Il profeta

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Il profeta

Malik, arabo, entra in carcere diciannovenne, senza soldi, né altri averi. La vita della prigione è particolarmente dura e difficile, ma -nel bene e nel male- qui il ragazzo impara qualcosa e ricopre finalmente un ruolo sociale.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Un prophète
Attori principali: Tahar Rahim, Niels Arestrup, Adel Bencherif, Hichem Yacoubi, Reda Kateb, Jean-Philippe Ricci, Gilles Cohen, Antoine Basler, Pierre Leccia, Foued Nassah, Jean-Emmanuel Pagni, Frédéric Graziani, Leïla Bekhti, Rabah Loucif, Slimane Dazi, Serge Onteniente, Hervé Témime, Taha Lemaizi, Mohamed Makhtoumi, Karim Leklou, Farid Larbi, Guillaume Verdier, Mourad Frarema, Hakim Sid, Nathanaël Maïni, Mostra tutti

Regia: Jacques Audiard
Sceneggiatura/Autore: Jacques Audiard, Thomas Bidegain
Colonna sonora: Alexandre Desplat
Fotografia: Stéphane Fontaine
Costumi: Virginie Montel, Isabelle Pannetier
Produttore: Pascal Caucheteux, Martine Cassinelli, Lauranne Bourrachot, Marco Cherqui
Produzione: Francia, Italia
Genere: Drammatico, Thriller, Poliziesco
Durata: 155 minuti

Dove vedere in streaming Il profeta

Crimini e visioni / 8 Febbraio 2016 in Il profeta

Eccezionale. Una storia dura di carcere, corruzione e ineluttabilità dell’azione criminosa raccontata con splendida rarefazione da Audiard, sublimata dall’interpretazione di Tahar Rahim. Il giovane arabo Malik viene cooptato dalla mafia corsa capeggiata da César Luciani (un magnifico Niels Arestrup, colto in un florilegio di primi piani pensosi, dove campeggiano i solchi rugosi e il bianco ingiallito della sua chioma arruffata); dal primo omicidio commissionato nascerà la storia di formazione malavitosa del giovane, attraverso varie relazioni con i gruppi etnici presenti dentro e fuori dalla prigione. Oltre al ritmo serrato, Audiard ci regala la dimensione onirica delle visioni del protagonista, con un equilibrio e una armonia tali da non tradire in minima parte il crudo realismo della pellicola. Alcune sequenze restano scolpite dentro, come la prima uscita in permesso dalla detenzione, una mattina ancora buia al primo canto degli uccelli, una boccata d’aria fresca che riesce perfino a riempire i polmoni dello spettatore.

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O entri nel giro o sei morto… / 13 Agosto 2013 in Il profeta

Questo è il succo finale del film.
Non hai scampo, non hai possibilità di rifiuto, non puoi redimerti o farti dare una seconda possbiltà.
Ormai sei dentro e devi accettare le regole. E queste regole sono dure, sono illegali, sono violente, ma sono reali e non hai scampo.
Malik El Djebena ha 19 anni quando entra in carcere per scontare 6 anni di detenzione. Non ha nulla, soldi, famiglia, istruzione, mestiere e allora entra subito nella realta carceraria e messo di fronte ad un bivio fondamentale sceglie l’uinca via per sopravvivere. Da quel momento diventerà un’altra persona costruendo e crescendo in quel mondo.
Decisamente un po’ troppo lunghetto ma comunque decisamente intenso e fatto bene. Non ti perdi nella storia ma rimani sempre molto vivo e attento.
Bel film…
Ad maiora!

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20 Aprile 2013 in Il profeta

Non sono un appassionato del genere “carcerario” ma volendo trovare un difetto in questo film posso forse dire l’eccessiva lunghezza. Tutto il resto, storia, personaggi, interpreti funziona davvero.

