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2001: Odissea nello spazio

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9 Settembre 2023 in 2001: Odissea nello spazio

Invecchiato male, si può dire?
Senza aver letto il libro risulta incomprensibile.
La sensazione è che regista e sceneggiatore abbiano voluto portare su schermo le immagini suscitate dal libro, rinunciando alle parti troppo complesse da realizzare con i mezzi di allora (Saturno con il suo sistema di anelli è stato sostituito da un più lineare Giove, si è omesso l’universo in negativo durante il viaggio attraverso il monolite) . Loro però avevano perfettamente chiara la storia raccontata e per questo nella loro testa la sequenza di immagini aveva senso. Per uno spettatore digiuno del libro (come me alla prima visione) non è affatto lo stesso.

Ma vogliamo accennare alla terrificante scena finale? Un feto cosmico buttato lì, tra la Terra e la Luna, interpretando letteralmente le parole del libro quando parla di bambino delle stelle.

Solo dopo aver letto il libro si scorge un senso.

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film dai mille significati / 2 Dicembre 2021 in 2001: Odissea nello spazio

Un’opera d’arte, che difficilmente sarà dimenticata, forse una delle più significative testimonianze della nostra civiltà nelle epoche future.

Potenza intatta dopo più di 50 anni / 9 Dicembre 2019 in 2001: Odissea nello spazio

Sotto l’aspetto immaginifico, ha ancora una potenza incredibile, a distanza di 50 anni.

La luna, le astronavi, lo spazio: la visione di 2001 è un qualcosa che rimane impresso, coinvolgente grazie anche al sapiente uso dei suoni.

Narrativamente, è lento, non lo si può negare. Ma la seconda parte ripaga di tutto, con tensione, scene memorabili, una parte finale psichedelica e inaspettata.

Più che un film, è una fantastica esperienza, il cinema nella sua espressione più riuscita e suggestiva. Suscita anche delle riflessioni, i tentativi inevitabile di far quadrare il tutto, di trovare un senso. Io non so se il senso ci sia, ma non importa: per un po’ più di 2 ore, sono stato nello spazio.

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Deluso ma colpito! / 11 Agosto 2017 in 2001: Odissea nello spazio

Non lo avevo mai visto per intero. Ci giro intorno da anni. Sicuramente non me ne sono pentito; è tutt’oggi storia dei film di fantascienza, non poteva mancare tra le mie visioni. Però onestamente urlare al “capolavoro” o definirlo, come spesso accade “il miglior film di fantascienza” lo trovo al quanto esagerato.
Innanzitutto vorrei dire che sono rimasto impressionato da molte scene, pensare che il film sia stato partorito negli anni 60 ti fa capire come Kubrick e company fossero davvero di un’altra era. Devo dire però che la lentezza di alcune scene fanno sbuffare un pò lo spettatore… la parte iniziale del film avrebbero potuto dimezzarla, come minimo…. e poi il finale è clamoroso; un macello di immagini apparentemente buttate a caso (dalla durata inspiegabile) a cui bisogna trovare un senso.

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Così parlò Stanley Kubrick / 11 Maggio 2016 in 2001: Odissea nello spazio

