film dai mille significati / 2 Dicembre 2021 in 2001: Odissea nello spazio
Un’opera d’arte, che difficilmente sarà dimenticata, forse una delle più significative testimonianze della nostra civiltà nelle epoche future.

Un gigantesco monolite trasmette un messaggio radio in direzione del pianeta Giove. Per seguire il fascio di onde elettromagnetiche, viene organizzata una spedizione che ben presto si troverà in balia del computer che governa l'astronave.
hartman ha scritto questa trama
Titolo Originale: 2001: A Space Odyssey
Attori principali: Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Douglas Rain, Daniel Richter, Leonard Rossiter, Margaret Tyzack, Robert Beatty, Sean Sullivan, Frank Miller, Ed Bishop, Edwina Carroll, Heather Downham, Penny Brahms, Maggie London, Chela Matthison, Judy Kiern, Alan Gifford, Ann Gillis, Vivian Kubrick, Kenneth Kendall, Kevin Scott, Martin Amor, Bill Weston, Glenn Beck, Mike Lovell, John Ashley, Jimmy Bell, David Charkham, Simon Davis, Jonathan Daw, Péter Delmár, Terry Duggan, David Fleetwood, Danny Grover, Brian Hawley, David Hines, Tony Jackson, John Jordan, Scott MacKee, Laurence Marchant, Darryl Paes, Joe Refalo, Andy Wallace, Bob Wilyman, Richard Woods, S. Newton Anderson, Sheraton Blount, Ann Bormann, Julie Croft, Penny Francis, Marcella Markham, Irena Marr, Krystyna Marr, Kim Neil, Jane Pearl, Penny Pearl, Burnell Tucker, John Swindells, John Clifford, Stanley Kubrick, Anthony Jackson, Mostra tutti
Regia: Stanley Kubrick
Sceneggiatura/Autore: Stanley Kubrick, Arthur C. Clarke
Fotografia: Geoffrey Unsworth
Produttore: Stanley Kubrick, Victor Lyndon
Produzione: Gran Bretagna, Usa
Genere: Drammatico, Azione, Fantascienza, Thriller
Durata: 149 minuti
Un’opera d’arte, che difficilmente sarà dimenticata, forse una delle più significative testimonianze della nostra civiltà nelle epoche future.
Sotto l’aspetto immaginifico, ha ancora una potenza incredibile, a distanza di 50 anni.
La luna, le astronavi, lo spazio: la visione di 2001 è un qualcosa che rimane impresso, coinvolgente grazie anche al sapiente uso dei suoni.
Narrativamente, è lento, non lo si può negare. Ma la seconda parte ripaga di tutto, con tensione, scene memorabili, una parte finale psichedelica e inaspettata.
Più che un film, è una fantastica esperienza, il cinema nella sua espressione più riuscita e suggestiva. Suscita anche delle riflessioni, i tentativi inevitabile di far quadrare il tutto, di trovare un senso. Io non so se il senso ci sia, ma non importa: per un po’ più di 2 ore, sono stato nello spazio.
Non lo avevo mai visto per intero. Ci giro intorno da anni. Sicuramente non me ne sono pentito; è tutt’oggi storia dei film di fantascienza, non poteva mancare tra le mie visioni. Però onestamente urlare al “capolavoro” o definirlo, come spesso accade “il miglior film di fantascienza” lo trovo al quanto esagerato.
Innanzitutto vorrei dire che sono rimasto impressionato da molte scene, pensare che il film sia stato partorito negli anni 60 ti fa capire come Kubrick e company fossero davvero di un’altra era. Devo dire però che la lentezza di alcune scene fanno sbuffare un pò lo spettatore… la parte iniziale del film avrebbero potuto dimezzarla, come minimo…. e poi il finale è clamoroso; un macello di immagini apparentemente buttate a caso (dalla durata inspiegabile) a cui bisogna trovare un senso.
