Recensione su Samantha!

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Sette e mezzo in realtà…. / 26 Gennaio 2017 in Samantha!

Saroo, un bambino di quattro anni, va con suo fratello alla stazione, e lì prende per errore il treno per Calcutta, smarrendo la strada di casa. Dopo molte peripezie sarà adottato da una coppia di australiani, e in Australia crescerà fino a che i suoi ricordi del passato non inizieranno a tormentarlo, e a indurlo a ritrovare casa sua. La struttura del film è divisibile in due parti, la prima tratta di quando il bambino Saroo si perde per il crudele mondo dell’India povera e malfamata. La seconda parte tratta di Saroo da adulto, che non si ritrova nel confortevole mondo dell’Australia.
Il film è un ritratto ricco di pathos e di sentimento. Però è anche sbilanciato in questa sua dipartizione. La prima parte infatti è molto più vera, molto più credibile e molto più dolce nella sua semplicità. Mentre la seconda si muove goffamente nel tentativo di introdurre nella giusta maniera molteplici tematiche, quali quelle dell’amore, della ricerca di sé e dell’adozione. Ciò non significa che sia banale, perché dopo lo smarrimento della parte centrale del film, questo si riprende nella conclusione, proprio quando il protagonista ripercorre i suoi passi. Le prove degli attori sono notevoli, compresa quella della Kidman, che riesce a dare spessore al suo personaggio, che rischiava di scadere nel già detto. Ma i grandi applausi vanno fatti soprattutto al bambino che interpretava Saroo, che con il suo sguardo espressivo è riuscito a dare quella tenerezza che era indispensabile per un film di questo genere.

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