Quando un film è fantasy sappiamo cosa aspettarci. Così come quando un film cerca di essere realistico in maniera quasi scientifica sappiamo cosa aspettarci. Da una parte abbiamo mirabolanti avventure e incantesimi, mentre dall’altra il freddo regno della razionalità. Ma quando questi due mondi si incontrano danno vita a qualcosa che non solo è assurdo, ma anche bugiardo. Si perché la fantascienza è un campo profondamente bugiardo, che sostiene una colossale menzogna senza mai smettere neanche per un secondo di farti credere che sia vera. E quando si parla di capolavoro di fantascienza, si parla di una bugia che ha convinto proprio tutti, e lo ha fatto con delle proporzioni di natura smisurata. Perché dopotutto 2001: odissea nello spazio non è che la il continuo violare le leggi della misura, un contino andare contro i limiti dello spazio, del tempo, dell’uomo, della macchina, del vuoto, della vita e della morte.
Se all’inizio partiamo dagli ominidi a raccontare, poi saltiamo in un secondo di milioni e milioni di anni al futuro, senza dare spiegazioni sensate, senza catalogare il tempo, annullando il tempo. Se prima ogni spettatore e come una formica nei confronti di quello schermo illuminato, poi ha la possibilità di percorrere chilometri e chilometro. Se prima c’è una macchina che deve ubbidire alle direttive imposte, poi c’è una macchina che assume il controllo di tutto, che assume una coscienza, una paura cieca di morire. Come se attraverso il suo freddo razionalismo, Kubrick ci dicesse che non esiste razionalità in sé per sé, neanche in ciò che è nato per essere razionale. Anzi, è proprio la razionalità che gli permette di agire irrazionalmente, con una lucida decisione, un lucido progetto. E poi Kubrick abbandona i limiti totalmente quando ci mostra quel luogo in cui il tempo si azzera. E l’uomo è capace di invecchiare e morire in un microsecondo. E di rinascere, sotto forma di un essere in potenza che da lontano guarda il mondo.
E tutto partendo da semplici leggi scientifiche manipolate a piacimento di un genio. Non so perché ci ho messo così tanto a capire quanto fosse meraviglioso questo film.

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Esistenziale / 14 Marzo 2016 in 2001: Odissea nello spazio

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il capolavoro per eccellenza di Kubrick, pietra miliare della fantascienza ha svoltate il mondo del cinema.
L’esperienza visiva ci trasmette l’essenza del film. Con pochi vocaboli e tanta amata musica classica.
Passando al significato:
Personalmente mi ha sempre colpito ma sopratutto affascinato (come a tanti altri) la figura del monolite, che da un’aria di mistero continua al film. Le domande che sorgono spontanee sono del tipo : “chi ce l’ha messo lì?” , “cosa rappresenta?” Inizialmente ho subito pensato che qualcuno lo avesse messo sulla terra all’età della pietra e contemporaneamente sulla luna in modo che quando la specie ominide si fosse evoluta così tanto da arrivare su altri corpi celesti sarebbe diventata una minaccia o in qualche modo scomoda per qualcuno. Quindi il segnale radio sarebbe stato un allarme del tipo: “stanno arrivando”, ma poi dopo averlo visto varie volte ho avuto una visione per lo più filosofica; ovvero il monolite potrebbe rappresentare in forma anonima dio, che rappresenta la conoscenza, infatti, appena appare fa in qualche modo evolvere la scimmia che per la prima volta prende in mano un oggetto per farne un uso con uno scopo di lucro, MA appena riesce a soddisfare questa specie di conoscenza evolvendosi strumentalizza il progresso prendendo il sopravvento su altri esemplari. Appena l’uomo scopre poi il monolite sulla luna si lancia alla scoperta di nuove rotte attraverso il segnale radio per soddisfare la sete di conoscenza. Anche qui la conoscenza che trasmette il monolite diventa un’esasperazione, un viaggio verso l’ignoto.
L’uomo non riesce a gestire la conoscenza divina, una conoscenza superiore che non siamo in grado di decifrare e ci porta alla pazzia.
Insomma, ci sono cose che all’uomo non è dato sapere.
Il finale non da una soluzione universale, ma deve essere interpretato, un po’ come la vita.
Insomma, ci sono film che cambiano il modo di vedere e pensare.
Questo capolavoro di Kubrick è uno di quelli.
10.

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Bho / 7 Marzo 2016 in 2001: Odissea nello spazio

Questo film mi sembra tanto simile a quelle opere d’arte scarabocchia in una mostra in cui tutti si incantano rimanendone basiti soltanto alla vista . Io da anticonformista non ci trovo nulla di artistico .

