore spiace, se muore ma non muore no, diventa uguale, e non basta metacinematograficizzare (?) a manca e a destra, far vedere lui che si sveglia e squarcia una porta del sogno e si trova al cinema, occhieggiare al potenziale infinito di ripetizione dei sogni e credersi Borges e mettere tante immagini cool ed estetiche, eccetera, senza nemmeno far spogliare Eva Mendes, perché diventa anemozionale; diventa questo film.

Leggi tutto