Almodovar senza nerbo / 21 Luglio 2014 in La pelle che abito
Lo stile del regista spagnolo c’è tutto, ma non la sostanza: il film risulta del tutto gratuito, senza riuscire a tessere un discorso sul genere e la sessualità che sarebbe stato possibile. Data la trama, qua e là si sfiora l’umorismo involontario. Notevole tuttavia il modo in cui verso la metà del film cambia il modo in cui ci appare la splendida Elena Anaya, senza che il suo aspetto sia minimamente mutato.
Recensione da Oscar
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