Recensione su Taxi Driver

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taxi driver un grande debutto / 22 Marzo 2024 in Taxi Driver

Il
“Taxi Driver” del regista Martin Scorsese, uscito nel 1976. Questo capolavoro del cinema è famoso per la sua rappresentazione cruda e oscura di New York City, mostrando la città come un luogo dominato dalla criminalità e dalla disperazione.
Il protagonista, Travis Bickle (interpretato da Robert De Niro), è un reduce della guerra in Vietnam che si ritrova alienato dalla società e tormentato dalla sua discesa nella follia. Lavora come tassista notturno e diventa testimone del degrado e della corruzione che lo circonda. La sua solitudine e il suo senso di impotenza lo portano a una crescita di frustrazione e rabbia, fino a quando decide di diventare un vigilante e prendere la giustizia nelle sue mani.
La prostituta che menzioni è Iris, interpretata da Jodie Foster, e la sua relazione con Travis è complicata e simbolica. Travis desidera proteggere Iris e liberarla dal suo stile di vita autodistruttivo, ma allo stesso tempo si rende conto della sua incapacità di relazionarsi in modo sano e normale con gli altri.
La scena finale in cui Travis tenta di uccidere il candidato presidenziale e poi si rivolge al bordello per salvare Iris è intensamente drammatica e controversa. Riflette il conflitto interno di Travis tra il desiderio di fare del bene e la sua incapacità di agire in modo razionale e controllato. L’interpretazione della sua azione da parte dell’opinione pubblica come un atto eroico è una critica sociale alla glorificazione della violenza e alla mancanza di comprensione delle condizioni mentali dei protagonisti come Travis.
In sostanza, “Taxi Driver” è un film che esplora temi complessi come alienazione, violenza, moralità e disperazione umana, offrendo uno sguardo crudo e inquietante sulla società americana degli anni ’70.

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