Recensione aggiornata dopo terza visione e ricerca. / 6 Marzo 2016 in 2001: Odissea nello spazio

Feci la recensione di questo film qualche tempo fa, lo bastonai per bene ma gli diedi comunque 7 perchè percepivo qualcosa di positivo, un potenziale intrinseco. C’è la tematica dell’intelligenza artificiale che ha una sua volontà, e libere decisioni e puo provare emozioni come un umano, che trovo molto interessante (ed interessante anche la contrapposizione con il congegno Fine del mondo de”Il dottor stranamore”, che proprio sull’assenza di una coscienza basava l’effetto deterrente garantito dal fatto che si attivasse in automatico); apprezzavo anche il lato tecnico, le musiche, gli effetti sonori, la ricostruzione degli ambienti, le inquadrature, sentivo che c’era tanto in questo film che non avevo ancora colto. Ho comprato quindi il dvd per poterlo guardare in condizioni e qualità piu accettabili e mi sono informato sul web riguardo alla trama. Molti film, dopo una seconda visione più consapevole, li ho apprezzati di piu (Apocalypse now ad esempio), quindi ero fiducioso. Dopo la seconda visione il mio giudizio è leggermente migliorato, soprattutto grazie alle delucidazioni sulla trama grazie a wikipedia, ma il problema grosso è proprio qui: se è necessario andarea leggere su wikipedia cose che nel film non vengono dette o sono difficile da capire (il monolite è in Africa all’inizio, poi sulla luna, poi su Giove, perchè? è sempre lo stesso monolite? Si muove? Tutto il finale poi è una roba incasinatissima, è impossibile da capire con la sola visione del film) per me ha dei grossi problemi. Salvo i primi 3 capitoli, posso passare sopra alla noia di alcune scene che se guardande con la giusta ottica possono essere interessanti, (un esempio è la scena che si svolge fuori dall’astronave, in cui uno dei due astronauti tenta di salvare l’altro: è una scena lenta e priva di audio, quindi abbastanza noiosa, ma è allo stesso tempo affascinante per il senso di ansia che trasmette quel silenzio, la piccolezza degli astronauti nel vuoto dello spazio) ma il quarto capitolo per me è da buttare: non viene spiegato niente e anche con la spiegazione di wikipedia rimango insoddisfatto. Un’ altra cosa che non mi è piaciuta è l’inespressività ed anonimità del protagonista: quando il suo amico è in pericolo lui non mostra alcun segno di preoccupazione, pare che non gliene freghi, stessa cosa quando si rende conto dell’ostilità di Hal 9000, che invece, paradossalmente, riesce a trasmettermi più emozioni rispetto all’astronauta. Il voto rimane 7 (tra 7 e 8), il mio giudizio è migliore rispetto alla scorsa volta ma continuo a non considerarlo un capolavoro, ma un bel film con problemi di narrazione e con un pessimo finale.

aggiornamento dopo terza cvisione, al cinema:

il voto sale ad 8, perchè vedendolo piu volte ho iniziato a metabolizzare il finale, a coglierne il significato, e ho apprezzato ancora di piu cio che gia mi era piaciuto.

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Gran trip / 24 Febbraio 2016 in 2001: Odissea nello spazio

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Visto colpevolmente solo pochi anni fa. Visionario, amletico, trascendentale,immaginifico. Iniziare col monolite e finire con lo stanzone bianco è veramente da geni visionari.
Ripeto,gran trip.
Consiglio di vederlo vagamente alticci o in semi-fattanza:lo si gusta di più.
Però anche lungo eterno e talvolta soporifero:non so se lo rivedrei…

Oligarchico / 21 Ottobre 2015 in 2001: Odissea nello spazio

I miei studi universali hanno giovato per comprendere questo capolavoro:Arte,scienza,letteratura,filosofia vi è tutto.A tratti mette a dura prova la concentrazione massima(bisogna fare molte pause obbligatorie) vorrei dare 10 ma do 9 poiché un film del genere non può avere il massimo lascia quella vela malinconica di non aver afferrato tutto,anzi a tratti di non aver capito nulla.L’uomo è cattivo ciò che nasce da egli è pura malvagità.La colonna sonora è troppo difficile per chi non ha competenza in materia ma credo che sia comunque apprezzabile (Wagner sarebbe stato leggermente più semplice ).Onore ad una grande genio!