Quando un film è fantasy sappiamo cosa aspettarci. Così come quando un film cerca di essere realistico in maniera quasi scientifica sappiamo cosa aspettarci. Da una parte abbiamo mirabolanti avventure e incantesimi, mentre dall’altra il freddo regno della razionalità. Ma quando questi due mondi si incontrano danno vita a qualcosa che non solo è assurdo, ma anche bugiardo. Si perché la fantascienza è un campo profondamente bugiardo, che sostiene una colossale menzogna senza mai smettere neanche per un secondo di farti credere che sia vera. E quando si parla di capolavoro di fantascienza, si parla di una bugia che ha convinto proprio tutti, e lo ha fatto con delle proporzioni di natura smisurata. Perché dopotutto 2001: odissea nello spazio non è che la il continuo violare le leggi della misura, un contino andare contro i limiti dello spazio, del tempo, dell’uomo, della macchina, del vuoto, della vita e della morte.
Se all’inizio partiamo dagli ominidi a raccontare, poi saltiamo in un secondo di milioni e milioni di anni al futuro, senza dare spiegazioni sensate, senza catalogare il tempo, annullando il tempo. Se prima ogni spettatore e come una formica nei confronti di quello schermo illuminato, poi ha la possibilità di percorrere chilometri e chilometro. Se prima c’è una macchina che deve ubbidire alle direttive imposte, poi c’è una macchina che assume il controllo di tutto, che assume una coscienza, una paura cieca di morire. Come se attraverso il suo freddo razionalismo, Kubrick ci dicesse che non esiste razionalità in sé per sé, neanche in ciò che è nato per essere razionale. Anzi, è proprio la razionalità che gli permette di agire irrazionalmente, con una lucida decisione, un lucido progetto. E poi Kubrick abbandona i limiti totalmente quando ci mostra quel luogo in cui il tempo si azzera. E l’uomo è capace di invecchiare e morire in un microsecondo. E di rinascere, sotto forma di un essere in potenza che da lontano guarda il mondo.
E tutto partendo da semplici leggi scientifiche manipolate a piacimento di un genio. Non so perché ci ho messo così tanto a capire quanto fosse meraviglioso questo film.
Il capolavoro per eccellenza di Kubrick, pietra miliare della fantascienza ha svoltate il mondo del cinema.
L’esperienza visiva ci trasmette l’essenza del film. Con pochi vocaboli e tanta amata musica classica.
Passando al significato:
Personalmente mi ha sempre colpito ma sopratutto affascinato (come a tanti altri) la figura del monolite, che da un’aria di mistero continua al film. Le domande che sorgono spontanee sono del tipo : “chi ce l’ha messo lì?” , “cosa rappresenta?” Inizialmente ho subito pensato che qualcuno lo avesse messo sulla terra all’età della pietra e contemporaneamente sulla luna in modo che quando la specie ominide si fosse evoluta così tanto da arrivare su altri corpi celesti sarebbe diventata una minaccia o in qualche modo scomoda per qualcuno. Quindi il segnale radio sarebbe stato un allarme del tipo: “stanno arrivando”, ma poi dopo averlo visto varie volte ho avuto una visione per lo più filosofica; ovvero il monolite potrebbe rappresentare in forma anonima dio, che rappresenta la conoscenza, infatti, appena appare fa in qualche modo evolvere la scimmia che per la prima volta prende in mano un oggetto per farne un uso con uno scopo di lucro, MA appena riesce a soddisfare questa specie di conoscenza evolvendosi strumentalizza il progresso prendendo il sopravvento su altri esemplari. Appena l’uomo scopre poi il monolite sulla luna si lancia alla scoperta di nuove rotte attraverso il segnale radio per soddisfare la sete di conoscenza. Anche qui la conoscenza che trasmette il monolite diventa un’esasperazione, un viaggio verso l’ignoto.
L’uomo non riesce a gestire la conoscenza divina, una conoscenza superiore che non siamo in grado di decifrare e ci porta alla pazzia.
Insomma, ci sono cose che all’uomo non è dato sapere.
Il finale non da una soluzione universale, ma deve essere interpretato, un po’ come la vita.
Insomma, ci sono film che cambiano il modo di vedere e pensare.
Questo capolavoro di Kubrick è uno di quelli.
10.