Recensione su La nave sepolta

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Bello a metà / 9 Febbraio 2021 in La nave sepolta

The Dig concede poco o nulla all’epica della grande scoperta archeologica, preferendo il racconto più intimistico del rapporto tra la proprietaria Edith Pretty e lo scavatore Basil Brown, cui prestano il volto Carey Mulligan e Ralph Fiennes. L’incontro tra la donna, col suo fascino dolente, e l’archeologo autodidatta e di umili origini, dai modi a tratti goffi e incerti ma non privo di confidenza di sé, è senz’altro la cosa migliore del film, grazie a due interpretazioni notevolissime. Anche il rapporto di Brown con la moglie, pieno di sottintesi e non detti, è rappresentato con maestria. Bella la scena con la barca che appare all’improvviso sul fiume.

Purtroppo il film va alla deriva con l’arrivo della squadra di archeologi che affiancano Brown. Quest’ultimo finisce sullo sfondo, e i delicatissimi fili sentimentali che lo legano a Edith cedono il posto alla storia d’amore molto più banale (e completamente inventata) tra l’archeologa Peggy Piggott e il cugino della Pretty, Rory. Come in altre occasioni, Lily James (che interpreta la Piggott) si rivela quasi esiziale per le sorti di un film – anche se l’attrice è in fondo abbastanza incolpevole; la responsabilità è di chi la scrittura e di chi la dirige senza arginarne la stucchevolezza.

Il film tenta anche una riflessione sulla caducità delle cose umane, legandola da un lato allo scavo e dall’altro alla guerra che incombe sui protagonisti; ma la cosa riesce solo a metà. Peccato, perché una regia più sorvegliata avrebbe fatto tesoro delle proprie non disprezzabili capacità tecniche e – soprattutto – dei due magnifici protagonisti.

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