Recensione su Stranger Than Paradise

/ 19847.836 voti

Questo posto è un mortorio / 14 Ottobre 2014 in Stranger Than Paradise

L’America tra uno squallido monolocale a New York e un prefabbricato nella periferia innevata di Cleveland, l’America assolata di un motel tra i palmizi in Florida; cambiano le latitutidini, ma il languore della desolazione resta lo stesso.
Jarmusch è innamorato delle sue sequenze statiche e sonnecchianti, del suo bianco e nero un po’ manierato che ammicca alle prime pellicole di Cassavetes, dei lunghi silenzi sul set; in questo senso, il suo cinema freddo, che vuol essere diretto, non può sfuggire alla sensazione di risultare un po’ artificioso e ruffianello.
Doverosa menzione per la vecchia zia ungherese zoppa che vince sempre a carte.

Lascia un commento