Recensione su The Prestige

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10 Maggio 2012

Nolan non tradisce, è vero….ma mi aspettavo ancora di più. Cede il finale con quella uscita fantascientifica, che io, dal mio razionalismo bieco, non riesco ad accettare.
Ma il film per me è un film sul novecento, sul tema dell’io e del doppio, sempre indagato da Nolan come in insomnia, da un punto di vista non monolotico.E’ un film sulla scienza e la tecnica, che, pensando alla data vissuta dai protonisti, il 1899, prenderà il sopravvento da lì a poco abbandonando il mondo della magia creata dagli uomini. I nuovi maghi, manipolatori, dissimulatori, creatori di tutto dal nulla sono gli scienziati, è la tecnologia che si prende il palcoscenico dal novecento in poi.
E ovviamente uno dei protagonisti si sdoppia all’infinito:come non pensare alla psicanalisi e alla moltiplicazione dell’io nel sè, nel super io, come non guardare al moltiplicarsi delle identità dato dallo sviluppo tecnologico?
Per me è una riflessione sul novecento e sull’identità in senso molto ampio, per cui l’illusione che riesce meglio e trionfa su tutte è l’illusione che chiede ai suoi protagonisti di viverla totalmente sulla propria pelle, essedno l’uno la vita dell’altro.

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