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Un’odissea unica / 18 Agosto 2015 in 2001: Odissea nello spazio

Probabilmente non c’è film che abbia prodotto un così alto numero di discussioni e analisi come il capolavoro di Stanley Kubrick, 2001 – Odissea nello spazio. In qualsiasi classifica dei migliori film in assoluto della storia del cinema, questo compare sempre e per quello che conta, in quella mia personale, occupa ampliamene il primo posto. Da che ricordo sono amante della fantascienza e probabilmente ciò è dovuto proprio al fatto d’averlo visto, in un semivuoto cinema di paese, da ragazzino. Più che un film, un’esperienza sensoriale che mi ha lasciato dentro un seme che col tempo è germogliato, un po’ come l’effetto che il monolite ebbe sull’uomo primitivo all’inizio del film. Sicuramente non era la prima pellicola di fantascienza che vedevo, ma mai nessun film prima di allora era riuscito a trasmettermi il senso di meraviglia, mistero, freddezza, e inquietudine che lo spazio poteva offrire. Mai nessun film aveva espresso in tale maniera l’incontro con un’intelligenza altra realmente aliena. 2001 era qualcosa di completamente avulso alla mia esperienza di ciò che consideravo fantascienza cinematografica e anche da qualsiasi altra mia esperienza audio-visiva. Un’esperienza che ha fatto si che ogni volta che rivedo il film oggi, la mia mente voli e si ritrovi ancora una volta in quella sala cinematografica semivuota.
Lo spettacolo che avevo davanti è stato definito in diversi modi (“cinema puro”, “cinema assoluto”, “film-experience”); ha creato immagini e icone divenute oggi universali e immediatamente riconoscibili (il salto evolutivo rappresentato dell’osso usato come arma che in uno stacco si trasforma in astronave, il monolite, il valzer di Strauss, HAL 9000); è divenuto il film più influente e citato (ma poco imitato, in realtà) della storia del cinema, soprattutto per ciò che riguarda l’evoluzione degli effetti speciali. Per capire la portata del film di Kubrick bisogna considerare cosa fosse e com’era considerata la fantascienza, cinematografica prima del 1968, anno di uscita del film. Dire che con 2001 – Odissea nello spazio la fantascienza fece un celeberrimo salto quantico non è un’affermazione azzardata. Un’evoluzione che, è bene ricordarlo, ha riguardato solo il cinema giacché la fantascienza letteraria aveva già toccato da tempo temi e soggetti adulti grazie ad autori come Stanislaw Lem o Philip K. Dick, solo per citarne due.
Chi guarda oggi 2001 -Odissea nello spazio lo fa con occhi totalmente diversi da quelli degli spettatori dell’epoca in cui uscì nelle sale cinematografiche. Il film è oggi ammantato di quell’aura riservata ai capolavori del cinema e da quasi cinquant’anni di spiegazioni e stratificate chiavi di lettura, ma non fatico a immaginare le perplessità di quei primi spettatori, che erano poi anche le mie di ragazzino, davanti ad un’opera così lontana dalla narrazione convenzionale eppure così incredibilmente affascinante.
Ovviamente Kubrick non ha tirò fuori il suo film dal nulla. 2001 è frutto di una continua evoluzione tanto che del film com’era stato pensato originariamente, rimase ben poco in quello che si vide effettivamente sullo schermo. Già nel passato vi erano state opere di fantascienza di valore che andavano di là dal semplice film commerciale per ragazzini. Alcuni esempi ne sono Metropolis (Germania, 1926), La vita futura (UK, 1936), L’invasione degli ultracorpi (USA, 1955), Il pianeta proibito (USA, 1956), Radiazioni BX: distruzione uomo (USA, 1957) o Il villaggio dei dannati (UK, 1960), senza dimenticare l’Europa dell’est che ci regalarono ottime opere come Soyux 111 – Terrore su Venere (DDR, 1960), Icarus XB 1 (Cecoslovacchia, 1963) e Fine agosto all’Hotel Ozon (Cecoslovacchia, 1967). Poi nello stesso 1968, c’è anche il Solaris televisivo sovietico, dallo stesso romanzo di Stanisław Lem che Andrej Tarkovskij porterà al cinema nel 1972.
Kubrick non è neanche il primo “autore” a confrontarsi con un genere considerato marginale dalla cultura “alta”. Due rappresentanti della Nouvelle Vague come Jean-Luc Godard e François Truffaut avevano già realizzato le loro opere di anticipazione, Agente Lemmy Caution: missione Alphaville (1965) e Fahrenheit 451 (1966), senza dimenticare il mediometraggio a immagini statiche La jetée (1962) per opera di Chris Marker, altro autore francese. Soprattutto il film di Godard sembra aver qualche punto di contatto con 2001, almeno nel suo porvisi quasi in antitesi. Alphaville sembra una normale città degli anni sessanta, che ci si trovi addirittura su un altro pianeta, si intuisce solo dai dialoghi. Nel film di Kubrick invece che si sia nel futuro si capisce subito dalle immagini (shuttle spaziali, stazioni orbitanti, basi lunari, etc.) mentre i dialoghi hanno solo un valore marginale se non nullo per l’interpretazione di quello che accade sullo schermo. Come in 2001, anche in Alphaville vi è un computer, di nome Alpha 60, che controlla tutti i sistemi della città e la cui voce è come quella di HAL 9000 ubiquitaria e senza luogo. La differenza sta nel tono di questa voce, elegante, pacata, senza emozione quella di HAL, roca e metallica quella di Alpha.
Da un punto di vista superficiale, 2001 tocca buona parte dei topoi classici che la fantascienza cinematografica aveva espresso fino a quel momento: la creatura che si ribella all’uomo (HAL); l’incontro con esseri alieni (anche se in realtà mai mostrati); l’esplorazione spaziale; le meraviglie della tecnologia futura; l’intento di lanciare un messaggio di pace per scongiurare una guerra tra le superpotenze di allora, USA e URSS (ma questo argomento, anche per i numerosi tagli di sceneggiatura effettuati da Kubrick, rimane veramente epidermico, intuibile solo dalla conversazione di Floyd con gli scienziati russi sulla stazione spaziale). Quello che è diverso è il modo di presentarli al pubblico, dove il film non è più solo un’esperienza audiovisiva, ma anche emozionale e di totale immersione.

