Recensione su This Must Be the Place

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22 Febbraio 2012

Mi aspettavo qualcosa di meglio. Inutile dire che da un punto di vista musicale il film è splendido. Ottime canzoni a sottolineare i passaggi chiave e le immagini che Sorrentino crea e che la fotografia esalta.
In stato di grazia Sean Penn che dà vita ad un personaggio estremamente rigido e prigioniero del suo passato, dei rimorsi e di quella depressione che colpisce chi ha avuto tanto senza mai riuscire a “produrre” tanto. Fatta eccezione per il doppiaggio italiano, al limite dell’insopportabile, Cheyenne è fulcro di un film che ha qualche pecca di troppo.
Innanzitutto una sceneggiatura un pò troppo forzata e a tratti lacunosa e, in seconda battuta, la bravura di Sorrentino diventa spesso fin troppo manieristica. D’accordo che molte sequenze sono ben studiate, ma l’esaltazione dello stile prende il sopravvento sui personaggi (soprattutto collaterali, vedi Harry Dean Stanton) e rende fragile l’impianto narrativo.

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