25 Dicembre 2012 in Il profeta

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

E finalmente un film francese coi controcoglioni, oltre che con un sacco di personaggi che parlano in corso, o corsico, o corsicano, o corsese, of course, o non lo so, e il corso è mezzo come l’italiano ma fa morir dal ridere.
Ragazzotto sbattuto in prigione comincia, al motto di imparoimparoimparo, a scalare la gerarchia dei carcerati. Si comincia sgozzando con una lama da barba un marocchino frocio e poi è tutta discesa. Impara a leggere. Critica del sistema carcerario (francese) che miseramente naufraga facendo entrare uno sfigatello qualunque e facendone uscire un supercriminale. Malik si barcamena tra gli opposti, è amico di tutti e non porta riconoscenza a nessuno. Il film è troppo lungo o sarebbe stato seriamente bellissimo. E lì dentro è meglio non entrare.

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24 Marzo 2012 in Il profeta

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“If I leave here tomorrow
Would you still remember me?
For I must be travelling on, now,
‘Cause there’s too many places I’ve got to see.
But, if I stayed here with you, girl,
Things just couldn’t be the same.
‘Cause I’m as free as a bird now,
And this bird you can not change.
Lord knows, I can’t change.”
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Perché parlate in lingue che non posso capire ? perché volete che alzi la mano su un mio simile?
E’ questo che deve fare un ragazzo per diventare un uomo?
La risposta è nei tuoi occhi che vedono nello specchio l’immagine di un profeta che scrive nel convincimento che il futuro sia ancora nelle sue mani.
Pagine di vita da sfogliare, leggo frasi che ancora non sono state scritte, camminando sul filo del rasoio, sempre in bilico, seguendo il mio istinto (che non può essere quello di un animale) sono arbitro del mio destino,anche se dipendo da te,vecchio rudere che si ostina ancora a pensare in grande,tenendomi al guinzaglio e lasciandomi talvolta libero per usarmi come cane da riporto,facendomi fare lo sguattero in questo hotel dove anch’io un giorno spero di uccidere la bestia,dove i giorni sono tutti uguali e il natale arriva senza fare nessuna differenza,mentre io continuo a guardarmi in giro,stringo alleanze , fiuto l’affare che mi può cambiare la vita,ma tutto questo non basta a placare la mia ira,l’odio mi divora,aspetto il momento giusto,annuso l’aria,rinvigorito conto i giorni sapendo che ormai manca poco all’ora legale,ormai sono pronto,ho conquistato il mio angolo di paradiso,non lascerò che me lo porti via,ho conseguito il diritto alla felicità,ti ringrazio per avermi insegnato ad esser quello che sono,adesso posso darti un calcio in culo e mandarti all’inferno,non riuscirai a sacrificare tuo figlio sull’altare del tuo ego,non riuscirai a soddisfare il tuo Dio,per questo verrai punito con il più atroce dei castighi,sarai lasciato solo,a marcire,senza nessuno a cui affidare i tuoi ultimi respiri,condannato per l’eternità a rivangare il passato,perché vedi,io ho quasi chiuso con te,ancora un lavoretto facile facile e poi me ne andrò per sempre da questo letamaio.
E finalmente uscirò, a riveder le stelle.
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Il film
Di certo siamo di fronte a un mirabile esempio di film carcerario e di sicuro anche a un bellissimo romanzo di formazione in forma cinematografica,le due anime si incontrano dando vita a un prodigio che lascia esterrefatti,Audiard narrando la storia di un giovane detenuto riesce così a dare vita a un duplice binario narrativo,da una parte il carcere con le sue regole,dal’altra l’iniziazione alla vita di un ragazzo che viene subito preso “in simpatia” da un vecchio detenuto,il quale comincerà a chiedergli favori sempre più grandi,raccontata così la trama sembrerebbe convenzionale,ma vedendo la pellicola la storia riserva molte sorprese e il regista è bravissimo a tenere incollato lo spettatore allo schermo con una regia puntuale e il suo stile senza fronzoli risulta vincente creando pathos in ogni momento della pellicola creando sequenze perfette che già sono nella storia della settima arte raggiungendo addirittura il sublime nella scena dentro l’automobile con relativa sparatoria.
Chapeau.

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