Recensione su Boyhood

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21 Febbraio 2015

Il progetto lungo 12 anni di Linklater è una lunga operazione nostalgia, per me che condivido col protagonista l’arco di tempo descritto. Ho dunque molto molto apprezzato certi eventi, piccoli ricordi della mia vita e forse più di tutti mi ha emozionato il momento in cui Mason va a prendere eccitato la sua copia di Harry Potter, perchè mi ha ricordato me stessa, l’attesa spasmodica, la prenotazione del libro dal mio librario, la felicità di averlo tra le mani liscio e nuovo; non mi manca neanche il momento Dragon Ball, quello Britney, quello High School Musical, tutta le aspettative pre-università/college ed è in queste piccoli dettagli che ricostruiscono più di un decennio che Boyhood è fortemente commovente, perchè ti prende il cuore e ti racconta la tua stessa vita. Tanto di cappello allora alla caparbietà del regista e a tutta la crew che ha dato vita a questo film realistico che narra cose normali, facendomi sentire un po’ vecchia. Detto questo, detto quello che mi dice il cuore, il film è forse eccessivamente lungo, esaltato eccessivamente; sicuramente riscalda il cuore ma io non eleggerei a capolavoro assoluto perchè tolta l’idea di girarlo davvero per 12 anni e tolto l’effetto specchio con la mia vita, è un film che dimenticherei data la sua confezione molto molto semplice. Lo avrei apprezzato se non avessi io stessa vissuto quei determinati momenti della cultura pop? Il modo di raccontare la vita di questo ragazzino mi avrebbe colpito abbastanza senza le mie esperienze personali? Non lo so. So che non mi ha lasciato con la sensazione di aver visto qualcosa di enorme, ma va bene così.

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