Recensione su Il colpevole - The Guilty

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CALL ME / 16 Agosto 2019 in Il colpevole - The Guilty

Una spremuta di essenzialità. Un ambiente, un protagonista, una vicenda.

La storia è semplice. Un operatore telefonico del pronto intervento di Copenaghen riceve una chiamata d’aiuto da parte di una donna. Non c’è altro. Un ora e venti di chiacchiere con protagonista il bel faccione danese di Jakob Cedergren.

Ma come può funzionare un film così siffatto e per di più dal titolo un po’ banalotto? Semplice, funziona perché il film avviene unicamente nella capoccia dello spettatore. I dialoghi suggeriscono le situazioni mantenendo la mente dello spettatore attiva e stimolata per tutto il tempo. Nonostante tutto il film si svolga all’interno di un stanzino, grazie ai dialoghi ricchi d’informazioni avremo spesso la sensazione di abbandonare il centralino e volare via all’altro capo del telefono. Il regista permette allo spettatore di creare gli ambienti, i volti, e le scene che non ha girato. Alla fine della fiera ci permette di costruire visivamente il film che lui non ha filmato. Una scelta decisamente furba ma ben concepita.
Interessante anche lo svolgimento in tempo reale. Per come ci viene proposta non mi sbilancio sulla veridicità della gestione delle emergenze.

Da sottolineare l’ottimo sound design senza il quale l’opera avrebbe i minuti contati.

Bel debutto per il giovane regista Gustav Möller che ha sicuramente il merito di concepire una opera furba e funzionante.

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