After Life

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serie tvAfter Life

La vita tranquilla di Tony, redattore in un piccolo giornale locale, cambia radicalmente quando la moglie Lisa muore. Tony medita continuamente il suicidio e si esprime senza remore nei confronti di chiunque. Chi lo circonda è consapevole del dolore dell'uomo, ma non sa come aiutarlo davvero a superare questo momento difficile.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: After Life
STAGIONI/EPISODI: 3 Stagioni , 18 episodi, conclusa
Durata episodi: 30 min.
Attori principali: Ricky Gervais, Tom Basden, Kerry Godliman, David Bradley, Joe Wilkinson, Tony Way, Diane Morgan, Ashley Jensen, Tommy Finnegan, Jo Hartley, Penelope Wilton, David Earl, Ethan Lawrence, Michelle Greenidge, Kath Hughes
Creata da: Ricky Gervais
Produzione: Gran Bretagna
Genere: Comedy, Drama
Network: Netflix

Dove vedere in streaming After Life

Voto: 8,5 / 16 Gennaio 2022 in After Life

Grottesco, cinico, come solo gli inglese sanno essere, ma anche divertente, commovente… assolutamente imperdibile!

Morte e sincerità / 20 Luglio 2020 in After Life

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima stagione
Confesso che, prima di vedere la serie tv After Life di Netflix, artisticamente, non conoscevo Ricky Gervais (non ho mai visto neppure The Office UK).
Quindi, non avevo ben chiaro cosa aspettarmi da questa serie brevissima (le due stagioni prodotte finora sono composte da 6 episodi ciascuna e ogni puntata dura poco più di 20 minuti) e, fino a questo momento, ne sono rimasta impressionata molto positivamente.

After Life parla di morte e disperazione con sincerità e, a fronte di alcune edulcorazioni e semplificazioni (ed esagerazioni!) legate pelopiù al medium e al formato scelto (praticamente, ha la struttura di una sitcom), fa pochi sconti a personaggi e pubblico.
Per dire, io ho perfino pianto.

Gervais, creatore, sceneggiatore, produttore e protagonista della serie, interpreta molto bene un uomo che dichiara di aver perso ogni ragione di vivere e che, pure (o, forse, per questo), conserva una visione molto lucida e pragmatica del mondo.
Intorno a lui, per contro, c’è molta comprensione. Gervais/Tony fa parte di una microcomunità empatica che, con diverse declinazioni, gli tende ripetutamente la mano.

Nonostante la tragedia e il dolore e alcune parentesi davvero drammatiche, finora, After Life mi piace, perché è un racconto positivo e propositivo, televisivamente gradevole per tempi (si guarda d’un fiato) e ambientazione (una sobria provincia inglese, simile a quella di Broadchurch, per intenderci).

Mentre io devo ancora vedere la seconda stagione, ai primi di maggio 2020 Netflix ha annunciato la produzione di un terzo ciclo di episodi.

Voto prima stagione: 8 stelline.

[Aggiornamento del 18 agosto 2020]
Voto seconda stagione: 8 stelline.

[Aggiornamento del 25 febbraio 2022]
Al termine della terza e ultima stagione di questa serie tv, confermo tutto, voto compreso.
La comunità descritta da Gervais è fantascientifica, perché è composta da persone estremamente tolleranti ed empatiche. Però, il racconto è estremamente credibile: basta un atto di gentilezza spassionato, per cambiare la giornata (e, forse, la vita) di qualcuno.
In periodi bui come quelli che stiamo vivendo, il cinico e scorrettissimo Ricky Gervais propone una formula sociale positiva e costruttiva, facile da adottare e da mettere in pratica, in qualunque contesto, a qualsiasi età. La semplicità del messaggio è confortante, ma -deo gratia- non è mai stucchevole.

Nota specifica su questa stagione: l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus COVID-19 viene citata (mai mostrata, neppure di sfuggita), ma, qui, il problema sembra avvenuto in un’altra dimensione o completamente risolto e dimenticato.

Voto terza stagione: 8 stelline.

Voto finale: 8 stelline.

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Serie TV stile Stand Up Comedy / 27 Settembre 2019 in After Life

VOTO: sarebbe un 7.5, comunque metto 8 perché mi ha toccato profondamente.

Per chi non conosce gli spettacoli di Ricky Gervais, o la Stand Up in generale, questa serie gli sembrerà una novità assoluta.
Gli elementi che saltano all’occhio e che caratterizzano After Life sono il nichilismo e il black humor che condiscono bene tutti gli episodi.
Il pessimismo cosmico di Ricky Gervais è però smussato dalla sua naturale vena comica e dai personaggi bizzarri che fanno da contorno e che donano un tocco tragicomico( si guardi il suo collega Lenny o l’ambiguo psicoterapeuta Tony).

L’interpretazione di Ricky Gervais(Tony Johnson nella serie) è sorprendente e porta lo spettatore a guardare il comico sotto una diversa luce. Forse davvero i comici sono le persone più tristi del mondo.
Non voglio abusare delle parole ma ho sentito in Gervais il cosiddetto pathos. Mi ha trasmesso un miscuglio di malinconia, serenità, rassegnazione e speranza.
Si, speranza, perché è proprio quando pensiamo che la serie sia diretta verso un vicolo cieco che Ricky Gervais esce fuori dal suo guscio di negativià e getta le basi per una seconda stagione più luminosa.

After Life, nonostante parli della vita di un uomo appena vedovo, fa ridere molto. E’ una risata amara non c’è dubbio, ma la Stand Up serve proprio a questo. La risata come mezzo, non come fine, non è un ridere per ridere, ed è proprio li che si crea l’empatia con il pubblico, quando il comico porta la sua tragedia sul palco e la condivide con tutti, anche si si tratta di temi spinosi come la religione, la genitorialità e la morte. E proprio la tranquillità con cui questi temi vengono discussi che fa da punto cardine e da potere alla serie.

Staremo a vedere come si evolveranno le stagioni successive, per ora bel lavoro Ricky.

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