Recensione su Star system - Se non ci sei non esisti

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La classe (non) è acqua! / 25 Giugno 2012 in Star system - Se non ci sei non esisti

Partendo dal romanzo Un alieno a Vanity Fair,profondamente autobiografico di Toby Young,Weide si permette,con destrezza e comicità fuori dal comune,di ritentare la giusta carta della commedia sul giornalismo. Abbiamo Sidney Young,giornalista non commerciale e contro lo star system che riceve l’offerta di lavorare per un importante giornale di moda e spettacolo. Comincia a diventare parte integrante dello star system e diventa famoso:diventa cioè tutto quello che lui ha sempre odiato. La metamorfosi commercialmente giornalistica della vicenda, molto più Prima Pagina che Quarto Potere,anche se il modello preferito resta American Pie e diramazioni, nel film riesce ad essere una metafora discretamente realizzata,con audacia e coraggio. Va sicuramente lodata la capacità critica del regista e degli sceneggiatori,di giocare sul mondo complicato del giornalismo e dello show business,con un’allegria eccezionalmente sviluppata. I lati negativi del film però ci sono e non son pochi: Prima di tutto,la sceneggiatura gira incredibilmente a vuoto in tutta la parte iniziale del film,riciclando luoghi comuni e facendosi artefice di una rilettura non molto innovativa di un (semi)classico hollywoodiano; Secondariamente,l’impostazione con cura maniacale,da veri radical chic,dello show business,tra contraddizioni e realtà vere quanto finte,non convince pienamente e risulta quasi una vera e propria finzione. Ultimo,ma non per importanza,e qui va aperta una parentesi importante,la comicità. La comicità per la maggior parte dei film hollywoodiani,se escludiamo i grandi maestri(Allen,Altman,Landis) e alcuni nuovi grandi talenti,è lontana anni luce dai momenti di gloria del vero cinema. Anche Star System è una commedia rallegrante,ma non sorprendente,che riesce anche ad annoiare in alcuni passaggi e non diventa chiara. Lontana la volgarità o il finto buonismo tipicamente mucciniano,ma non basta questo a rendere il film una scommessa riuscita. Il personaggio di Pegg è intraprendente e comico,Megan Fox fa la gattamorta(leggi: “fa la Megan Fox”) e purtroppo Kirsten Dunst e Jeff Bridges sono ridotti a particine di contorno,senza guizzi particolari. La commediola,insomma,è bella ma non balla e non funziona. Dispiace sentitamente perchè lo sviluppo della storia,se articolato meglio,avrebbe anche potuto stupire. Ma ormai abbiamo imparato che la classe non è acqua. E Wide è terribilmente acqua e basta. Ma poi,quando tutto sembra finito,il film si risolevva con un finale poco telefonato e veramente niente male. Insomma,la classe non è acqua. Ma con un pò di pratica potrebbe diventarlo.

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