6 Recensioni su

Il colpevole - The Guilty

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Redenzione personale / 22 Febbraio 2023 in Il colpevole - The Guilty

Una piccola produzione, che rispetta la classica unità di luogo e di tempo e che non raggiunge i canonici 90 minuti di durata. Il film crea una sorta di bolla attorno al protagonista, inquadrato quasi sempre in primissimo piano; degli altri personaggi, tolta qualche comparsa, sentiamo solo la voce al telefono. La tensione cresce rapidamente, ma la vicenda non segue le premesse iniziali fino in fondo: se avesse fatto così, il risultato sarebbe stato magari appassionante ma anche molto convenzionale. La scelta degli autori è invece quella di inserire una serie di colpi di scena, di equivoci e di errori, che se da un lato assicurano l’originalità del prodotto finale ne stemperano però anche la tensione. A essere privilegiata è infine una forma di redenzione personale, con un tocco – così mi è parso – di artificiosità.

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Ritmo troppo lento / 11 Dicembre 2022 in Il colpevole - The Guilty

Film sufficiente, troppo lento e troppo immobile.
Ho letto che è costato 500k ed ha guadagnato 8 milioni, buon per loro. Ma ho accusato più volte la noia.
Non mi sorprende che nell’edizione americana abbiano scelto il monoespressivo Jake Gyllenhaal.

Jakob Cedergren da Oscar / 15 Ottobre 2021 in Il colpevole - The Guilty

Asger Holm è un agente della polizia danese il quale, per un problema che durante il film verrà svelato, è costretto a fare il centralinista del pronto intervento. In una giornata per lui molto importante riceve una richiesta di aiuto da parte di una donna.
Film ambientato interamente all’interno del centralino. Il protagonista è eccezionale, una interpretazione magistrale.
Tensione e thriller che crescono fino alla fine.
Da non perdere!
Ad maiora!
#filmaximo

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Il fardello del rimorso / 13 Luglio 2020 in Il colpevole - The Guilty

Gustav Moller imbastisce un thriller da camera per nulla scontato riuscendo a mantenere alta l’attenzione per un’ora e venti grazie ad una sceneggiatura credibile e avvincente, che stimola l’immaginazione, proprio come quando si legge un libro, e fa si che lo spettatore ricrei personalmente luoghi e volti che non sono rappresentati fisicamente nella pellicola.
Nonostante sia girato in sole due stanze, Moller, per quanto concerne lo spazio fisico della location, riesce a variegare in modo funzionale le inquadrature: dai primi piani/ppp al dettaglio, dal piano medio a quello americano, dal campo totale al semi totale. Ottimo il comparto fotografico che utilizza a suo favore vari tipi di luci artificiali: lampade a soffitto, diodi LED che lampeggiano e luci provenienti da vari tipi di schermi, illuminando o oscurando il volto, a seconda del momento, del bravo Jakob Cedergren.
Il Colpevole – The Guilty è un incredibile thriller che tratta il tema del senso di colpa in maniera originale e che fa del colpo di scena finale l’asso mancante ad un tris per diventare poker e che esplicherà catarticamente la scelta del titolo e la sua dualità significativa.

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CALL ME / 16 Agosto 2019 in Il colpevole - The Guilty

Una spremuta di essenzialità. Un ambiente, un protagonista, una vicenda.

La storia è semplice. Un operatore telefonico del pronto intervento di Copenaghen riceve una chiamata d’aiuto da parte di una donna. Non c’è altro. Un ora e venti di chiacchiere con protagonista il bel faccione danese di Jakob Cedergren.

Ma come può funzionare un film così siffatto e per di più dal titolo un po’ banalotto? Semplice, funziona perché il film avviene unicamente nella capoccia dello spettatore. I dialoghi suggeriscono le situazioni mantenendo la mente dello spettatore attiva e stimolata per tutto il tempo. Nonostante tutto il film si svolga all’interno di un stanzino, grazie ai dialoghi ricchi d’informazioni avremo spesso la sensazione di abbandonare il centralino e volare via all’altro capo del telefono. Il regista permette allo spettatore di creare gli ambienti, i volti, e le scene che non ha girato. Alla fine della fiera ci permette di costruire visivamente il film che lui non ha filmato. Una scelta decisamente furba ma ben concepita.
Interessante anche lo svolgimento in tempo reale. Per come ci viene proposta non mi sbilancio sulla veridicità della gestione delle emergenze.

Da sottolineare l’ottimo sound design senza il quale l’opera avrebbe i minuti contati.

Bel debutto per il giovane regista Gustav Möller che ha sicuramente il merito di concepire una opera furba e funzionante.

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Il gioco delle apparenze / 11 Marzo 2019 in Il colpevole - The Guilty

Il colpevole – The Guilty, scritto e diretto dall’esordiente danese Gustav Möller e premiato come miglior film dal pubblico della sezione World Cinema – Dramatic del Sundance 2018 e del Torino Film Festival 2018, è un interessante thriller “da camera” che rispetta perfettamente le unità aristoteliche di luogo, tempo e azione.
Nel corso di circa 90 minuti, un agente della polizia di Copenaghen di turno al centralino del pronto intervento (Jakob Cedergren) prova a risolvere un caso complesso e caratterizzato da toni molto drammatici.

A conti fatti, Cedergren è l’unico attore in scena (con lui, in alcune sequenze, ci sono dei comprimari, ma i loro volti, a differenza di quello del protagonista, non sono quasi mai intellegibili). Le sue interazioni con gli altri personaggi sono perlopiù vocali, senza contatto visivo. Quindi, come lo spettatore, il protagonista apprende dettagli e risvolti della vicenda solo con il dipanarsi degli eventi, senza salti temporali di sorta, come se si trovasse dentro una stanza buia.

Il meccanismo narrativo e formale adottato nel film danese non è affatto nuovo. Basti pensare a Locke (2013) di Steven Knight con Tom Hardy.
Non per questo, la macchina cinematografica de Il colpevole – The Guilty ne risente.
In particolare, il film di Möller gioca bene con le possibilità offerte dalle apparenze, insistendo sui concetti di contestualizzazione ed empatia.

Gradevole e tiratissimo.

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