Recensione su Interstellar

/ 20147.81003 voti

La legge di Murphy / 19 Settembre 2015 in Interstellar

Se qualcosa può andare storto, lo farà. E’ questo il vertice della piramide di Interstellar. Una legge non scientifica che si rivela l’unica davvero valida in un film scientifico. Nolan come suo solito si rifiuta di essere prevedibile. Ma invece di ricercare insensati colpi di scena come qualsiasi altro banale regista, Nolan si spinge oltre. Osservando le rigide leggi scientifiche sfruttando le dolci licenze poetiche fantascientifiche. Questo mai abbastanza premiato regista non si accontenta di raccontare una storia, si illude e ci illude con tutta la convinzione di cui è capace che quello che ci narra non solo sia possibile, ma sia del tutto probabile. La trama all’inizio sembra quasi banale. Cooper vive in un futuro distopico dove la Terra inizia ad avvelenare l’aria e il cibo. E’ vedovo ed ha due figli che ama molto, per la quale è disposto a lasciare la Terra, per trovare un altro pianeta su cui vivere. Ed da questo momento in poi l’unica legge veramente valida sarà la non scientifica legge di Murphy. Murphy è anche il nome della figlia di Cooper. Una ragazzina che invece di aspettare che la salvezza arrivi (letteralmente) dal cielo, la ricerca sulla Terra. Che con suo padre ha un legame stretto, che verrà spezzato dall’irruenza con cui il viaggio interstellare prende forma e velocemente si materializza nella vita di Cooper.
Che nello spazio si ritroverà in un mondo in cui le leggi fisiche e scientifiche fanno da padrone, immerso in un mare letale. Forzatamente distaccato da tutte le emozioni e i sentimenti umani. Ed ecco che la fantascienza compie di nuovo il suo miracolo. Va al di là della credibilità, ed è proprio questo che dobbiamo volere: incredulità. Perché siamo ormai a un punto in cui non ci stupiamo più di niente di quello che ci viene mostrato sullo schermo. E invece Interstellar ci dona non cinema, ma fantastica realtà.

Lascia un commento