Detroit

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Detroit

Detroit, 1967. Durante una rivolta della comunità afroamericana, la polizia locale diede vita a un vero e proprio massacro che causò la morte di tre persone e il ferimento di diverse centinaia.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Detroit
Attori principali: John Boyega, Will Poulter, Anthony Mackie, Algee Smith, Hannah Murray, Jason Mitchell, Malcolm David Kelley, Jack Reynor, Ben O'Toole, Jacob Latimore, Kaitlyn Dever, John Krasinski, Joseph David-Jones, Ephraim Sykes, Leon G. Thomas III, Peyton Alex Smith, Nathan Davis Jr., Gbenga Akinnagbe, Tyler James Williams, Chris Chalk, Jennifer Ehle, Jeremy Strong, Laz Alonso, Austin Hébert, Samira Wiley, Mason Alban, Miguel, Miguel Pimentel, Darren Goldstein, Kristopher Davis, Glenn Fitzgerald, Bennett Deady, Tokunbo Joshua Olumide, Benz Veal, Dennis Staroselsky, Zurin Villanueva, Ricardo Pitts-Wiley, Timothy John Smith, Chris Coy, Joey Lawyer, Will Bouvier, Morgan Rae, David A. Flannery, Kris Sidberry, Lizan Mitchell, Ato Blankson-Wood, Henry Frost III, JJ Batteast, Michael Jibrin, Karen Pittman, Malcolm David Kelley, Eddie Troy, Alexander Cook, Frank Wood, Gary Wilmes, Khris Davis, Mostra tutti

Regia: Kathryn Bigelow
Sceneggiatura/Autore: Mark Boal
Colonna sonora: James Newton Howard
Fotografia: Barry Ackroyd
Costumi: Francine Jamison-Tanchuck, Angelique Paull
Produttore: Kathryn Bigelow, Mark Boal, Megan Ellison, Matthew Budman, Greg Shapiro, Colin Wilson
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Thriller, Poliziesco, Storia
Durata: 143 minuti

Dove vedere in streaming Detroit

Un film paradossale / 10 Gennaio 2022 in Detroit

Detroit è girato tutto con la camera a mano; le immagini perpetuamente traballanti dovrebbero aumentare il coinvolgimento nell’azione, eppure il risultato paradossale è che lo spettatore si sente spesso distaccato. C’è infatti nel film qualcosa di artificioso, come se lo stile pseudo-documentaristico mettesse ancora più in evidenza che questo non è ovviamente un vero documentario. Può esserci anche qualche altro motivo – forse un distanziamento inconscio dello spettatore dalle scene più violente, quasi una derealizzazione; forse l’ambiente chiuso del motel dove si svolge la parte centrale del film, in cui si percepisce a tratti una vaga qualità teatrale della messa in scena.

Il momento migliore del film è quello che precede immediatamente la tragedia, quando i protagonisti si trovano riuniti nel Motel Algiers. Bigelow riesce a comunicare in queste scene un senso profondo e naturale di vitalità, come se i personaggi emanassero una luminosità autonoma. Il contrasto con l’orrore che segue – anche cinematograficamente meno felice – non potrebbe essere più netto.

La parte finale, con gli eventi successivi alla notte nel motel, è invece sfilacciata e poco interessante. Un altro punto debole è rappresentato dall’interpretazione di John Boyega, inspiegabilmente lodata dalla critica. La maschera pressoché imperturbabile dell’attore non rende infatti la minima giustizia alla complessità del personaggio di Melvin Dismukes, una guardia giurata che si trova ambiguamente sospesa tra i due mondi della sua gente e di un sistema poliziesco razzista.

Malgrado tutto il film rimane comunque un’opera notevole, che sembra agire nel profondo di chi la guarda, e che conferma le grandissime doti della sua regista. Le persone più impressionabili faranno tuttavia bene ad astenersi dalla visione, a causa di alcune scene decisamente crude.

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Sfortuna, sfortuna, son pazzi, sfortuna / 12 Gennaio 2019 in Detroit

