Barbie

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Barbie

Film ispirato alla famosa bambola Barbie prodotta e distribuita da Mattel. Barbie vive in un mondo colorato e pacifico chiamato Barbieland, insieme ad altre decine di ragazze che si chiamano come lei e ragazzi che si chiamano tutti Ken. Ma, un giorno, a Barbie succede qualcosa e, per la prima volta, esce da Barbieland.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Barbie
Attori principali: Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Ariana Greenblatt, Issa Rae, Kate McKinnon, Alexandra Shipp, Emma Mackey, Hari Nef, Sharon Rooney, Ana Cruz Kayne, Ritu Arya, Dua Lipa, Nicola Coughlan, Emerald Fennell, Simu Liu, Kingsley Ben-Adir, Ncuti Gatwa, Scott Evans, John Cena, Michael Cera, Rhea Perlman, Helen Mirren, Will Ferrell, Connor Swindells, Jamie Demetriou, Andrew Leung, Will Merrick, Zheng Xi Yong, Asim Chaudhry, Ray Fearon, Erica Ford, Hannah Khalique-Brown, Mette, Marisa Abela, Lucy Boynton, Rob Brydon, Tom Stourton, Chris Taylor, David Mumeni, Olivia Brody, Isla Ashworth, Eire Farrell, Daisy Duczmal, Genvieve Toussaint, Isabella Nightingale-Mercado, Millie-Rose Crossley, Anvita Nehru, Kayla-Mai Alvares, Luke Mullen, Patrick Luwis, Mac Brandt, Paul Jurewicz, Oraldo Austin, Benjamin Arthur, Carlos Jacott, Adam Ray, George Basil, Ptolemy Slocum, Deb Hiett, James Leon, Oliver Vaquer, Tony Noto, Christopher T. Wood, Ann Roth, Annie Mumolo, Elise Gallup, McKenna Roberts, Brylee Hsu, Sasha Milstein, Lauren Holt, Sterling Jones, Ryan Piers Williams, Jamaal Lewis, Kathryn Akin, Grace Jabbari, Ira Mandela Siobhan, Lisa Spencer, Naomi Weijand, Tom Clark, Ireanne Abenoja, Davide Albonetti, Charlotte Anderson, Michael Anderson, Rico Bakker, James Bamford, William John Banks, Callum Bell, Adam Blaug, Mason Boyce, Taylor Bradshaw, Alex Brown, Miekaile Browne, Lewis Calcutt, Nikkita Chadha, Oliver Chapman, Megan Charles, Callum Clack, Danny Coburn, Kat Collings, Adam Crossley, Sia Dauda, Gustave Die, Grace Durkin, Joelle Dyson, Lewis Easter, Onyemachi Ejimofor, Cameron Everitt, Luke Field-Wright, Sasha Flesch, Adam Fogarty, Michael John French, Anna-Kay Gayle, Charlie Goddard, Marlie Goddard, Ellis Harman, Yasmin Harrison, Josh Hawkins, James Healy, Tim Hodges, Mira Jebari, Beccy Jones, Thomas Kalek, Lily Laight, Maiya Leeke, Cristian Liberti, Prodromos Marneros, Nahum McLean, Jordan Melchor, Ramzan Miah, Andy Monaghan, Florivaldo Mossi, Hannah Nazareth, Grant Neal, Freja Nicole, Shaun Niles, Ella Nonini, Jack William Parry, Josie Pocock, Barnaby Quarendon, Redmand Rance, Zara Richards, Liam Riddick, Alana Rixon, Adam Paul Robertson, Kingdom Sibanda, Sebastian Skov, Aaron J. Smith, Joshua Smith, Lucia-Rose Sokolowski, Janine Somcio, Alex Sturman, Callum Sterling, Todd Talbot, Charles Tatman, Grant Thresh, Connor Tidman, Wahchi Vong, Jerry Wan, Sasha Wareham, Stan West, Oliver Wheeler, Josh Wild, Joe Wolstenholme, Richard Womersley, Ashley Young, Mostra tutti

