Recensione su This Must Be the Place

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7 a Sorrentino, 10 a Sean Penn. / 14 Gennaio 2015 in This Must Be the Place

Devo dire che questo film mi ha ricordato, per certi versi, il libro di di Clara Sanchez il profumo delle foglie di limone. Come il libro il corso della storia scorre lento, sul tema dell’Olocausto poi, non si può sbagliare. Con quel tema sicuramente Sorrentino è andato sul sicuro. La sua fantasia ha macinato interamente nella creazione di Cheyenne, palesemente ispirato a Robert Smith, che ho trovato stupendo. Sean Penn è incredibile c’è poco da dire su di lui, Sorrentino mi ha stupito in positivo, perché nonostante la lentezza, credo anche voluta del film, ha creato in me la suspance di voler sapere dove voleva andare a parare l’annoiato Cheyenne. Colpo basso sicuramente, se adori Robert Smith. Bello.

4 commenti

  1. Stefania / 14 Gennaio 2015

    Secondo me, nel personaggio di Cheyenne c’è anche un bel po’ di Ozzy Osbourne: gli occhiali, la lentezza, la risata stentata, l’ombra del successo più pesante di quella che mi pare gravi su Smith. Esteticamente, Cure. Intimamente, Black Sabbath.

    • Bisturi / 14 Gennaio 2015

      Interessante ossservazione @stefania, in effetti credo che Cheyenne ricalchi vagamente e intimmamente Ozzy così come tante altre rockstar fotografate nel corso della gloriosa storia del genere, così imprigionate nel proprio personaggio da aver ormai smarrito la loro reale identità e il vecchio spirito in un mondo attuale cosi diverso dai loro anni d’oro. Un gran bel film…

  2. Sgannix / 18 Gennaio 2015

    Oltretutto non vorrei dire una cavolata, ma mi pare che un fan di Ozzy fosse morto suicida, analogamente a quanto accade a Cheyenne.

  3. LYLA / 21 Gennaio 2015

    Si si, negli anni ’80 tre ragazzi pare si siano suicidati “istigati” dalla canzone Suicide Solution di Ozzy. Verissimo in Cheyenne c’è anche molto Ozzy!

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