Recensione su Aguirre, furore di Dio

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Aguirre Furore di Dio / 15 Giugno 2020 in Aguirre, furore di Dio

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“Aguirre, furore di Dio”: il film più folle del folle Werner Herzog. Un film girato in condizioni totalmente folli con pochissimi mezzi; ma tutte le sequenze sono stilisticamente perfette quanto indicano tutto il pensiero di un autore. In un certo senso “Aguirre: furore di Dio” potrebbe essere definito un film leopardiano: la natura si ribella contro i membri della spedizione di Aguirre. Nella lotta tra l’uomo e la natura la natura si mostra incontrastata vincitrice. Solo un uomo riesce a sopravvivere: il folle Aguirre, un senza Dio che non ha in nessun modo il senso della cultura ma è animale, ed in quanto animale è perfettamente integrato in questo sistema naturale violento(sebbene anche l’ordine culturale si dimostri violento; vedesi la sequenza dell’uccisione dell’indios). Il film, straordinariamente simile ad Apocalypse Now, arriva dunque a conclusioni diverse da quelle di Coppola: laddove Kurtz nel suo umano delirio di onnipotenza viene ucciso come Dio, Aguirre, uomo che si fa Dio naturale, come uno dei 4 elementi di Anassimene, sopravvive alla spedizione e continua nel suo vivo delirare. Herzog mostra quindi i limiti e le contraddizioni dell’umano in un sistema splendidamente e disordinatamente naturale.

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