Regia: Greta Gerwig
Sceneggiatura/Autore: Noah Baumbach, Greta Gerwig
Colonna sonora: Mark Ronson, Andrew Wyatt
Fotografia: Rodrigo Prieto
Costumi: Hope Slepak, Jacqueline Durran, Charlotte Finlay
Produttore: Richard Dickson, Tom Ackerley, Margot Robbie, Robbie Brenner, Josey McNamara, Ynon Kreiz, David Heyman, Michael Sharp, Courtenay Valenti, Toby Emmerich, Cate Adams, Greta Gerwig, Noah Baumbach
Produzione: Emirati Arabi Uniti, Usa
Genere: Commedia, Fantasy
Durata: 114 minuti

Dove vedere in streaming Barbie

Sotto la stravaganza niente / 19 Ottobre 2023 in Barbie

Qualcuno potrebbe insinuare che Barbie è quello che succede quando il product placement si allarga a occupare tutto il film, anzi quando diventa il film; ma sarebbe un’idea troppo cinica, e pure inesatta (anche se è vero che dopo l’uscita di questo film le vendite della bambola omonima sono cresciute del 25%). Barbie è tante altre cose; il problema è che sono tutte cose mediocri.

È un film sul contrasto fra mondo della fantasia e mondo reale, in cui i protagonisti si accorgono – che interessante rivelazione! – che quest’ultimo non è perfetto (oltre a non essere neanche del tutto reale: gli uffici della Marvel sono nel film altrettanto onirici di Barbieland). È la storia insipida del contrasto tra una madre e la figlia adolescente, in cui al massimo puoi apprezzare qualche minuscola frecciata anti-woke. È la storia di una grottesca (e interminabile) guerra tra i sessi, costruita interamente su stereotipi e contro-stereotipi, da cui si salva solo il discorsetto – non originalissimo però – con cui le Barbie vengono destate dall’ipnosi, e la cui morale finale sembra essere (contro le intenzioni degli autori, ne sono certo) che il patriarcato non è poi una faccenda così seria.

Insomma, l’ambientazione stravagante del film maschera un grave vuoto di idee, e a sua volta risulta monotona: quante volte nel film vediamo dei personaggi che percorrono o cercano di percorrere il tragitto che separa Barbieland dal mondo reale? Dopo Piccole donne Greta Gerwig ci dà un altro film osannato dalla critica, ma in cui riesce difficile scorgere qualcosa di positivo.

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21 Agosto 2023 in Barbie

L’interessante idea di fondo è sfruttare il mito di Barbie per unire operazione commerciale e riflessione autoriale. L’inizio è molto promettente, il film colpisce subito dal punto di vista estetico ed esibisce una serie di trovate brillanti. Ben presto però la sceneggiatura mostra tutti i suoi limiti e la trama si avvita su se stessa senza più riuscire a essere coinvolgente, la riflessione non si approfondisce ma resta superficiale, ripetitiva e assume un tono paternalistico. Alla fine, sotto la patina della didascalica critica all’ideologia patriarcale, si nasconde una piena riaffermazione dell’ideologia capitalista (che sta alla base di quella patriarcale), fino alla solita favoletta finale del “sii te stesso/a” in pieno stile hollywoodiano: nella seconda metà il film si svela per quello che è, cioè un prodotto di consumo efficace nel portare a compimento il suo vero obiettivo, vendere più prodotti. Dando ragione a coloro che sostengono che a Barbie non si possa chiedere di più.

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Sulla leggerezza e l’essere ordinari / 10 Agosto 2023 in Barbie

Quando è stata diffusa la notizia che il nuovo Barbie di Greta Gerwig stava arrivando, nessuno è rimasto indifferente.

In un modo o nell’altro, la produzione Mattel – Warner Bros ha suscitato commenti (scettici, entusiasti, curiosi) e l’attenzione di tutto il mondo occidentale.

Il cast stellare ha fatto sì che le aspettative salissero, mentre le furbe e pervasive operazioni di marketing sul franchise hanno contribuito a far arrivare la notizia del film praticamente ovunque.

