Recensione su Lo straniero

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Lo straniero / 1 Giugno 2020 in Lo straniero

“Lo Straniero” fu il film di Orson Welles che fece più successo al Box Office. Seppur venga considerata un Welles minore, questo film per me è un vero e proprio capolavoro. La fotografia di Russell Metty è qualcosa di davvero incredibili: le luci e le ombre sui volti e sulla cittadina di Harper delineano un noir di pregevolissima fattura. E poi Welles ha delle intuizioni che dimostrano quanto il regista di Quarto Potere fosse avanti anni luce rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi: in particolare, troviamo lungo il film degli stilemi tipici di tutto il cinema di Welles:
-Il mascheramento, il ruolo del doppio nel personaggio Ranklin-Kinler, recitato alla perfezione dal Welles forse più espressivo di sempre.
-La scacchiera, dove i personaggi si ritrovano spesso a giocare, simbolo di una lotta fra i due personaggi principali ed in generalità della vita(simbolo elaborato alla perfezione dal Kubrick di “Orizzonti di Gloria)
-Il tempo: entrambi i personaggi posseggono l’ossessione per gli orologi, ma il nazista Kinler verrà trafitto proprio dall’orologio della chiesa che stava ristrutturando(come per dire: il tempo del nazismo è finito)
-Il personaggio dell’uomo solo contro tutti: Kinler si trova man mano contro tutti i personaggi del film ed anche contro il destino. Così come Kane, Quinlan ed altri personaggi del cinema di Welles egli è un uomo di una disperata solitudine.

Un capolavoro sottovalutato da vedere e rivedere.

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