Getaway!

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Getaway!

Doc McCoy viene rilasciato dal carcere su cauzione per mano di un vecchio e ambiguo committente; in cambio dovrà rapinare una piccola banca dove è depositata una ingente somma. Portato a termine il colpo, le cose precipitano in un bagno di sangue...
paolodelventosoest ha scritto questa trama

Titolo Originale: The Getaway
Attori principali: Steve McQueen, Ali MacGraw, Ben Johnson, Sally Struthers, Al Lettieri, Slim Pickens, Richard Bright, Jack Dodson, Dub Taylor, Bo Hopkins, Roy Jenson, John Bryson, Bill Hart, Tom Runyon, Whitney Jones, Raymond King, Ivan Thomas, C.W. White, Brenda W. King, W. Dee Kutach, Brick Lowry, Martin Colley, O.S. Savage, Dick Crockett, A.L. Camp, Bob Veal, Bruce Bissonette, Maggie Gonzalez, Jim Kannon, Doug Dudley, Stacy Newton, Tommy Bush, Stephen Douglas Butler, R.C. Keene, Margaret Mazzola, Hal Smith, Tommy Splittgerber, Mostra tutti

Regia: Sam Peckinpah
Sceneggiatura/Autore: Walter Hill
Colonna sonora: Quincy Jones, Toots Thielemans
Fotografia: Lucien Ballard
Costumi: Ray Summers
Produttore: Warren Skaaren, David Foster, Steve McQueen, Mitchell Brower
Produzione: Usa
Genere: Azione, Thriller, Poliziesco
Durata: 123 minuti

Dove vedere in streaming Getaway!

Peckinpah non delude / 1 Aprile 2015 in Getaway!

L’ennesimo filmone diretto da Peckinpah, regista che sinceramente meriterebbe molta ma molta più fama, ma va bene lo stesso.
La pellicola è un insieme ben dosato di adrenalina, suspance e malinconia, con uno Steve McQueen strepitoso che riesce a reggere intere scene solo con i suoi occhi di ghiaccio e un’affascinantissima Ali MacGraw, che interpreta una donna veramente tosta.
Come al solito è evidente un’influenza tremenda di Peckinpah sul cinema di Tarantino, ma qui, forse a causa del genere, il legame è persino più palese. La sequenza della rapina e quella della sparatoria nel motel sono esempi di grande cinema (nessuno ha saputo usare il ralenti meglio di Sam), punto e basta. Senza contare il finale che accantona quasi del tutto la tensione e abbraccia una malinconia molto “da western”.
Doverosa menzione finale per la sceneggiatura, firmata da Walter Hill, grande erede di Peckinpah.

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Se voglio star bene, di tanto in tanto mi ci vuole un bel thriller pulp alla Peckinpah ! / 26 Febbraio 2014 in Getaway!

Un thrillerone così forte e violento era da molto che non lo vedevo. Di quelli che, alla fine, dopo averti tenuto col fiato sospeso per tutta la durata, ti fanno fare un bel respiro ed esclamare compiaciuti:- Ah…un thrillerone così mi ci voleva proprio.

Ok, dopo questa caga*a che ho sparato (LOL) vi parlo più precisamente del film. 😀
Steve McQueen interpreta un “criminale” potente e spietato, che affronta una marea di peripezie, trovandosi all’interno di un intrigo intricato da cui è complicato uscire vivi.
Peckinpah filma in maniera impeccabile tutto ciò e catapulta lo spettatore dentro il film! Violenza, azione, tensione adrenalinica. Non sono tanti (quindi non troppi) i tocchi di classe del regista, che qui lascia parlare le immagini, che sono abbastanza fluide di per sé. Peckinpah sistema qualcosina per rendere fruibile il tutto.
Ma ciò non significa affatto che il suo stile non si conservi in quest’opera…Al contrario !
Mai come in quest’opera il suo stile è molto riconoscibile e la regia è impeccabile sotto tutti i punti di vista; rende il film più duro ed energico.
Non avete nulla da fare (improbabile) ? Avete molte cose da fare o non avete voglia di far nulla (probabile) ? Beh…il mio consiglio è di vedervi sto’ film se non l’avete già fatto, perché ne rimarrete certamente soddsfatti.
Dunque, un pulp movie alla peckinpah….lungometraggi così tosti ed espressivi non ne facevano all’epoca (almeno non con questa durezza ed al contempo fluidità nel trasmettere il messaggio, l’emozione ed il contenuto) né, figuriamoci, oggigiorno.
Poi, non c’è più ne peckinpah né McQueen, purtroppo, ed è questo il problema fondamentale (oltre al sistema in generale che non lo permette).
Quindi, l’unica cosa che resta da fare è vederselo. Tecnicamente ottimo e vigoroso nei contenuti ! Ottimo, a mio modo di vederla, anche il finale; anche se forse un po’ cercato, perché comunque concludere il film non era semplice ed è stato, tutto sommato, una gran bella scelta quella del finale, che non stona.
Solo un appunto, ho letto qui sotto la critica alla scena dello schiaffeggio alla ragazza da parte di @paolodelventosoest (non lo schiaffeggio, ma la critica -.-“).
Concordo con te, paolo, un po’ tutto il film è maschilista e sì, a quanto pare Peckinpah è un po’ misogino, considerand oanche le altre sue opere. Perché, per un’accusa tale può essere rivolta solo se l’aspetto della donna inferiore all’uomo è ripetuto insistentemente e con accanimento e se, in talune parti, questo aspetto è inserito probabilmente in modo superfluo, nel senso di ingiustificato (mi sembra, quindi, ci siano le condizioni).
Tuttavia, ciò non toglie che questo resta un ottimo film e questo aspetto non ha influito sul mio voto, poiché, almeno in questa pellicola, nel contesto è inserito in modo opportuno e quindi Peckinpah è parzialmente giustificato, pur rimanendo vivo il sospetto.
Al massimo, un mezzo voto l’avrò sottratto in quanto, quella tra la MacGraw e McQueen, non sembra affatto essere la miglior storia d’amore della storia del cinema (eufemismo).

