Recensione su Gli spostati

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Bellezza e morte / 4 Gennaio 2016 in Gli spostati

La dea triste di Hollywood splende in tutta la sua tormentata dolcezza in questo suo ultimo film, scritto dal marito Arthur Miller per la regia di John Huston. Donna oggetto o donna materna salvatrice, Marilyn è sempre di una leggerezza sempre intensa, mai stupidamente frivola; qui sfugge con disperata grazia ai canoni della violenta maschilità cowboy, non si lascia domare come i mustang delle montagne nelle epiche scene nel deserto del Nevada, urla tutta la sua rabbia in faccia a Gable, Clift e Wallach. L’icona sexy chiude una, due, tre volte l’anta dell’armadio dove campeggia la sua foto con la posa più classica, non riesce a liberarsi del peso schiacciante della sua incomparabile bellezza. Bellezza e morte. Disperante.

2 commenti

  1. Stefania / 16 Agosto 2016

    Anch’io ho notato quelle foto! Più volte, lei ride, chiude l’anta su cui sono appiccicate, Wallach la riapre: sarà stato tutto pianificato? Wallach voleva scherzare con lei? Certo è che si tratta di una scena emblematica. Sono convinta che Gli spostati sia una grossa seduta psicanalitica di gruppo, in cui le star coinvolte hanno dovuto fare i conti con sé stesse.

  2. paolodelventosoest / 19 Agosto 2016

    Un gran bel film, mi hai fatto venir voglia di rivederlo 😛

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