Recensione su BoJack Horseman

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Risate senza consolazioni / 14 Agosto 2016 in BoJack Horseman

PRIME 3 STAGIONI: “Bojack Horseman” è una serie comedy decisamente diversa dalle altre serie comedy.
Fa ridere, davvero tanto: la scrittura comica è di elevata qualità e varietà.
Ma allo stesso tempo affronta argomenti piuttosto seri: il protagonista è depresso e stronzo, ma anche complesso. Un personaggio a tutto tondo, ma ciò non toglie che si riesca a sviluppare bene anche i personaggi secondari.
E non manca la satira, soprattutto verso il mondo di Hollywood ma anche su questioni spinose come l’aborto.
Evitando i tipici cliché consolatori delle sitcom, al contrario qui accadono eventi che colpiscono decisamente lo spettatore.
Non è da tutti riuscire a far ridere e allo stesso tempo presentare personaggi credibili e svilupparli.
Inoltre ci sono anche alcuni tentativi “sperimentali”, come una puntata quasi completamente muta, non sempre pienamente riusciti, ma comunque apprezzabili.
Per ora, un capolavoro nel suo genere. Rischia però di diventare un po’ troppo ripetitiva e calare di livello, se continua ancora troppo a lungo.
Da vedere assolutamente.

QUARTA STAGIONE: Dopo il finale della terza stagione, era necessaria una svolta per il protagonista. Gli autori della serie l’hanno capito, ed hanno avuto un’idea geniale, in particolare approfondendo in maniera fenomenale un certo personaggio legato a Bojack. Tutta la storyline legata a Bojack è perfetta in questa stagione, e la seconda ed undicesima puntata sono tra i picchi dell’intera serie.
Agli altri comprimari (che in questa stagione mi sembrano più “scollegati” che mai rispetto al protagonista), sono affidati le vicende più comiche, con tutta una serie di avvenimenti particolarmente folli. Mi sembra che in questa stagione ci sia spinti più del solito con la satira (non particolarmente acuta ed interessante, ad essere sinceri). A dirla tutta, a parte Princess Carolyne, gli altri personaggi hanno un po’ stufato (almeno a me).
Credo che ormai la serie abbia esaurito tutto quello che aveva da dire. La prossima stagione probabilmente diventerà l’ennesima banale serie sit-com incentrata su un gruppo di amici. Ma le emozioni ed il divertimento regalateci in queste splendide 4 stagioni restano indimenticabili.

QUINTA STAGIONE: in ogni stagione della serie, l’undicesima puntata (la penultima) è quella emotivamente più forte. Anche in questo caso in teoria dovrebbe essere così, ma sinceramente l’ho trovata più debole di tutte le altre undicesime puntate delle precedenti stagioni.
La quinta stagione, in generale, è a mio parere la meno emotiva, quella in cui ho empatizzato meno con i personaggi. Forse perché su Bojack in sè, si è già detto tutto quello che si doveva dire, ed in questo senso, la quinta stagione non fa che ripetere cose già note, pur con la solita grazia e coraggio narrativo (vedasi la sesta puntata, ad esempio).
E però, ciò che perde in emotività, lo guadagna in riflessività. Infatti, mai come questa volta la serie ci pone domande, più che commuoverci: dalla rappresentazione satirica e non banale del “me too”, alla riflessione sulla serie stessa, grazie ad un abilissimo espediente metanarrativo, attraverso il quale si riflette su Bojack Horseman come personaggio, sulla moralità, ed altro ancora.
E’ un altro colpo andato a segno, quindi, e sinceramente non me l’aspettavo. Non privo di difetti, però. Se Diane stavolta ha davvero un senso (seppur sempre e solo in relazione a Bojack), gli altri personaggi mi hanno stufato: Princess ha una buona puntata, ma per il resto è sempre la stessa storia delle altre stagioni; Mr. Peanutbutter e Todd non fanno più ridere da molt: il primo ha la storyline più scialba della stagione, l’altro la più stupida.

SESTA STAGIONE (PRIMA PARTE): ha tutto il sapore di una stagione finale. Con Bojack ormai deciso a cambiare in meglio, ma anche con i nodi che vengono al pettine, in un’ottava puntata che è un vero e proprio cliffhanger. Mi chiedo però come possono portare avanti la stagione con altre 8 puntate, senza snaturare la serie. Per ora, comunque, anche il giudizio per questa stagione è estremamente positivo.

SESTA STAGIONE (SECONDA PARTE): decisamente un finale emozionante. Non perfetto, ma un bel finale. In particolare, la terza puntata (quindi l’undicesima della stagione), l’ho trovata davvero intensa, il picco di questa stagione e una delle migliori puntate della serie. Le tre puntate successive raccontano le conseguenze, ma forse viene diluito un po’ troppo il dramma, nel senso che sostanzialmente sembrano in gran parte dei riempitivi, soprattutto perché le storyline dei personaggi secondari sono piuttosto noiose.
Le ultime due puntate rappresentano però una degna chiusura. Non è il finale che io personalmente avrei voluto, ma è un finale “giusto”, che colpisce decisamente bene al cuore.

Direi quindi che la stagione finale conferma il giudizio sulla serie: una delle migliori serie di sempre, un capolavoro.

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