Recensione su Argo

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“La storia inizia come tragedia e finisce come farsa” / 13 Agosto 2017 in Argo

Terza opera per il novello “Batman” Ben Affleck, più regista che attore. Affleck ci sa fare con la cinepresa, i movimenti di macchina sono accattivanti e la fotografia suggestiva. Tuttavia, come già detto, come attore, il povero Ben non riesce ad essere carismatico nemmeno per 2 minuti, ciò ricade inevitabilmente sulla riuscita di un film dove il protagonista è davvero il film stesso. Il Tony Mendez del nativo di Berkeley è infatti piatto, sterile, monoespressivo, privo di emozioni, proprio come i 6 “ospiti” USA dell’ambasciatore canadese, ridotti per lo più a comparsate e mai veri “cardini” della vicenda (come in realtà fu..). Argo , sommariamente, ammette le responsabilità USA nel clima di tensione che si creò in Iran a fine anni 70′, ma comunque finisce per essere il solito patriottico film “made in USA”, che dipinge l’America come la nazione “democratica e perfetta” che tutto il mondo sogna. Gli ultimi 30 minuti, seppur totalmente distanti dalla veridicità dell’operazione, sono i più emozionanti, ricchi di “pathos” e di adrenalina che, mescolata al sentimento di speranza che lo spettatore ha covato per tutta la durata precedente del film, trovano la sua “spannung” nella chiamata allo “Studio 6” degli ottimi John Goodman e Alan Arkin. Riassumendo, Argo è un film confusionario ma solido, che, nonostante i numeri difetti, racconta come “la storia inizi come tragedia e finisca come farsa”.

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