Recensione su Una lucertola con la pelle di donna

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Uno dei migliori thriller del cinema nostrano / 4 Agosto 2017 in Una lucertola con la pelle di donna

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Opera di grande spicco nel panorama della lunga filmografia di Lucio Fulci oltre che uno dei più bei thriller del cinema nostrano.
A molti il titolo ricorderà il periodo d’oro di Dario Argento, ma bisogna subito dire che con i bellissimi film del regista romano questa bell’opera di Fulci non ha nulla a che spartire, non è il film con il classico maniaco con l’impermeabile nero, guanti e cappello che va in giro ad ammazzare a destra e a manca a causa di un trauma del passato(come accaduto in “Profondo Rosso”), ma tutta la pellicola si basa essenzialmente su una sorta di viaggio interiore di Carol, la protagonista del film, un viaggio nel suo inconscio alla disperata ricerca di se stessa e dei suoi traumi più nascosti.
Questo suo viaggio interiore avviene in un’epoca particolare, gli anni’70, il periodo della rivoluzione, degli Hippie, della controcultura, dell’emancipazione sessuale, delle droghe, degli inni alla pace.
Carol desidera abbandonare il suo mondo dorato e soffocante della borghesia benpensante(emblematica a questo proposito la scena della cena con la famiglia) e tuffarsi nel mondo spensierato degli hippie, ma a causa della rigida educazione che ha ricevuto dal padre questa sua voglia di libertà viene vista come una sorta di depravazione da tenere nascosta.
Un film come scritto sopra a metà strada tra sogno e realtà, tanto che i due arriveranno molto spesso a mescolarsi tra loro, come nel finale, dove non si riuscirà bene a capire se l’omicidio sia stato commesso realmente o se sia solo frutto dell’inconscio disturbato di Carol.
Un film da menzionare anche dal punto di vista tecnico, le inquadrature e i continui movimenti di macchina sono davvero degni di nota, così come la fotografia di Kuvellier, che contribuisce a rendere ancor più inquietanti le scene di questo bellissimo thriller onirico-surreale(terrificante e bellissima la scena dei pipistrelli, così come la terribile scena dei cani sventrati, che costò a Fulci e alla sua troupe una denuncia per maltrattamenti sugli animali da parte delle associazioni animaliste, senza sapere che gli animali usati sono tutti finti).
Uno dei migliori thriller del cinema nostrano, se siete appassionati del genere ve lo consiglio caldamente, non ne rimarrete delusi.

1 commento

  1. TraianosLive / 4 Agosto 2017

    @Amestista Dopo “l’uccello dalle piume di cristallo” uscirono La tarantola dal ventre nero, La coda dello scorpione, Una farfalla con le ali insanguinate, L’iguana dalla lingua di fuoco, La sanguisuga conduce la danza, L’uomo più velenoso del cobra, Il gatto dagli occhi di giada, Gatti rossi in un labirinto di vetro, La volpe dalla coda di velluto, Il sorriso della iena, Nella stretta morsa del ragno, uccidete il vitello grasso, giornata nera per l’ariete. Argento aveva perso l’esclusiva dei titoli animaleschi dopo appena due film 😀
    La genialità di Fulci risalta anche nel titolo di questo film. Non è “una donna con la pelle di lucertola”…ma il contrario…la lucertola è la sua natura…quindi…”una lucertola con la pelle di donna” finezza fulciana.

    Tra le scene degne di nota vale la pena ricordare la sequenza d’apertura sul treno/corridoio.

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