Recensione su Mio zio

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Pipa e bici / 20 Settembre 2016 in Mio zio

Visto al cinema in versione restaurata, un film davvero dolcissimo. La figura ciondolante di Monsieur Hulot con la sua pipa e la sua bici è l’icona dell’umorismo à la Charlot nel contesto suburbano e industrializzato francese, dove a fabbriche dall’asfissiante rigore geometrico si alternano angoli di strada, piazzette e case di una bellezza malinconica. Che dire della comicità espansa, distesa, rilassata di questo maestro della mimica? Non è un susseguirsi turbinoso di sketch per la risata facile, ma sono perline disseminate di umorismo fine, semplice, che a volte devi cogliere in un dettaglio marginale. Hulot è colui che non sta nella scia del moderno e dell’ordine, resta sempre un po’ in disparte a battere la pipa sotto il tacco, vicino ai monellacci e alle osterie, non ha villette con fontanelle azionate solo quando ci sono ospiti nè garage con la fotocellula, ma una stupenda mansardina sopra una casa cunicolare color pastello.

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