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21 Aprile 2015 in 2001: Odissea nello spazio

Questo è IL film.
Una delle vette più alte raggiunte dall’arte cinematografica dalla sua creazione ad oggi.
Non è solo uno dei migliori film di fantascienza di sempre (se non proprio il migliore), ma è uno dei migliori film della storia del cinema in assoluto, a prescindere dal genere.
È la pellicola in cui il genio di Kubrick si è rivelato a tutto tondo e che risalta in una filmografia, quella del regista newyorkese, composta da così tanti capolavori.
2001 è prima di tutto un film di un solluchero estetico che raggiunge punte di ineffabile armonia.
È un incanto visivo che ha un effetto devastante sulle emozioni dello spettatore.

Era il 1964 quando Kubrick chiese allo scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke di collaborare ad una sceneggiatura che avrebbe avuto come base alcuni racconti di quest’ultimo, in particolar modo “La sentinella”.
Dopo 4 anni di lavoro, un budget di 10 milioni di dollari (di cui oltre la metà spesi per gli effetti speciali) e un lavoro certosino del regista nel selezionare accuratamente la mole di lavoro prodotto, ecco il risultato: un film che, un anno prima dello sbarco dell’uomo sulla luna, proietta il cinema di fantascienza in una dimensione di fascino e verosimiglianza fino a quel momento inesplorati, fornendo le basi da cui si muoveranno i cineasti futuri per le opere di genere.
Prima di 2001 nessuno si era mai spinto fino a qualcosa di simile.
Dopo 2001 è difficile trovare un film di fantascienza che non si ispiri ad esso, almeno in uno dei vari aspetti tecnico-contenutistici toccati dalla pellicola.

