Recensione su La Stanza del figlio

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26 Settembre 2013

Palma d’Oro 2001 a Cannes, La stanza del figlio è un ritratto realistico e intimo di una famiglia normale e, come si dice in psicologia, di un evento critico non normativo: la morte del figlio adolescente.
Moretti, più votato ai sentimenti chiari e genuini questa volta, imbastisce un film diretto e crudo nella sua realtà, che il cuore un po’ lo stringe, senza urla e salti mortali, ma con tante piccole scene intimiste di dolore raccolto.
Non un capolavoro, ma un film sincero, che sicuramente risulta molto sentito a chiunque e soprattutto a chi ha questi vissuti. Brava molto Laura Morante, meno Nicola Piovani alle musiche, zuccherino e invasivo ma splendida la scelta di Brian Eno nel finale, che finisce per essere davvero un buon finale.

2 commenti

  1. signormario / 26 Settembre 2013

    L’ho visto al cinema quando uscì, e ne rimasi asfissiato. Mi è piaciuto tantissimo, è un ritorno al neorealismo senza pari. Per me vale 9 🙂

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