Recensione su Animali notturni

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Animali notturni
Regia:

Estetica, McCarthy e un incipit provocatoriamente grottesco / 21 Dicembre 2016 in Animali notturni

Il secondo film dell’ex stilista di Gucci Tom Ford è un thriller interessante, ben diretto, racchiuso tra un incipit a dir poco grottesco (era davvero necessario?) e un finale aperto che chiude con un anticlimax una pellicola in continuo crescendo.
Una buona prova per Tom Ford, che riesce a portare sul grande schermo (sua anche la sceneggiatura), un romanzo che sarebbe interessante leggere, perché l’efficace intreccio tra realtà e finzione (la vita reale di Susan e quella immaginata dal suo ex marito nel romanzo Animali notturni, di cui vengono ripercorse le pagine), è talmente ben incuneato da far venire il dubbio che il mezzo cinematografico possa essere più opportuno della carta ad immortalare un soggetto di questo tipo.
In altre parole: il cinema è forse più adatto della letteratura a rappresentare suggestioni meta-narrative?

Gran parte del merito della riuscita complessiva dell’opera va anche ad una recitazione encomiabile dei due protagonisti, Amy Adams e Jake Gyllenhaal, ma anche degli attori minori, tra cui il principale membro della gang degli animali notturni, interpretato da Aaron Taylor-Johnson.
La Susan di Amy Adams è una novella Dorian Gray al femminile, che vende l’anima al diavolo sacrificando l’amore per il denaro e gli agi di una vita alto-borghese da cui sarà ben presto inghiottita.
Il vecchio mestiere di Tom Ford emerge nella fredda raffinatezza delle ambientazioni della parte che ha per protagonista Susan e nella connotazione di quest’ultima quale affascinante ed elegante donna matura del jet set.
Per l’altra metà (ossia quella in cui è protagonista Gyllenhaal) il film è evidentemente debitore di un’opera come Non è un paese per vecchi, non soltanto per l’ambientazione (il desolato Texas occidentale), ma soprattutto per la caratterizzazione del personaggio del detective Bobby Andes, interpretato da un Michael Shannon truccato a dir poco perfettamente per dimostrare almeno una ventina di anni in più.
Il film, nonostante vada maluccio al botteghino, non è passato inosservato, vincendo il Leone d’argento – Gran premio della giuria al Festival di Venezia, dove è stato presentato in anteprima.

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