10 Giugno 2011
Un film corale strepitoso, con sprazzi di ironia, ma molto malinconico: il regno del porno anni Settanta come metafora di un piccolo Eden smarrito, crollato dopo l’invasione di ultracorpi altamente patogeni (arroganza, straniamento, senso del possesso, ossessione per la celebrità).
Ottimi ingredienti: attori-feticcio di P.T.Anderson (la Moore, J.C.Reilly, P.S.Hoffman, W.H.Macy, ) e Burt Reynolds in gran spolvero, bella colonna sonora, bella fotografia, bella sceneggiatura.
Secondo me, da vedere e rivedere.
Recensione da Oscar (3)
Alla fine l’ho visto pure io, e viste le alte aspettative ti dirò che sono rimasto un pelino deluso. Ci sono certamente momenti di grande cinema, ma da Anderson non ci si può aspettar di meno; il migliore qui è Burt Reynolds, hai ragione, Julianne Moore è in stato di grazia, e poi c’è un grande J.C. Reilly.
Cosa non mi ha convinto: beh premesso che non mi lascio sedurre troppo dalle colonne sonore (lo stesso dicasi per le mitiche tracklists di Scorsese), vedo in questo film una ulteriore rivisitazione dell’industria cinematografica con tutti i crismi. Sebbene il contesto sia certamente differente, abbiamo un tipo di cinema che lascia spazio ad una nuova concezione “fredda e commerciale”, un tempo che c’era e non c’è più, vecchi attori che precipitano nel gorgo dell’oblio etc.
Ciò che mi rapisce sono alcune particolari singole sequenze, come l’ esordio del pornodivo accompagnato in modo tenero e materno dalla Moore, oppure la festa sballatissima verso il finale con il cinese che tira petardi 🙂
Comunque da vedere, ci mancherebbe.
@paolodelventosoest: eh, guarda, su questo film ammetto di essere poco obiettiva, mi piace così tanto… Non è esente da difetti (ha una leggera flessione nella seconda parte), ma l’impianto corale del racconto funziona tanto bene che ho sempre soprasseduto volentieri sulle possibili deficienze del film.
Questo è uno dei migliori film degli anni ’90, Burt Reynolds sublime e romantico. Per me resta, ad ora, il miglior lavoro di Anderson, meglio di Magnolia che paga lo scotto con il precedente “America Oggi” di Robert Altman. E, per me, anche più del magnifico “Il Petroliere”.
@rodriguez86: sai che, sull’argomento Boogie Nights, con me sfondi una porta aperta. Perciò, concordissimo.