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Adrenalinico e androcentrico / 11 Novembre 2013 in Getaway!

Per diversi tratti, questo film sembra una perfetta pulp machine. Inseguimenti e sparatorie altamente spettacolari, leggermente piccante, un protagonista – Steve McQueen – magnificamente freddo, determinato, con una riserva appena sufficiente d’amore verso la sua compagna di fughe. Ecco, un paio di voti Peckinpah me li perde per l’eccesso di virilismo; non voglio fare il moralista, questo è di per sè un genere androcentrico, ma c’è un filino di autocompiacimento nel machismo dei protagonisti; sia nello sbambolamento dell’oca di turno da parte del cattivo Al Lettieri, sia nello schiaffeggiamento fisico e morale di McQueen nei confronti della brava (seppure un po’ brown barbie) McGraw.
Resta un grandissimo film, adrenalinico come pochi altri, e non poteva essere altrimenti con un soggetto firmato nientemeno che da sua maestà il re del noir americano Jim Thompson, e l’ adattamento a screenplay di Walter Hill. Gran finale con uno dei miei “gregari” preferiti, il baffuto e simpatico Slim Pickens.

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Peckinpah/Mcqueen: una combinazione perfetta. / 29 Giugno 2013 in Getaway!

Un pò noir, un pò action movie, un pò road movie. Uno dei più grandi film degli anni 70, solida dimostrazione di quanto un film d’azione possa dimostrarsi intenso, crepuscolare, magnetico, accattivante e per nulla banale, quando a guidarlo ci sono un maestoso regista, duro, spietato ma anche straordinariamente romantico quale è Mr Sam Peckinpah, e un attore, il quale, rappresenta, senza sforzo alcuno, la quintessenza della star carismatica, affascinante e controversa, Steve Mcqueen. E’ forse (insieme a “La grande Fuga”) il film dove Mcqueen dimostra di essere davvero un attore notevole, in grado da solo, di reggere la tensione di un film, cosa che non può accadere nel corale film di John Sturges, nonostante in “Getaway” con lui ci sia la bellissima Ali MacGraw.
La fuga disperata di una coppia di rapinatori, infedelmente innamorati, verso il Messico, fra tradimenti di ogni genere, sporchi segreti e meravigliose sparatorie al sangue. Una storia semplice, ma ipnotica ed interessante, non manca nulla, nemmeno un bottino milionario per il quale si scatenerà tanta violenza, ma è il mondo rappresentato con mano così spietata e crudele a stabilire gli standard sia dell’opera in questione che dei tanti action movie, cloni, degli anni a venire. Finale geniale, in aperto contrasto con il pessimismo totale del film e l’amoralità di tutti i personaggi, anche dei due protagonisti, insieme fino alla fine ma forse mai solidamente uniti. Splendida la MacGraw, esotica femme fatale, perfetta partner di Doc/Mcqueen. Sceneggiatura di Walter Hill. Un modello con cui confrontarsi.

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Sbavo. / 11 Marzo 2013 in Getaway!