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Svariate storie confluenti. Lo sfondo sono i saccheggi nel ghetto nero di Detroit del luglio 67, in seguito ai quali vennero mandati esercito e guardia nazionale a pestare i nigga, ci furono decine di morti e migliaia di arresti; tutto partì da una retata in un bar che vendeva abusivamente alcolici, a far da cerino sulla di benzina tanica. I tempi eran quelli che erano e la questione Ringo (ahah :/) vabbè, quella non cessa d’esser attuale manco ora. Nel casino, insensato come tutti i casini, la Bigelow illumina alcuni personaggi e le loro storie. C’è il poliziotto bianco con la faccia da maiale, che ha appena ucciso un tipo ma non ci sono testimoni, e visto il momento di crisi viene lasciato in servizio. C’è uno nero che fa la guardia a una drogheria, ed è proprio un bravo ragazzo. Ci sono due componenti di un gruppo R&B, in città per sfondare, che affittano una stanza in un hotel per stare al riparo dai guai. E mal gliene incolse, perché nell’hotel conoscono due gnocche bianche (e giustamente come Bello Figo anche loro vogliono la fika bianka) e dei loro amici neri, uno di questi spara con una scacciacani verso l’esercito in strada. WROOOONG!
L’hotel viene crivellato di colpi, ma non basta, perché il peggio è che arriva il poliziotto maiale (sembra un po’ il grande Maiale, il cattivo del film con Alberto Tomba) con degli altri della stessa risma. Siamo a quello che è il pezzo forte, o debole, del film, una interminabile sequenza di torture, fisiche e psicologiche, da parte dei poliziotti, due o tre + un paio di soldati, sull’umanità varia che hanno trovato lì, per capire chi fosse stato il cecchino – a parte che non si capisce come mai nessuno dica che non c’era un cecchino, ma boh, la trama dovrebbe essere stata tessuta su come la vicenda era stata poi ricostruita durante il processo. Il maiale ha ucciso lo scacciacane, appena arrivato, e poi gli ha lasciato un coltello accanto per poter dire di essersi difeso. Quindi sei portato a essere con loro e loro, le vittime, a vivere il terrore, a credere che abbiano appena ucciso il tuo amico, e anche le fike bianke non se la passano affatto bene. Quando ci si diverte sai, la situazione sfugge un po’ di mano, per cui i poliziotti per sbaglio, o meglio, per un misunderstanding tra di loro sulle modalità di interrogatorio, ne ammazzano un altro. E poi dicono agli altri di scappare e scordare tutto, uno non lo fa e lo ammazzano. Conseguente processo, al termine del quale nessuno fu davvero punito. La questione razziale resta, ahitutti, ipermoderna e attuale, il problema vero, e non tanto tecnico perché il pacchetto confezionato dalla Bigelow è impeccabile ed efficace nel catapultare lo spettatore in mezzo ai riots e quasi ti vien voglia di sciacallare, entrare in una vetrina e pigliarti un televisore pure tu, il punto è che i tre poliziotti sono talmente cattivo/stupidi, o è talmente evidenziato, che si finisce per dare più la colpa a loro, quelle tre specifiche persone veryvery bad, che non al sistema/società da cui è partita la scintilla quindi l’incendio, si tratta ovviamente di una questione più generale che particolare. Gli altri dell’esercito e pure gli altri poliziotti son tutti bravi ragazzi, siete finiti proprio con quelli lì. Tallà la sfiga.

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Maledetto motel / 3 Gennaio 2019 in Detroit

Buon film diretto da Kathryn Bigelow.
Siamo nel 1967, a Detroit il clima è teso con i conflitti crescenti tra bianchi e afroamericani; la miccia che aumenta la tensione è una retata della polizia in un club dove si vendevano alcolici (club gestito da gente di colore).
Prima parte che serve per presentare il clima di tensione che c’è in città; inoltre dopo una panoramica generale, ci si sofferma su alcuni protagonisti. Troviamo il poliziotto bianco Krauss (Will Poulter visto nella saga di Maze Runner), razzista che per sedare la rivolta non esita a sparare alle spalle a un ragazzo nero disarmato dopo un furto; c’è Larry (Algee Smith), un ragazzo afroamericano, che col suo gruppo hanno un’esibizione in un teatro che purtroppo salta per i disordini scoppiati in città.
Il clou del film si svolge in un motel dove i fatti prenderanno una piega drammatica; testimone dei fatti, troviamo anche Melvin (John Boyega, il Finn della nuova saga di Guerre Stellari), un afroamericano che lavora come sorvegliante in un negozio vicino al motel.
Film intenso e teso, soprattutto nella parte del motel dove il disgusto per la prepotenza dei poliziotti bianchi aumenta. Non pensate che sia un film che narra solo una vicenda del passato perchè gli episodi di razzismo da parte dei poliziotti bianchi sono stati anche recentemente.

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Devi sopravvivere alla notte… / 18 Luglio 2018 in Detroit

E pensare che tutto quello che racconta il film, anche se romanzato, è accaduto veramente.
Quale altro animale può concepire un abominio del genere.
Questo mi fa paura. Che ancora oggi ci sia della gente che trova differenze tra gente di colore diverso.
Girato bene e per nulla stancante. Un dramma che dovrebbe essere visto in maniera didattica per non dimenticare e far crescere i giovani.
Bello, intenso, irritante per quello che trasmette.
Consigliato.
Ad maiora!

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Bello, ma troppo romanzato! / 11 Luglio 2018 in Detroit

Un bel film, in stile Bigelow, tra documentario e cronaca, tra razzismo e violenza, ahomè queste cose sono successe davvero.
Ma la calata di stile sta nel romanzare troppo gli eventi per avere più impatto visivo: se non avesse messo quei frammenti di foto e video dai vecchi news, sarebbe stato TUTTO romanzato, e andava meglio.
Ma dal momento che si inseriscono elementi veritieri dalla vera cronaca, non puoi fantasticare o supporre come siano andati gli eventi.
A parte questa pecca, per me non di vitale importanza, la pellicola mi ha colpito molto, e mi fa incazzare per come abbiano preso piega le cose dopo quella notte.
E ancora oggi non è cambiato così tanto. Ci vorrebbe la stessa voglia di rivoluzione ma nella politica, con mazze e pietre, diceva Pertini!
Un 7 se lo merita appieno!

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