Non si sevizia un paperino

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Non si sevizia un paperino

In un paese dell'italia meridionale un serial killer semina il terrore uccidendo vari bambini. Per gli omicidi viene accusata una mentecatta, accusata di essere una strega adorante il demonio, ma un reporter e una giovane donna scopriranno l'identità del serial killer.
Anonimo ha scritto questa trama

Titolo Originale: Non si sevizia un paperino
Attori principali: Florinda Bolkan, Barbara Bouchet, Tomas Milian, Irene Papas, Marc Porel, Georges Wilson, Antonello Campodifiori, Ugo D'Alessio, Virgilio Gazzolo, Vito Passeri, Rosalia Maggio, Andrea Aureli, Franco Balducci, John Bartha, Duilio Cruciani, Linda Sini, Fausta Avelli, Gianfranco Barra, Don Semeraro, Mostra tutti

Regia: Lucio Fulci
Sceneggiatura/Autore: Lucio Fulci, Gianfranco Clerici, Roberto Gianviti
Colonna sonora: Riz Ortolani
Fotografia: Sergio D'Offizi
Produttore: Renato Jaboni
Produzione: Italia
Genere: Thriller, Horror
Durata: 105 minuti

Dove vedere in streaming Non si sevizia un paperino

18 Novembre 2013 in Non si sevizia un paperino

Fulci amava definirsi un “terrorista dei generi”, che assume non come statici contenitori, ma in quanto strumenti espressivi da scardinare per sfruttarne sino in fondo le potenzialità linguistiche. In Non si sevizia un paperino si raggiunge la massima fluidità di ibridazione, volta a generare una sovrapposizione fra i diversi filtri e ritmi narrativi. Ogni elemento – compresa la nota peculiarità dell’ambientazione diurna e provinciale – non va considerato autonomamente, ma dev’essere inquadrato all’interno di una logica tragica, tesa a valorizzare i contrasti insanabili che attraversano in senso dialettico l’intera narrazione: vita/morte, eros/thanatos, ragione/follia-magia, diurno/notturno, esterno/interno, campagna/città, sud/nord, sacro/profano, violenza/gioco, sessualità/repressione, colpevole/vittima, ecc.
La prima inquadratura già propone il contrasto fra realtà provinciale (boschi, campagna) e quella moderna (cavalcavia, autostrada), finché il canto ancestrale, di sottofondo, viene bruscamente interrotto da una musica inquietante: delle mani scavano con disperazione nella terra, quasi a cercare una verità scomoda e sommersa. Il successivo spostamento d’ambientazione, dalla campagna al centro abitato, dagli esterni (abbaglianti) agli interni (oscuri), precipita lo spettatore nelle oppressioni e chiusure mentali della realtà paesana. Ai primi omicidi le angosce della gente si riverseranno contro gli estranei, gli alieni: lo scemo vittima della sua semplicità, la “maciara” colpevole d’incesto, la bella Barbara tanto minacciosa nelle sue curve provocanti quanto nella sua eccentricità cittadina, assumono, di volta in volta, il ruolo di capri espiatori. Non c’è un protagonista, ma una serie di personaggi che di volta in volta emergono per recitare il proprio ruolo e poi tornare sullo sfondo. In questo senso merita un discorso a parte la polizia, le cui accurate ricerche subiscono uno scacco (non è un caso che a svelare il mistero sia il giornalista, ossia un personaggio esterno alla realtà paesana); insieme alle forze dell’ordine Fulci si diverte a disorientare lo spettatore, più volte, prima di un finale che collega le tessere del puzzle ma impedisce ogni redenzione: il giallo si risolve, ma la tragedia rimane. La conclusione non tenta solo la sorpresa, ma la beffa. Una volta che le mani hanno finito di scavare la terra, ciò che rimane è una rappresentazione spietata dell’umano e dell’Italia, perfettamente racchiusa in una semplice osservazione del maresciallo: “Ecco qua… abbiamo costruito le autostrade e non siamo riusciti a vincere l’ignoranza e la superstizione”.

Recensione da “Un fachiro al Cinema”:
https://unfachiroalcinema.wordpress.com/2014/06/20/non-si-sevizia-un-paperino/

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L’oltraggioso “paperino” di Mr Fulci. / 29 Maggio 2013 in Non si sevizia un paperino

Resto stupito dalla totale assenza di recensioni o commenti su questo gran film del maestro artigiano Lucio Fulci, un uomo che ha sempre fatto cinema, il suo cinema, spaziando dalla commedia di Franco e Ciccio, al giallo, per arrivare al gore e allo splatter, genere che indubbiamente lo ha reso famoso nel mondo, ma a suo tempo quasi ridicolizzato nel nostro paese, ma si sà “nessuno è profeta in patria”. Fulci fa parte di quel pugno di registi di gran talento, quali Bava, Lenzi, Deodato, Castellari, che hanno avuto la semplice grande sfortuna di nascere in Italia. Fortuna per noi, ma loro c’hanno rimesso, vedendosi rivalutati solo da qualche anno a questa parte, purtroppo troppo tardi per il Fulci. Venendo al film, “Non si sevizia un Paperino”, è un vero capolavoro nel genere del cosiddetto giallo all’italiana, con punte splatter (appena accennate) e una trama intricata, ambientata in un paesino, per certi versi sgradevole, della Lucania, fra morbosità varie, pettegolezzi tipici della piccola comunità e loschi segreti. E’ un’opera di qualità, all’epoca bollata naturalmente come cinemaccio di serie B di consumo, dove la regia del buon Lucio si fa notare in scene piccanti, quando la meravigliosa Barbara Bouchet “flirta” con uno dei bambini “paperini” denudandosi completamente, o appunto scene gore, fantastico in questo senso il linciaggio spietato della maciara Florinda Bolkan. L'”eroe” è Tomas Milian, ottimo attore, qui più di maniera nel ruolo di un giornalista curioso, ma sempre efficacissimo e credibile. Egregio colpo di scena finale, forse non così spiazzante per chi vede il film oggi, ma sicuramente d’impatto all’epoca. Per concludere, era un periodo di gran cinema questo per l’Italia, eravamo grandi, eravamo…..

http://www.youtube.com/watch?v=LjdKdsdi__Q

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