Recensione su L'ora più buia

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L'ora più buia
Regia:

Wright prende il volo / 2 Febbraio 2018 in L'ora più buia

Ho sempre pensato che Gary Oldman avesse vissuto un po’ di rendita per la coolness del suo Dracula; ottimo attore ma esageratamente riverito. Qui però siamo all’immedesimazione più straordinaria degli ultimi decenni, con grande merito del trucco di Kazuhiro Tsuji; il suo Churchill è un capolavoro di teatralità, intenso e ruvido, imprevedibile, esplosivo (tra l’altro ben doppiato – ogni tanto va riconosciuto – dal veterano Stefano De Sando). Aggiungerei che tutto il film di Wright è davvero ottimo, con scelte di cast azzeccatissime – magnifici anche l’incartapecorito Chamberlain di Ronald Pickup e il balbettante, impettito Giorgio VI di Ben Mendelsohn – e alcune sequenze di semplice e poetica bellezza (come l’incontro tra Churchill e il re in un salotto appena illuminato). Uno sviluppo tutto sommato abbastanza canonico, tra discorsi alla radio, al parlamento, tra la gente e dialoghi famigliari già visti, per un filmico disposto con leggerezza e gusto vignettistico (i parlamentari della House of Commons), alcune valide idee narrative (la verticale di alcune riprese che in qualche occasione sottendono al campo di battaglia nei cieli) e un bel po’ di british flavour.

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