Recensione su Il profeta

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Tu non hai scelta! / 9 Febbraio 2011 in Il profeta

Malik va in carcere. Non ha famiglia, non sa ne leggere ne scrivere, non ha soldi e non sa fare nulla. Non ha un ruolo nella società in cui vive. E’ arabo. Questo è ciò che paradossalmente gli da un ruolo nel bene e nel male dentro il carcere. Inghiottendo bocconi amari ogni giorno, si costruisce un affrancamento dall’eterno ruolo di perdente. Non gli è data nessuna possibilità di redimersi dalla violenza. La società e l’istituzione carceraria non lo permettono. L’unica sua salvezza è diventare più furbo e potente nell’essere criminale. E’ un film crudo, cinico, sull’inevitabilità di certe vite. Nelle società attuali a poche persone è data una seconda possibilità. A persone come Malik nemmeno una.

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