Recensione su Encanto

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Tecnicamente super, narrativamente deludente / 21 Marzo 2022 in Encanto

Per i miei gusti, Encanto (60mo classico di animazione Disney) è un film sovrabbondante: troppi personaggi, troppi dettagli in scena, troppe voci, troppe parole (nei dialoghi e nei brani cantati).
Tutto sembra finalizzato a dimostrare la (pregevole e difficilmente discutibile) bravura artistica degli Studios di Burbank in ogni settore della produzione.
Il fatto è che, in mezzo a tanta “agitazione” formale, io mi sono persa e sfiancata e la trama abbastanza banale (per i miei gusti) non ha ripagato lo sforzo.

Encanto è una gioia per gli occhi, questo è fuor di dubbio: la resa tecnica è davvero spettacolare (un esempio su tutti: il cotone della camicetta di Mirabel ha una precisa consistenza materica che sono certa di conoscere: come, in Disney, siano riusciti a rendere palpabile un tessuto “disegnato” in computer graphic è un bellissimo mistero della tecnologia).
Ma, dal punto di vista narrativo, il film non propone niente che la Disney non abbia già esposto nei 59 classici precedenti, super aspettative famigliari comprese.

P.s.: se qualcuno si sta domandando se esiste qualche connessione tra questo film Disney e il Pixar Luca in base al fatto che, in entrambi i casi, si usa il nome “Bruno” in maniera “negativa” (qui, “Non si nomina Bruno”; là, “Silenzio, Bruno!”), mi permetto di chiarire la questione: pare che sia un caso e che, tra i due film, non ci sia nessun legame narrativo. Se ne parla bene qui: https://insidethemagic.net/2022/01/disney-anti-bruno-agenda-mc1/

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