Il film va idealmente diviso ed analizzato in quattro/cinque parti:
1. l’alba dell’uomo (The dawn of man), quel magnifico incipit che affronta, con piglio quasi documentaristico, il tema dello sviluppo della specie umana e in particolare della sua abilità manuale, che assume subito una connotazione negativa (la guerra e la violenza), dovuta ad un’aggressività di cui si lascia intendere un’origine aliena (il monolito che costituirà il filo conduttore dell’opera); è forse il segmento più destabilizzante, un’introduzione superlativa accompagnata dalle note di “Così parlò Zarathustra” di Richard Strauss (già splendidamente utilizzata per la memorabile alba/eclissi dei titoli di testa) con un accostamento tra musica e immagine di incredibile potenza;
2. il valzer delle astronavi, sulle note di “Sul bel Danubio blu” dell’altro Strauss (Johann Jr.), che si collega alla prima parte per mezzo di uno stacco assolutamente memorabile (l’osso lanciato dall’uomo primordiale che diventa una navicella che fluttua nello spazio); un esercizio di stile, un divertissement estetico che introduce
3. la terza parte (che per molti è un tutt’uno con la seconda), più tradizionale, sulla stazione orbitante e sulla base lunare di Clavius; un inno al progresso in cui si fa sfoggio delle meraviglie dei viaggi e della colonizzazione dello Spazio;
4. la corposa parte centrale del viaggio verso Giove (Jupiter Mission), dove viene introdotto il tema del rapporto tra uomo e macchina: i due astronauti non ibernati e il computer HAL 9000 (il cui nome è un omaggio alla principale azienda di informatica dell’epoca: le lettere sono infatti quelle che precedono alfabeticamente la sigla IBM); è la parte che inquieta maggiormente, nonché quella con i dialoghi più interessanti: quelli in cui il computer di bordo, un essere pensante, apparentemente infallibile, rivela una preoccupante instabilità emotiva (meraviglioso paradosso), efficacemente rappresentata dalla voce psicotica (gran doppiaggio di Gianfranco Bellini) e, visivamente, dall’inquietante occhio rosso;
5. il finale (Jupiter and beyond the infinite): onirico, lisergico (si dice che Kubrick si sia fatto ispirare dall’assunzione di sostanze stupefacenti), filosofico, surreale; semplicemente bellissimo.
È proprio il finale la parte del film che più ha fatto e fa discutere, con le molteplici possibili interpretazioni.
Ma il bello di 2001 è proprio questo: il fatto di porre mille interrogativi nello spettatore, senza avere la presunzione o l’arroganza di voler fornire le risposte (errore in cui cadranno molte pellicole successive).
Del resto, riferendosi a questa sua opera, Kubrick disse, molto chiaramente: “ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico del film, io ho tentato di rappresentare un’esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell’inconscio”.

Mettersi a proporre l’ennesima interpretazione, o ad appoggiare questa o quell’altra, è dunque un esercizio a mio avviso inutile.
2001 è una goduria per la mente che non per forza necessita di uno sforzo cervellotico di comprensione fine a se stesso.
È una meraviglia per il nervo ottico e per quello acustico.
È un’alternanza sublime di musica e silenzio, accompagnati da immagini assolutamente memorabili.
È un film che è storia, e che rimarrà, unico ed ineguagliabile, tra i vertici assoluti che la settima arte è stata in grado di regalarci.

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29 Marzo 2015 in 2001: Odissea nello spazio

Dio è morto
Vi porto la notizia
Saputo ciò
Vi potrò donare il superuomo

Sono sceso dal mio eremo
Vengo da voi
Perché ho visto le vostre sofferenze
E’ troppo tempo ormai che vi dibattete
Vagate senza uno scopo

I vostri occhi non vedono più
Siete diventati ciechi
Vi smarrite in strade senza uscita

Direte un predicatore
Per questo avrete paura di me
Non dovete
Non dubitate
Io sono vostro amico

Dato che ho osservato a lungo
Ora posso mostrarvi la via
Al di là del bene e del male

Siete pronti
Lo sento
Il vostro cuore sarà presto colmo di gioia
La vostra ignoranza sarà cancellata

Per questo vi dico
Seguitemi verso l’orizzonte più lontano
Seguitemi senza chiedere
Io vi darò le risposte

Vi darò ciò di cui avete bisogno
Vi darò la conoscenza
Avrete il mio sapere

Sarete uno e nessuno
Sarete una stella danzante
Danzerete brillando di luce propria
Facendo proseliti
Indicherete ad altri il cammino

