8 Recensioni su

Un giorno di pioggia a New York

/ 20196.2141 voti

Non il miglior Woody! / 7 Luglio 2020 in Un giorno di pioggia a New York

Ho apprezzato questo titolo perché mi piace come Allen racconta le storie, con leggerezza e semplicità (anche se con dialoghi infiniti, a volte…) e per come intinge sempre New York in queste vicende…
Ma questa pellicola non decolla: sta sempre li, con questa storia che sembra stia per scoppiare ma non po’ fa mai sul serio.
Una commediola così, tanto per gradire, salvata dalla discreta bravura del protagonista e dalla sempre incantevole New York, anche nei giorni di pioggia!
5. Un po’ deludente.

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il voto sarebbe un 6.5 / 9 Giugno 2020 in Un giorno di pioggia a New York

Discreta commedia di Woody Allen.
Ashleigh (Elle Fanning) è un’aspirante giornalista di un college vicino a New York; ottiene come incarico quello di intervistare il famoso regista Roland Pollard (Liev Schreiber) a New York. Il suo ragazzo, Gatsby (Timothee Chalamet), cerca di organizzare un weekend romantico nella Grande Mela ma la ragazza viene presa totalmente dall’intervista e immersa nel mondo del cinema e trascura i piani del suo compagno..
Una giovane coppia che all’arrivo a New York viene praticamente assorbita e catturata dalla città: Ashleigh, una giovane un po’ ingenua, una provincialotta come si potrebbe definire, è entusiasta delle attenzioni che prima il regista e poi lo sceneggiatore Ted (Jude Law) le riservano e finisce per dimenticarsi (quasi) del giovane Gatsby. Gatsby dal canto suo, aspettando che la sua ragazza si liberi dagli impegni, vaga per la città ritrovando qualche vecchia conoscenza e cercando al contempo di evitare la madre. Per entrambi è comunque un’occasione per maturare,
Ashleigh perseverando verso i suoi obiettivi mentre Gatsby forse capirà cosa vuole fare del suo futuro.
Nel resto del cast da citare Rebecca Hall è Connie, la moglie dello sceneggiatore, Selena Gomez è Chan, la sorella di un’amica di Gatsby, Diego Luna è la star del cinem Francisco Vega, Suki Waterhouse è la compagna di Francisco.

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Retrò / 5 Giugno 2020 in Un giorno di pioggia a New York

Ha il sapore di una commedia romantica anni Novanta e il protagonista sembra un moderno Holden. Moooolto carina.

Allen che non tradisce / 18 Maggio 2020 in Un giorno di pioggia a New York

Fresca commedia romantica firmata Woody. Forse sarebbe stato meglio vederla in lingua originale, ho il timore che il doppiaggio deformi irreparabilmente i dialoghi svelti tra la reincarnazione di Allen, il giovane Timothée Chalamet, e la sua ragazza, in visita a New York per un’intervista che lei deve fare ad un famoso regista. Una serie di imprevisti e una giornata di pioggia faranno rivalutare ad entrambi le proprie priorità.
La storia è carina, il lieto fine non si fa stucchevole perchè è una certezza ancor prima di iniziare il film.

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Bellino nella sua semplicità / 16 Gennaio 2020 in Un giorno di pioggia a New York

Allen ritorna (finalmente) a new York e ci dona un film divertente, solare nonostante la pioggia, fresco nel suo essere retrò . Il cast è perfettamente azzeccato con la Fanning che illumina la pellicola( più che per la sua bellezza discutibile per il suo fascino innato), Allen ci racconta sempre la nostra e la sua storia, sul cosa amiamo perchè lo facciamo. Il film si chiude pure con un lieto fine come a raccontare classico da commedia romantica. Ed è qui che secondo me il regista primeggia, mentre lo preferisco di meno nei suoi film seriosi.
Veramente consigliato per chi vuole guardare una cosa divertente senza spegnere il cervello.
Non il miglior Allen ma un film davvero bellino.

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Affinità Elettive / 21 Dicembre 2019 in Un giorno di pioggia a New York