The Getaway!
L’approccio fra Sam e DonMax

Era il 1972. Sam Peckinpah si reca a El Paso, Texas.
In questo periodo, oltre il confine Messicano, il regista si sposa con la sua III moglie. Sia il west che il Messico sono degli elementi chiave per il nostro regista. In questo film riemergono tutti i punti cari al vecchio Sam: “Proprio il Messico, la violenza,i l ralenti formidabile, il ruolo della donna (e quello dei bambini) e il tema dell’amore”.
Ma andiamo con ordine, la regia è di Sam, la sceneggiatura invece è di un certo Walter Hill.
Ve lo ricordate ? Ne parlammo quasi un mesetto fa a proposito de “L’eroe della strada” e “I guerrieri della notte”. Il film si apre con l’inquadratura di alcuni cerbiatti accanto al penitenziario dove è rinchiuso il nostro protagonista. Doc è un rapinatore imprigionato, ha lasciato tutto ed ha lasciato sola soprattutto la sua bella moglie.Non è cattivo, sappiamo che ha, in prigione, una condotta esemplare ma gli viene privata la libertà per gli errori commessi in passato.
Alla moglie chiede di andare da Beynon, un Texano che incarna il “male” dell’America (è ricco, corrotto, disonesto..) per mettersi d’accordo a proposito dell’eventuale scarcerazione, essendo egli il presidente della commissione per la stessa.
Scarcerazione che avviene ma a caro prezzo.
Due sono le penitenze pagate, in primo luogo infatti sarà coinvolto in una rapina organizzata e cosa più grave, ecco il secondo luogo, è frutto di un baratto. La moglie per amore del marito si concede sessualmente. Per scarcerarlo si sarebbe data a tutte le prigioni del Texas, queste sono le sue parole e personalmente mi hanno fatto riflettere. Carol è bellissima, non troppo sveglia (poi spiego il motivo), e solo dopo la libertà Doc (Steve McQueen) ha il coraggio di chiederle se avesse avuto altri uomini poiché è consapevole di come è avvenuta la sua liberazione, è lei l’artefice di tutto.
Da questo momento comincia la II parte della pellicola.

LA RAPINA.
Doc è preciso, scientifico, pignolo allo sfinimento.
Progetta la rapina nei minimi dettagli ma gli vengono dati due personaggi che non conosce, Rudy e Frank. Uno di questi uccide una guardia all’interno della banca. Non era previsto nei piani ma il colpo va a buon fine, 500 000 dollari sono nelle tasche del trio. Trio che diventa un duo visto che Frank ammazza Rudy (che a sua volta uccise la guardia della banca che al mercato mio padre comprò). Vorrebbe accopare anche Doc ma egli è più sveglio e lo ferisce. Vorrei sottolineare come sia importante l’uso del ralenti.
Il ralenti non viene usato solo nei momenti di violenza, durante delle sparatorie che ci lasciano a bocca aperta (molto spesso sento parlare delle sparatorie cazzute anni ’80, signori miei quelle sono figlie del vecchio Sam) ma anche nei momenti di passione ritrovata. Basti pensare al dopo scarcerazione, al laghetto marito e moglie si tuffano, si immergono nell’acqua paciosi e soddisfatti per la pace riottenuta (a caro prezzo).
Intanto moglie e marito vanno da Beynon e finalmente tutte le paure vengono a galla. Scopre che la rapina è frutto di un marchingegno, di una truffa.Vengono dichiarati duecento mila dollari in più che spariscono. Questo perché il fratello di Beynon se li è intascati attraverso un furto “legale” (senza pistole o passamontagna). Ma si scopre soprattutto che la donna si è data per la scarcerazione (finora lo sospettava). BABOOM colpo di scena e BABOOM colpo sparato da Carol al corrotto Texano. Non sapremo mai se stava sparando al marito e poi ci ripensa o se effettivamente voleva farla finita con Beynon.
Ci aiuta il fatto che Beynon voleva averla tutta per sé e che voleva uccidere Doc. Ripensamenti a parte o presunti tali, la pellicola ci mostra come Carol sia una donna forte che farebbe di tutto per il marito.
Da questo momento si apre la III parte.

FUGA VERSO LA LIBERTA’.. MEXICO.
Perché il Messico ? Sam è fissato con il Messico, sin dopo la guerra in Indocina (Peckinpah è stato marine) fu sempre legato a questa terra.
Il Messico rappresenta ciò che gli USA non sono più, un paese di rifugio per rifugiati di tutti i tipi, dai criminali ai rivoluzionari per passare ai soldati o dei cowboy di frontiera. Il Messico come scarto dell’America, il Messico come terra da colonizzare.
Il Messico come frontiera.
I nostri protagonisti prima di arrivare in Messico ne dovranno passare di cotte e di crude, tanto che Carol si farà fregare pure il malloppo con 500 000 dollari dentro -.-” (l’ho detto che non è sveglia).
E non vi dico altro, sappiate solo che Frank non è morto, è ferito e tornerà… prima però fotterà, in tutti i sensi, la donna a un dottore che lo medica.

DonMax

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