Non indugiate dunque
Seguitemi senza esitare
L’ ora è giunta
L’oltre vi regalerà l’infinta saggezza

La saggezza sarà la vostra serenità
Niente dubbi
Nessuna titubanza
Il superuomo vi aspetta
Oltre l’infinito

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Kubrick tra immagine, musica e silenzio / 20 Marzo 2014 in 2001: Odissea nello spazio

Prodotto nel ’68, 2001: A Space Odissey è considerata una delle più famose pellicole della storia del cinema ed una delle punte di diamante del compianto regista Stanley Kubrick. Il film, bisogna precisare, non ha una narrazione ordinaria. Esso propone più che altro una sorta di “parabola dell’umanità”, e del rapporto che quest’ultima sviluppa nei confronti di temi scottanti quali l’evoluzione, la scienza e la tecnologia. Allo stesso tempo, la pellicola cerca di analizzare anche il rapporto dell’uomo con tematiche più ricercate, come la piccolezza dell’essere umano paragonato all’immensità dell’universo, il suo legame con l’ignoto e quello con l’esistenza di esseri al di fuori delle proprie conoscenze. Il tutto è trattato, specialmente nella seconda parte della pellicola, con uno stile volutamente onirico da parte del regista, che culmina con l’enigmatico e bellissimo finale.
Kubrick è pura potenza visionaria e questo film ne è la prova più lampante. Dialoghi ridotti al minimo, sequenze esageratamente dilatate, tutta la narrazione lasciata in mano alla forza dell’immagine. Ma anche a quella della musica. Il regista riesce a far convivere abilmente un racconto di stampo fantascientifico con componimenti di musica classica. E così le astronavi, sulle note di “Sul bel Danubio Blu” di Strauss, sembrano quasi danzare nel misterioso e silenzioso spazio circostante. “Così Parlo Zarathustra” non solo è uno dei simboli di questo film, ma è anche il momento che sancisce le svolte narrative della pellicola. Una pellicola il cui genere di appartenenza è quello fantascientifico, ma curata per apparire il più verosimile possibile. L’esempio più eclatante è il silenzio dello spazio, “coperto” in alcuni casi o dalle note di Strauss già citate o dal respiro pesante e ansioso del comandante David Bowman.
Una meraviglia. E cliccare sulla decima stelletta è un piacere.

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Affascinante e incomprensibile, come l’ignoto / 15 Ottobre 2013 in 2001: Odissea nello spazio

Dal razzo nell’occhio lunare di Méliès, il cinema “spaziale” ha compiuto passi da gigante, ma non si è mai discostato troppo dal punto essenziale del suo raccontare; l’insondabile immensità sopra e attorno a noi, il dilemma dell’eternità abitata o disabitata.
Questo di Kubrick è in sè pure un capitolo fondamentale di quel filone fantascientifico che vede al centro la diatriba tra uomo e macchina (consiglio di lettura: Io, robot di Asimov). La dipendenza dalla macchina, la sterilizzazione dell’umano, concetto fotografato dalla geniale scena della corsetta dell’uomo in un cerchio di gravità, come una grandiosa ruota per criceti.
Per converso, Kubrick illustra grandiosamente il processo di ribellione ed “umanizzazione” della macchina: è un personaggio vero e proprio quell’ Hal 9000, voce flemmatica per un occhio a infrarossi, di cui resta a imperitura memoria del Cinema il suo canto del cigno:
“Ho paura… Ho paura, David… David… La mia mente se ne va… Lo sento… Lo sento… ”
E’ un film fluttuante, difficilmente riassumibile, senza centro di gravità, lento come le movenze lunari, come il galleggiare silenzioso nelle profondità buie dello spazio, assillante come il rumore del respiro dell’astronauta.
La mirabolante architettura cinematografica (specie per quegli anni, correva infatti il ’68) impatta, con i suoi scenari siderali e i suoi impianti futuristici, contro il nulla dell’ignoto; tutto perde ogni senso davanti a “quello strano coso”, quel liscio parallelepipedo nero, ignoto e muto.
Un film che spesso intontisce, con una cacofonia di archi impazziti o di voci umane, come un ronzìo incessante che accompagna la statica presenza del “coso” o la psichedelia del naufragio stellare dell’astronauta David. Un viaggio disseminato da meduse di luce e colore; Kubrick ha parlato di questo 2001 come una “esperienza visiva”, e forse lo spettatore d’oggi non trasecola più come il buon sessantottino, essendo quegli effetti terribilmente simili alle ottuse geometrie random di un windows media-player.
Il finale è in un misterioso, elegantissimo appartamento, trionfo del metaracconto, dove sogno, visione e ricordo approdano e si fondono in una ipotetica realtà.
Affascinante e incomprensibile, proprio come l’ignoto spazio profondo.