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Gatsby e Ashleigh sono una giovane coppia che frequenta l’università. In occasione di un’intervista a un regista che Ashleigh deve compiere a New York decidono di passare lì il fine settimana insieme. Gatsby è intelligente, cervellotico, anticonformista, un tipo antico poco incline ai cambiamenti, insomma è un giovane Woody , proveniente da una famiglia molto agiata. Ashleigh ha una provenienza molto benestante,all’apparenza è svampita, stupidina, ma forse è più consapevole di quanto non sembri. L’intervista di Ashleigh si prolunga e i due sono costretti a restare separati per via di innumerevoli contrattempi.
Allen gioca abilmente innanzitutto con quest’ultimi, rendendoli credibile il pessimo tempismo che gioca a sfavore dell’ingenua coppia.
Se Gatsby rappresenta un personaggio a noi familiare, alter-ego alleniano che ci risulta noto ormai da tempo, quello di Ashleigh l’ho trovato molto interessante e innovativo. Ricalca un po’ quello di Melody in Basta che funzioni, ma come già detto non è ingenua come sembra probabilmente.
Ashleigh sa come corteggiare l’occhio maschile, presentandosi come l’esclusione di qualsiasi minaccia, un po’ stupidina, giovane,
come già detto, apparentemente ingenua , finisce con l’attirare le attenzioni di un regista, di uno sceneggiatore e di un attore, le tre anime del cinema. Il regista cerca solo una musa da idealizzare, lo sceneggiatore trasforma le banali storie quotidiane condite di clichè in tragiche avventure, e l’attore è un’icona come Ghandi, chi mai lo rifiuterebbe? La superficialità di Ashleigh viene fuori anche in questo caso, quando tra i tre sceglie di “concedersi” solo all’icona, all’immagine che le fa dimenticare il proprio nome nel modo meno metaforico possibile, subendo la condanna senza appello sulla nostra inevitabile adorazione per il successo dell’immagine sopra ogni cosa.
La parte di Gatsby fa da contraltare per mostrare che nonostante i due siano simili come origine e come provenienza, in realtà siano profondamente diversi alla base, come sistema di pensiero e di forma mentis, diciamo.
Si parla di Affinità Elettive, insomma, la pioggia non funge altro che come specchio spia, che Gatsby cerca di ignorare finché non incontra una ragazza che gli tiene testa, cinica in superficie, che però è molto più simile a lui di quanto non sembri.
Non so quanto abbia senso parlare di ritmo e tempi comici con Allen, che anche nella sua opera più mediocre non perde mai quel tocco inconfondibile e che da trent’anni a questa parte sa come riempire una sceneggiatura.
L’ho trovato esilarante, elegante, e con una compiutezza formale forse assente nei suoi ultimi film, che reputo comunque validi. Da segnalare in particolare gli effetti comici della risata agghiacciante della cognata, e soprattutto della rivelazione materna sulla “originale ricreazione a pagamento” che invece di sconvolgere Gatsby lo avvicina. Perché dopotutto secondo il suo sistema di pensieri questa rivelazione lo sorprende, mentre è molto più riprovevole la innaturale adeguatezza.

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Insisto: meglio l’Allen di oggi. / 9 Dicembre 2019 in Un giorno di pioggia a New York

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Io continuo a dirlo: l’Allen degli ultimi anni mi piace di più dell’Allen del passato. Sarà che il suo isterismo patologico degli anni d’oro, con il quale con tanta sapienza è sempre riuscito a disegnare parabole grottesche, oggi si stempera con qualcosa che assomiglia molto al bello di vivere, o sarà che di cinismo ne posso assorbire ben poco alla volta, a me sembra che i film degli ultimi anni abbiano meno di dichiarato e molto più di celato, sottinteso o velato, e che questa cosa abbia appunto a che fare con la bellezza delle relazioni umane. Il modo che ha di dipingere le varie città in cui si imbatte (New York questa volta) è tanto parziale quanto piacevole. In quest’ultimo film Allen compone un quadro umano caotico in potenza, semplice nella risoluzione. Il contrasto tra ciò che poteva essere e ciò che è stato entusiasma, e in tutto questo un protagonista pittoresco colora il mondo di dettagli poetici, romantici. Una cosa, forse, e non poco importante, avrei fatto diversamente dal regista: l’ultima sequenza, il lieto fine, stavolta l’avrei sospeso, evitato, perché quel prefinale sulla carrozza dolce-amaro, quel disvelamento del trucco dell’amore che rovinava il lieto fine ma sapeva tanto di realtà.. ecco, secondo me sarebbe stato meno dolce ma più intenso.

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Gradevole, ma superfluo / 9 Dicembre 2019 in Un giorno di pioggia a New York

Un giorno di pioggia a New York è l’ennesima variazione sui temi alleniani. Ecco: se c’è una cosa in cui è davvero bravo Woody Allen, è scaldare la zuppa, variandola leggermente. Sempre la stessa. Buona, eh. Però…
Certe volte, l’aggiustatina gli viene molto bene. Altre, meh. In questo caso, culinariamente parlando, il piatto è senza infamia, né lode.

Gli ingredienti sono i soliti, ma, come dicevo, sono ben amalgamati:
– Upper East Side di New York (ma un po’ anche Soho e Tribeca) = il posto migliore del mondo in cui vivere;
Lo sceicco bianco di Fellini;
– protagonista maschile che interpreta Woody Allen, indossando una giacca di Woody Allen;
– coppia etero che sta insieme non si sa bene perché, dato che il minimo pretesto è buono per dividersi;
– protagonista maschile che ama la pioggia, protagonista femminile che non ama la pioggia, co-protagonista femminile che ama la pioggia.
Purtroppo, mancano intuizioni particolari che, mi piace crederlo, filmografia di Allen alla mano, avrebbero potuto fare la differenza.

Il film, prodotto da Amazon, è stato vittima di una mancata distribuzione da parte della major che, in pieno #MeToo, ha avallato scuse strampalate per non portarlo al cinema (da quel che ho capito all’epoca dell’annuncio del blocco della distribuzione, pare che l’argomento scabroso sia la differenza d’età tra il personaggio di Elle Fanning e quella degli uomini che la bramano, indi l’annosa vicenda giudiziaria Allen-Farrow). Woody l’ha spuntata e, distribuito da altre case internazionali, è arrivato nelle sale con un bel po’ di ritardo, saltando la tradizione del “un film all’anno”.
In verità, per quanto sia una nuova, gradevole dichiarazione d’amore a New York e al piacere di andare al cinema come genuino passatempo astraente, Un giorno di pioggia… è un film superfluo, che, al più, conferma la buona salute fisica di Allen, che, a 80 anni e passa, ha ancora tanta voglia di lavorare dietro la macchina da presa.
Buona resa anche da parte degli attori, con una Elle Fanning radiosa, fotografata da Vittorio Storaro come un sole splendente.
A spanne, mi pare che la coppia protagonista, Timothée Chalamet-Fanning, sia la più giovane diretta finora da Allen. Sommate, le loro età, oggi, raggiungono per un pelo i 45 anni.

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