E così, infine, nell’estate più calda degli ultimi anni, Barbie è arrivata nelle nostre sale, a fine luglio.

Margot Robbie, Ryan Gosling e gli altri protagonisti ci hanno regalato due ore d’intrattenimento e alcune riflessioni sul nostro modo di stare nel mondo tardocapitalista che ci costringono a non rimanere indifferenti.

Con quello che Barbie rappresenta (e no), siamo obbligati a riflettere sulla femminilità, sul corpo, sulla vita e sul rapporto tra identità e alterità.

Con quello che Ken rappresenta (e no), ci confrontiamo con i demoni del passato che ancora oggi alimenta stereotipi e differenze di genere.

Barbie, tuttavia, è molto altro.

Trascendendo il focus sul femminismo comunicato nel film, quello che l’opera propone è una contemporanea riattualizzazione della filosofia col martello condotta da Nietzsche nel suo Crepuscolo degli Idoli.

Dal 1899 al 2023, la postuma certezza del filosofo tedesco rispetto ai limiti della società contemporanea è stata confermata: apparire ed essere continuano ad essere le due colonne portanti che tracciano i sentieri di esistenze condannate ad una salute mentale costantemente compromessa.

Ed è nel tentativo di integrare questa dicotomia, rifiutando il mito del perfezionismo, che Barbie si rivela essere un film straordinariamente ordinario e apprezzabile, come il leggero messaggio che intende comunicare.

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Tutto qui? / 4 Agosto 2023 in Barbie

Com’era? Il femminismo senza lotta di classe… è solo il film di Barbie.

Un incubo tinto di rosa / 2 Agosto 2023 in Barbie

Il film m’ha fatto ridacchiare abbastanza, ma, a conti fatti, Barbie è un incubo postmoderno tinto di rosa da cui non ho visto l’ora di uscire.
Tutto è esasperato ed esasperante.

Forse, se avesse mantenuto un registro più realistico nella parte ambientata nel mondo reale, avrei apprezzato di più i contrasti e i livelli di complessità del messaggio che promuove.

Invece, presenza delle Barbie a grandezza naturale e quantità di rosa a parte, fra Barbieland e Los Angeles sembra non esserci nessuna differenza formale.
Nel mondo “reale” (dove, correttamente, vige un’impostazione patriarcale della società e il maschilismo tossico e il mansplaining regnano sovrani), gli esseri umani (di sesso biologico maschile) si muovono come marionette e ragionano come Baby Bua e gli ambienti in cui si svolgono le loro azioni sono essenzialmente tre, come in un diorama (o in un catalogo di giocattoli): sede della Mattel, scuola, spiaggia.
Dal canto suo, Barbieland è un luogo i cui abitanti seguono un pensiero unico, sono super consumisti e hanno un approccio positivo posticcio alla vita.
Questo appiattimento totale ha finito per fiaccare il mio entusiasmo.
Gli sceneggiatori (Baumbach e la Gerwig) non sono riusciti a evitare il rischio (in effetti, difficilmente evitabile) tipico dei prodotti che cercano di smontare stereotipi con altri stereotipi.
O la cosa è stata voluta?
Com’è come non è, io meh.

Margot Robbie è Barbie fatta carne, perfetta sotto ogni punto di vista (cit.).
Ryan Gosling è un autoironico bietolone, perfetto anche lui, per fare quanto richiesto.

Poi, ci sono anche trecentomiliardidimilioni di citazioni e ventordicimila guest star, il che può essere divertente, all’inizio, ma – come dicevo – dopo un po’, il troppo stroppia.

P.s.: non è un film per bambini. Per favore, non portate i bambini a vedere Barbie, a meno che non siate disposti a spiegare molte cose, prima e dopo la visione del film. Non so cosa un under 14 potrebbe capire dei 2/3 dei dialoghi, senza un supporto o un confronto costruttivo con una persona più ferrata sugli argomenti, sui giochi di parole e sui doppi sensi del film.

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