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21 Agosto 2013 in 2001: Odissea nello spazio

Un gran bel film, sia dal punto di vista visivo che contenutistico. Il mio voto è 8 semplicemente perché alcuni momenti, sarò io, sarà il genio indiscutibile di Kubrick, ho fatto molta fatica a capirli.

Il Cinema / 30 Aprile 2013 in 2001: Odissea nello spazio

Come si può recensire un capolavoro di tale fattura?
Filosofia e fantascienza incontrano il genio di Kubrick, il risultato? Un’opera d’arte di 141 minuti…

20 Marzo 2013 in 2001: Odissea nello spazio

Personalmente, lo ritengo il più grande film della storia, l’esperienza cinematografica definitiva. Un capolavoro immortale, di cui non mi stanco mai. Ad ogni visione scopro un nuovo particolare, una nuova emozione, una nuova chiave di lettura.
Perfetto, semplicemente perfetto.
Fatico a comprendere come si possa giudicarlo negativamente.

4 Marzo 2013 in 2001: Odissea nello spazio

Un classico / 2 Marzo 2013 in 2001: Odissea nello spazio

Un film di quelli che non tramonteranno mai e che hanno segnato la storia del cinema. Non aggiungo niente di nuovo ed originale ai fiumi di parole spese. Lo rivedrei una volta al mese senza stancarmi mai.

A Space Odyssey / 4 Maggio 2012 in 2001: Odissea nello spazio

Film fantascientifico di Kubrick, che ne ha steso la sceneggiatura in collaborazione con Arthur C. Clarke, l’autore dell’omonimo libro.
Nonostante alcune scene statiche un po’ troppo lunghe e personaggi non molto approfonditi, Odissea nello Spazio è davvero un’ottima pellicola, una bella interpretazione della lotta fra l’uomo (qui l’astronauta Bowman) e la macchina (Hal 9000), con gli inquietanti misteri che caratterizzano un viaggio diverso, nello spazio profondo, fino a zone siderali inesplorate. Inoltre, il film è costituito da una miscela di musiche indimenticabili, di movimento ed effetti visivi che lo rendono oltremodo suggestivo.
Da vedere.

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2001 / 21 Agosto 2011 in 2001: Odissea nello spazio

Un gigantesco monolito nero osserva e dirige le vicissitudini dell’umanità:dalle scimmie alla spedizione spaziale mandata proprio per scoprire la natura della figantesca costruzione nera,trovato oltre Giove.Nel 1968 Stanley Kubrick, con la collaborazione dello scrittore ingleseArthur C. Clarke,dirige 2001:Odissea Nello Spazio e da allora la nostra beneamata settima arte non è stata più la stessa.
E’ la quintessenza,la perfetta metafora del cinema.La dove deve prevalere l’immagine(Kubrick come tutti sanno fu grande ed eccelente fotografo) sul parlato.Non si puo parlare di questa immensa opera come un semplice film.è il Film,è il Cinema è un opera,un poema che appartiene al patrimonio culturale di tutta l’umanita.Costò dieci milioni e mezzo di dollari e ne incassò venticinque ma è entrato nel collettivo immaginario con le sue incredibili scene e le altrettanto memorabili musiche.Su qualunque sito,libro o raccolta di recensioni il voto dovrebbe essere il massimo consentito piu uno.Tentativo riuscito di fondere filosofia e cinema.

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